Il noir questo sconosciuto

Gian Filippo Pizzo presenta Guida alla letteratura noir

Questa Guida alla letteratura noir curata da Walter Catalano fa il paio con la Guida al cinema noir uscita quasi contemporaneamente per lo stesso editore, ma se entrambe nel rispettivo ambito danno un quadro essenziale del genere l’approccio è completamente diverso. Tralasciando il medium affrontato, la seconda, quella sul cinema, si affida alla nozione comune che si ha del noir (Wikipedia: Il noir (francese e significa nero, misterioso, cupo) o romanzo nero è una variante del genere letterario poliziesco, e più specificatamente del sottogenere hard boiled, nato negli Stati Uniti alla fine degli anni venti del XX secolo. E, alla voce “Film noir”: Il film noir è un sottogenere cinematografico di film giallo, che ebbe il vertice negli Stati Uniti negli anni quaranta e cinquanta. Oltre al tema di un’inchiesta ed all’ambientazione tipicamente cittadina, il film noir prevede forti contrasti di luci tra bianco e nero, che rappresentano simbolicamente il conflitto tra bene e male). La guida alla letteratura, invece, oltre a presentare con lunghi e documentati saggi i massimi esponenti del noir scritto, affronta decisamente il problema di una sua definizione. Tutta la prima parte del volume, “Tentativi di definizione”, è dedicata a questo: Giuseppe Panella nel suo “Il noir come categoria dello spirito” ne richiama le ascendenze nella letteratura gotica (che non ha caso venne chiamata anche “nera”) e chiarisce bene cosa non è; Pasquale Pede e Luca Ortino, rispettivamente, ne esaminano i rapporti con i personaggi del western e del feuilleton, interessante problematica che non ci pare sia stata mai affrontata in precedenza; Leopoldo Santovincenzo in “Una modesta proposta per salvare il noir dall’imbalsamazione” condanna la ripetitività e la standardizzazione in cui sembra essere caduto. Più densi gli interventi di Walter Catalano e ancora di Pasquale Pede: il primo spiega perché il noir non sia il mystery e quindi abbia pochissime relazioni con il giallo, a differenza di quanto sostiene Wikipedia, il secondo lo inquadra in “un percorso soggettivo” certamente condivisibile ma che rimanda al lettore la decisione finale. D’altra parte Catalano, curatore dell’opera, aveva precisato nell’introduzione che nonostante le numerose discussioni tra i cinque autori a una risoluzione comune non si era arrivati e che quindi i suddetti interventi sono da considerarsi come una serie di indicazioni che possano aiutare i lettori a farsi una propria opinione. Una cosa è però certa e la condividiamo: l’editoria italiana abusa del termine e lo considera sinonimo di poliziesco, attribuendo l’etichetta di noir ad autori che non lo sono, come Agatha Christie e Andrea Camilleri, e questo è fuorviante. La tesi degli autori convince nel determinare cosa non sia noir, non risolve del tutto invece il problema del rapporto tra noir e “giallo all’americana”, la “scuola dei duri” o hard-boiled, ma il problema è probabilmente irrisolvibile. La seconda parte dell’opera è dedicata all’analisi degli autori maggiori del genere, ci sono i classici come Hammett, Chandler e Woolrich, i più moderni come Ellroy, gli inglesi tra i quali il grande Derek Raymond, i francesi Izzo e Manchette, c’è il Simenon oltre il commissario Maigret, nessuno scandinavo; tra gli italiani, forse per non far torto ai viventi, c’è solo Scerbanenco. Ventotto scrittori di cui vengono analizzate con competenza le opere principali. Chiude un’interessante appendice, ancora di Pede, sulla storia editoriale del noir, in America, Francia (che ovviamente ha dato il nome al genere e lo ha lanciato nel mondo come tale) e Italia. Insomma, come le altre guide sui generi letterari e cinematografici pubblicate da Odoya (e ricordiamo a proposito la recente Guida ai narratori italiani del fantastico di cui Walter Catalano è coautore) è un libro davvero imperdibile per appassionati e curiosi.

Guida alla letteratura noir, a cura di Walter Catalano, Odoya

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