Il Messico di fronte al terremoto

articoli di di Victor M. Toledo, Raúl Zibechi, Congresso nazionale indigeno e Leonardo Boff

I terremoti del 7 e 19 settembre, con le loro numerose repliche, hanno scosso il Messico fin dalle sue fondamenta, non solo a livello tellurico, ma anche in ambito politico, colpendo una società sopraffatta dalla violenza, dalla corruzione e dal decadimento morale del suo governo. Tuttavia, nel Paese della “rivoluzione in corso”, continua a esistere e a resistere un Messico che rimane insurgente.  A seguire, alcuni articoli dedicati alle modalità di resistenza della società civile di fronte alle catastrofi naturali che hanno colpito il Paese.

 

Quello che ci ha lasciato il terremoto (tratto da https://comune-info.net)

di Victor M. Toledo

La catastrofe generata dai terremoti in Messico ha portato alla luce anche una sorprendente manifestazione del potere di fare delle persone comuni e di una generazione di giovani che si pensava tristemente condannata all’egoismo, a un disincantato cinismo e al disinteresse verso gli altri. L’energia sociale sprigionata anche nelle città affonda le radici nella migliore tradizione auto-organizzata del sentire e del fare comune delle culture indigene e contadine in lotta contro l’industria mineraria a cielo aperto, il fracking, le grandi centrali termoelettriche e le dighe, gli oleodotti, i parchi eolici, i megaprogetti turistici, la contaminazione genetica con mais e soia, lo sviluppo urbano per le minoranze ricche. Come avrebbe detto il maestro italiano Mario Lodi: c’è speranza se questo accade in una società che si pensava largamente e da tempo piegata dalla corruzione delle istituzioni e dalla guerra del potere e del narcotraffico contro los de abajo.

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Quel che ho imparato in Messico (tratto da https://comune-info.net)

di Raúl Zibechi

Ho avuto l’immensa fortuna di essere stato a Città del Messico il 19 settembre. Alle 13.15 mi trovavo con il compagno e amico Luis Hernández Navarro vicino alla colonia Juárez. Nei giorni seguenti stavo con i compagni e le compagne a Ciudad Jardín e nella Calle Zapata, dove erano crollati degli edifici, mentre altri presentavano gravi danni; abbiamo condiviso con i volontari e la gente del quartiere il loro dolore e gli affanni per superare quel difficile momento.

Quello che ho vissuto e con-vissuto in quei giorni nella capitale messicana e poi nello stato del Chiapas, mi ispira quattro riflessioni, pur brevi e incomplete.

La prima è testimoniare la solidarietà del popolo messicano. Massiccia, estesa, coerente, assolutamente disinteressata, senza il minimo desiderio di protagonismo. Non si tratta di carità ma di responsabilità, come ha sottolineato Gloria Muñoz in una breve conversazione. Un atteggiamento profondamente politico, che ha detto alle autorità qualcosa come “andatevene, ce ne occupiamo noi perché voi non siete credibili”.

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Mai più un Messico senza di noi (tratto da https://comune-info.net)

del Congresso nazionale indigeno 

La Commissione di Coordinamento del Consiglio Indigeno di Governo ha raccolto un primo aiuto economico delle basi di appoggio zapatisteattraverso la Commissione Sexta dell‘EZLN, la cui destinazione, ci chiedono, sia alle comunità, quartieri, nazioni, tribù e popoli originari colpiti dai cicloni, uragani e terremoti in Chiapas, Oaxaca, Puebla, Guerrero, Morelos, Stato del Messico, Veracruz e Città del Messico.

Per questo, il CNI ed il CIG si stanno organizzando per contattare i nostri fratelli e sorelle originari che hanno subito le conseguenze di queste catastrofi naturali e fare arrivare l’aiuto nei nostri centri di raccolta, e per istituire un fondo per la ricostruzione che permetta alle famiglie colpite di riparare o ricostruire le proprie case.

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Il popolo messicano ha dato una lezione al mondo (tratto da https://leonardoboff.wordpress.com)

di Leonardo Boff

Il 19 e il 23 settembre, il Messico è stato scosso da due terremoti, uno di magnitudine 7,1 e l’altro di 6,1, secondo la scala Richter. Hanno interessato cinque Stati, decine di municipi compresa la capitale, Città del Messico, facendo collassare centinaia di case e producendo crepe in altre centinaia di edifici. Bellissime chiese come quelle di S. Francesco d’Assisi a Puebla hanno avuto le torri abbattute. Tutti ricordano ancora il terribile terremoto del 1985 che fece più di diecimila vittime. Questo, anche se forte, ha fatto circa 360 vittime.

Qualche tempo dopo, invitato a tenere alcune conferenze, mi sono recato in Messico e a Puebla, e ho potuto verificare in loco i danni e i traumi causati alle persone.

Ma ciò che più ha attirato l’attenzione generale è stato lo spirito di solidarietà, di cooperazione del popolo messicano. Senza che nessuno facesse appelli, migliaia di persone, specialmente giovani, si sono messi a rimuovere le macerie per salvare le vittime bloccate sotto terra. Si organizzavano spontaneamente e questo spirito di solidarietà ha potuto salvare molte vite.

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David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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