IL MIO TRIO * (di Pabuda)

m’han preso in mezzo:

pezzo per pezzo.

brano dopo brano

dilaniato e sbranato

con Dolcezza,

con Energia,

con Precisione.

m’han circondato

in trio

sui miei tre

attivi lati sensoriali,

lasciandomene

un paio a riposo:

difatti, li annuserò

e li assaggerò

alla prima occasione

che capiterà..

stasera m’arrendo,

m’arrischio

senza contentarmi:

guardo tutti e tre,

grazie a uno speciale

strabismo cubista:

Bill al piano,

Rocco, col

contrabbasso

tra le braccia,

e Paul, il batterista.

le musiche loro

io le ascolto

insieme e separate

con le mie

tre splendide

orecchie acuminate,

mentre con le dita

apprezzo

le vibrazioni

swinganti

che percorrono

le venature

del mio bastone

da passeggio

di legno leggero.

non li mostro mai,

per non darmi

delle arie, o forse

perché da vedere

non son proprio

belli…

ma dispongo

d’un’ottantina

di sensibilissimi

polpastrelli.

* non è che sia proprio “mio”: intendo solo “il mio preferito”: quello di Bill Evans di Portrait in Jazz

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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