Il sol dell’Avvenire

23esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega

Qualche giorno fa ho ascoltato le parole di Salvini: «Certi giornali come Avvenire possono fare a meno di usufruire dei fondi pubblici e se scrivono cose strane è bene che si cerchino altri lettori». In questo periodo sto leggendo un libro sulla marcia fascista su Roma nel 1922. Mi vengono da fare rimandi e raffronti. Il primo, forse il più banale: quello di Salvini è uno stile (ma vale a volte anche per Di Maio) tipicamente fascista; anche Mussolini a un certo punto proibì la pubblicazione di giornali non ideologicamente asserviti all’ideologia fascista (e sempre “il Duce” fece esautorare don Luigi Sturzo dal Partito Popolare perché fra i pochi che si rifiutavano di collaborare con i fascisti). In realtà quel che sta succedendo in Italia accade anche in altri Paesi a guida “populista” e Trump ne è l’esempio più lampante: da quando è stato eletto ha iniziato ad accanirsi contro i giornalisti non allineati, come mai era successo dal dopoguerra. In Italia però, in base al decreto che taglierebbe i Fondi per il pluralismo dell’informazione, sono minacciate molte testate giornalistiche e radiofoniche: fra le altre il quotidiano «il manifesto» e Radio Radicale, oggettivamente indipendenti dai Palazzi. Fra l’altro Radio Radicale ha una rassegna stampa che si chiama «Stampa e regime» (ironia della sorte). E sono minacciate molte pubblicazioni di area cattolica, fra cui appunto Avvenire e testate locali.

Mi concentro su Avvenire anche perché sfrontatamente Salvini l’ha citato. Da un po’ di tempo volevo scrivere qualcosa sulla partecipazione politica dei cattolici laici, sulle voci critiche di area cattolica (che hanno latitato ma forse cominciano a venir fuori negli ultimi tempi) insomma, su quel mondo che fino a 25 anni fa era molto presente e resistente ma poi, con l’avvento del papa polacco (pacco pacco papa polacco era uno slogan di circa 25 anni fa) iniziò la restaurazione: la teologa Adriana Zarri ebbe a definire papa Woytila «un carro armato». E fu proprio un carro armato per tutta la galassia di preti e di esperienze laiche e cattoliche che lottavano per una Chiesa povera con i poveri, per il Vangelo vissuto come grimaldello per smascherare ingiustizie e combatterle; una chiesa del grembiule, tanto per rievocare don Tonino Bello.

Cerco di non perdere il filo del discorso: Salvini attacca Avvenire, in modo molto bieco, sfacciatamente elettoralistico perché – come ha detto Ascanio Celestini – Salvini non è un ministro ma «un contatore» (di voti). Quindi siccome Avvenire denuncia la vergogna del Decreto Sicurezza e la miopia del governo gialloverde, ecco Salvini attaccare Avvenire, con lo stesso spirito – la convenienza – di quando teneva in mano il rosario durante l’ultimo comizio a Milano nella campagna elettorale di sei mesi fa: per contare i voti. Ci sarebbero da citare le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, a pagina 9 di Avvenire del 9 dicembre («Bassetti: una grande rete per l’Italia»). Bassetti ha citato Giorgio La Pira e le parole (legate alla pratica) fatte proprie da don Lorenzo Milani ma che scopro essere «un’intuizione del teologo svizzero Karl Barth che invitava ciascun cristiano ad avere in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale» . Io trovo Avvenire in parrocchia, spesso “abbandonato” perché il prete che lo riceve … non so manco se lo legge lui. Oggi quando gli ho detto che Avvenire è «sotto attacco» il prete mi ha risposto prontamente (confermando il sospetto che fosse un anti Bergoglio): «Eh, se criticano il governo invece di starsene zitti!». Fortunatamente non tutti i preti che ricevono Avvenire sono così avversi … all’Avvenire!

Tutto ciò, uscendo dal caso singolo, porta a un’osservazione: leggere il giornale e soprattutto farlo con una coscienza sociale e dalla parte di chi non ha difese (a suo modo Avvenire fa questo tipo di servizio, insieme a «il manifesto» e a Radio Radicale) ha sempre dato fastidio al potere. La cosa più interessante però è quello che potrebbe derivare: se riemerge un mondo di cattolici e laici finora latitanti e disinnescati dal papa polacco… Forse è questa una delle paure più grandi di Salvini e tanti altri alienati e alienanti al potere e nel sottobosco dei Palazzi. Lo estendo al mondo laico: quelli che votano sono poco più del 50%, c’è un mondo sommerso laico e cattolico, che trova poca visibilità, ma credo stia venendo a galla. Lo temono i Salvini e i pentastellati: forse è un buon segno che reagiscano così, vuol dire che hanno i piedi di argilla mentre il cervello e il cuore sicuramente sono spenti o comunque sfasati.

QUESTO APPUNTAMENTO

Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]

LE VIGNETTE – scelte dalla “bottega” – SONO DI MAURO BIANI

Redazione
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