IL RACCONTO DI RABBI BUNAM
(Roba del Pabuda…)
lo si racconta ancora adesso:
io l’ho letto mille volte
in un gran libro che rileggo spesso:
spiega come a Rabbi Bunam
piacesse raccontare
a ogni adolescente, quando, esordiente,
gli si presentava per ottenere
un po’ d’orientamento,
la storia antica di Rabbi Eisik,
figlio di Jekel, rabbi di Cracovia.
più o meno la storia è questa:
Eisik, nonostante la povertà senza pari,
nonostante gli anni
di sfortune, stenti e malanni,
non aveva perso la fede in Dio
né il sonno né i sogni
che dormendo
vanno in scena nella testa…
così fu in sogno che ricevette
l’ordine celeste
d’andare a Praga a cercare
un tesoro proprio per lui nascosto
sotto il ponte di pietra
che porta a palazzo reale.
sognò il comando per tre volte,
sempre identico.
a quel punto, si fece coraggio
e a piedi dolenti
affrontò quel viaggio.
giunto al ponte nel sogno indicato
notò
che da tre guardie permanenti
era presidiato:
gli si smontò il coraggio
rapidamente come gli era montato:
di scavare sotto il naso
delle sentinelle belle belle
non osò:
prese a gironzolare
sbirciando ogni tanto
come uno che non ha niente
da fare:
gironzolava e sbirciava
dall’alba al tramonto
nei pressi del ponte:
a un bel momento una guardia,
senza antipatia, lo vociò:
«ehi, tu! perso qualcosa?
‘spetti qualcuno? serve aiuto?
o è solo un tuo passatempo?».
Eisik raccontò alla sentinella
per filo e per segno
il comando ricevuto in sogno.
la guardia sbellicò,
poi riprese un po’ di fiato
dopo le risa
e in tal modo lo motteggiò:
«eh, stai fresco bello mio
a seguire i tuoi sogni!
allora… sragionassi come fai tu
io avrei dovuto dar retta
al sogno che mi suggeriva
d’andare a Cracovia di furia, di fretta:
in casa d’un ebreo sognatore,
tale Eisik, figlio d’un Jekel,
a cercare sotto la stufa un tesoro…
ma… dai!
da Eisik, figlio di Jekel, ma scherzi!?
ah, ah! mi ci vedo davvero:
metter sottosopra una a una
le case dei giudei
in una città dove, come san tutti,
metà degli ebrei si chiamano Eisik
e l’altra metà Jekel!».
e giù a scompisciarsi ancora
come un matto,
dandosi sonore manate sulle cosce robuste.
Eisik – tutto rosso, mezzo imbarazzato
e mezzo offeso –
girò sui tacchi, prese il suo bastone
e verso casa si rimise in cammino:
giunto alla sua misera stanza,
neanche dovette cercare:
a colpo sicuro trovò
il tesoro e lo dissotterrò.
con quello, presto,
una sinagoga bella costruì:
“Scuola Reb Eisik, figlio di Reb Jekel”
la nominò.
tutta ‘sta storia fu il modo più filato,
chiaro e diritto
che Rabbi Bunam trovò
per far afferrare ai giovanottelli
in vista della maggior età
la seguente vera e importante
verità:
quello che cerchi
per certo
in nessun posto del mondo sta,
ma quello che cerchi
in un certo posto, di sicuro, è già.
.-.
Nell’immagine: Marc Chagall, Etude pour l’introduction au theatr de chambre juif (1920)