Il reato di tortura e i governi italiani che passano

un testo del Comitato Paul Rougeau da rileggere pensando al prima (Genova 2001) e a tutto il dopo, compresa la legge del 2017

Il meglio del blog-bottega /235…. andando a ritroso nel tempo (*)

 

INCREDIBILE: DI NUOVO LA STORIA DELLA TORTURA RIPETUTA!   

Da un quarto di secolo non si riesce ad introdurre nel Codice penale italiano il reato di tortura.

Il 14 giugno scorso la Quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne inflitte dalla Corte d’Appello di Genova il 5 marzo 2010 per le violenze perpetrate dalle “forze dell’ordine” nella caserma di Bolzaneto, in occasione del G8 di Genova del 2001. Vi sono state 7 condanne, 33 prescrizioni del reato, 4 assoluzioni (1).

La Corte di Cassazione, ha definito le violenze commesse nella caserma di Bolzaneto: «Un mero pretesto, un’occasione per dare sfogo all’impulso criminale». Non ci risulta però che qualcuno dei 7 condannati sia finito in carcere. Ciò dipende dalla lieve entità delle pene ricevute, conseguenza della mancanza del reato di tortura, e di relative adeguate sanzioni, nel nostro ordinamento.

L’Italia, nel lentissimo cammino per adeguarsi alla «Convenzione Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti», ha appena prodotto un progetto di legge per introdurre il reato di tortura nel nostro codice penale. Amnesty International Italia ha rilevato ancora una volta l’enorme ritardo nell’adozione di tale trattato riguardante i diritti umani, messo a punto nel 1984 ed entrato in vigore il 26 giugno 1987, sottoscritto e mai ratificato dall’Italia.

Non solo, nel testo del disegno di legge unificato presentato dal relatore Nico D’Ascola il 17 settembre è stato inserito all’ultimo momento e quasi di soppiatto l’avverbio “PIÙ”. Un’operazione del genere fece fallire l’introduzione del reato di tortura nove anni fa!

«Secondo l’ultimo testo unificato del disegno di legge […] per esservi tortura vi sarebbe infatti bisogno che vengano commessi ‘più’ atti di violenza o di minaccia’. Un solo atto del genere potrebbe dunque consentire di evitare una condanna. Si tratta di una definizione che ricorda tristemente una formulazione proposta nel 2004 dalla parlamentare della Lega Nord Carolina Lussana», si legge in un comunicato congiunto di Amnesty e di Antigone.

Amnesty e Antigone si appellano alla Commissione Giustizia per ottenere una revisione del progetto di legge in modo che contenga una definizione di tortura conforme a quella delle Nazioni Unite.

«Nel caso della proibizione legale della tortura il lavoro del parlamento può e deve essere facilitato dai testi internazionali. La definizione dell’articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984 non richiede sforzi di fantasia da parte del legislatore. E’ necessaria, piuttosto, una seria volontà politica, che purtroppo nell’ultimo quarto di secolo e’ mancata» hanno sottolineato Amnesty International Italia e Antigone.

Nel disegno di legge italiano – come ha rilevato Luigi Manconi presidente della Commissione Diritti Umani del Senato – vi è inoltre un’altra singolarità: la tortura è considerata un reato comune e non un abuso di potere delle istituzioni, togliendole una caratteristica peculiare menzionata in tutti gli enunciati riguardanti la tortura e, di conseguenza, la possibilità di mordere adeguatamente sulle istituzioni.

(1) vedi articolo nel numero 206 del «Foglio di collegamento»

Il testo pubblicato in “bottega” – nell’ottobre 2013 – era ripreso dal numero 208 (settembre 2013) del «Foglio di collegamento» del Comitato Paul Rougeau. Noi riprendiamo ogni mese almeno un articolo o un appello da questo notiziario che è nato per sostenere l’abolizione della pena di morte ma a volte allarga il suo impegno a temi connessi.

COSA E’ SUCCESSO DA ALLORA – NOTA DELLA “BOTTEGA”

Nel luglio 2017 la Camera ha approvato il disegno di legge che introduce il reato di tortura con 198 voti favorevoli, 35 contrari e 104 astenuti. Il ddl – prima firma Luigi Manconi – era stato approvato dal Senato con lo stesso testo, quindi è diventato legge. Cfr qui: Legge 14 luglio 2017, n. 110 – Wikipedia. La legge sul reato di tortura è stata sostenuta dal PD e da Alternativa Popolare (il partito di Angelino Alfano) mentre hanno votato contro Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia; si sono astenuti il Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Scelta civica e Articolo 1.

Tutto bene? No, ci sono moltissime critiche al testo approvato. Chi volesse farsene un’idea legga questo testo di Amnesty: Introduzione del reato di tortura in Italia – le domande frequenti …

LE VIGNETTE – SCELTE DALLA “BOTTEGA” – SONO DI MAURO BIANI.

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché oltre 17mila e 700 articoli (avete letto bene: 17 mila e 700) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

Redazione
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