Il settembre nero della Lombardia

Forza Nuova a Cantù, Casa Pound a Milano: due raduni fra antisemismo e concerti nazi. La risposta antifascista

di Saverio Ferrari e Marinella Mandelli (*)

fascistiEfogne

L’hanno già ribattezzato «il settembre nero» della Lombardia. Due gli appuntamenti, in contemporanea, da venerdì 11 a domenica 13 settembre a Cantù e a Milano. Il primo è promosso da Forza nuova, un meeting internazionale, il terzo dopo quelli del 2013 e 2014, che avevano visto la partecipazione di esponenti di formazioni di estrema destra, neonaziste e ultracattoliche provenienti da diversi Paesi europei, dal British national party alla spagnola Democracia Nacional all’Hivm ungherese alla francese Jeune nation.

Quest’anno è già stato preannunciato, fra gli ospiti, l’arrivo di una delegazione di Rinascita nazionale polacca (Narodowe odrodzenie polski), la più vecchia tra le formazioni della destra radicale di questo Paese, legata al circuito di Blood and Honour, il cui simbolo è stato ripreso da una formazione antisemita degli anni Trenta, la Falange nazional-radicale. Lo slogan che ultimamente contraddistingue il Nop non lascia spazio ad equivoci: «Fascismo? Noi siamo peggio!».

L’anno passato i dibattiti si erano principalmente incentrati sull’immigrazione contro lo Ius soli, oltre che contro l’aborto e l’omosessualità in difesa della famiglia tradizionale. Ora, con un manifesto che rimanda graficamente al mito delle Termopili, dal titolo «300 per l’Italia. Forgiare le armi per le battaglie di oggi e di domani», si vira più verso uno stage di formazione interna.

Il luogo è sempre lo stesso, il «Campo solare», una struttura comunale messa a disposizione dal sindaco Claudio Bizzozero, a guida di una giunta composta da liste civiche che nella primavera del 2012 riuscirono a prevalere su tutti gli altri schieramenti. Un sindaco che è riuscito, dando spazio ai fascisti, a conquistarsi indubbi momenti di notorietà. Anche in questa occasione, come in passato, porterà, ne siamo certi, il benvenuto dell’amministrazione comunale ai partecipanti della tre giorni di Forza nuova, inanellando sproloqui circa la libertà di pensiero, magari facendosi nuovamente fotografare sotto una grossa croce celtica utilizzata come inse­gna del festival.

La vera novità, a differenza degli anni precedenti, è rappresentata dal fronte antifascista che è andato a costituirsi su un appello comune dal titolo «No al festival neonazista a Cantù», amplissimo e trasversale, composto da moltissime sezioni dell’Anpi, che hanno aderito anche a livello regionale e nazionale, da diversi partiti politici (Pd, Prc, Pdci e Sel), dalle principali organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Usb) e da moltissime associazioni. Più di duecento, al momento, le adesioni collettive.

Una risposta che ha puntato a sensibilizzare la cittadinanza, costretta ancora una volta a tollerare la presenza di centinaia di neofascisti guardati a vista da plotoni di poliziotti in tenuta antisommossa, con prese di posizione, comunicati, volantinaggi ai mercati, interrogazioni parlamentari. La mobilitazione sfocerà alla fine, sabato 12, in una pubblica assemblea nella sala del consiglio comunale.

Il secondo appuntamento, a Milano, sarà invece organizzato da Casa Pound che qui vorrebbe tenere il suo festival nazionale.

Il luogo è ancora rigorosamente tenuto segreto. Si sa di richieste per svolgere parte delle iniziative nelle strutture di alcuni comuni della provincia. Richieste avanzate da associazioni collaterali a Casa Pound. Secondo le previsioni dovrebbero comunque confluire almeno duemila persone.

Nel programma fatto filtrare, in evidenza la serata del 12 con un concerto nazi-rock (in cartello i Zetazeroalfa, i Drizzatorti e i Ddt, con il simbolo dell’organizzazione nazista Todt approntata nel secondo conflitto mondiale per costringere al lavoro coatto nei territori occupati) mentre il giorno precedente il clou sarebbe rappresentato da uno spettacolo di burlesque con cena su prenotazione. Siamo sul volgare andante. Nulla al momento si conosce dei dibattiti e degli ospiti invitati.

Dopo Lecce, dove si tenne l’edizione precedente, con scorribande in città di teste rasate, aggressioni, risse e arresti (fra l’altro anche di dirigenti milanesi) si è alzato un certo allarme.

L’amministrazione comunale milanese per bocca del suo assessore alla sicurezza, Marco Granelli, ha espresso il no della giunta Pisapia e ha chiesto la convocazione urgente in prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Secondo indiscrezioni questura e prefettura sarebbero orientate a spostare l’evento fuori città.

Il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia, ha scritto al governo, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ai presidenti di Camera e Senato, per invitare le «istituzioni democratiche» a porre un limite al dilagare di queste manifestazioni.

Le reazioni dei giornali di destra («Libero» e «Secolo d’Italia») sono state tanto immediate quanto violente e offensive nei confronti dei «pensionati dell’Anpi», in difesa dei «bravi ragazzi di Casa Pound» che si occupano di «politica, cultura, solidarietà e sport», dimentichi del numero ormai esorbitante di condanne, anche recentissime, di numerosi loro esponenti per atti violenti gravissimi. L’ultimo in luglio a Viterbo con pene da quattro a tre anni di carcere a quattro dirigenti per un raid squadristico ai danni di giovani dei centri sociali.

Il fatto è che Milano e la Lombardia si confermano come la città e la regione più «nere» d’Italia. Impressionante l’elenco di convegni, concerti, raduni neonazisti, spesso a carattere internazionale, degli ultimi due-tre anni.

Quasi impossibile ricordarli tutti, dal concerto del 20 aprile 2013 a Malnate (Varese) per il compleanno di Adolf Hitler a quello del 15 giugno dello stesso anno a Rogoredo (un quartiere di Milano) promosso dagli Hammerskin con neonazisti da tutta Europa, al convegno milanese di Casa Pound con Alba dorata del 15 marzo 2014, al 1° novembre, con l’ennesimo concerto nazi nei pressi di Trezzano, con arrivi da Germania, Austria e Finlandia. E già si prepara un nuovo appuntamento, l’Hammerfest 2015, per la fine di novembre.

Sarebbe davvero ora di mettere la parola fine.

(*) Saverio Ferrari è autore di libri molto importanti sui nuovi fascismi (recensiti anche qui in “bottega”) e dirige l’«Osservatorio sulle nuove destre» che resta un fondamentale e aggiornatissimo punto di riferimento su un fenomeno sociale, politico ma anche criminale che i principali media, da anni, si guardano bene dal raccontare seriamente. Questo articolo – suo e di Marinella Mandelli – è apparso sul quotidiano «il manifesto».

 


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