In piazza contro il fascismo di Erdogan e dell’Isis
Al fianco del popolo curdo: appuntamenti, proposte, analisi, indicazioni per il futuro (e a Napoli Capodichino bloccano un volo verso la Turchia). Senza dimenticare che l’Italia arma il boia Erdogan
OGGI
ANCONA – TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA DI ERDOGAN!
CONDANNIAMO LA GUERRA DELLA TURCHIA CONTRO LE POPOLAZIONI CURDE E L’INTEGRITA’ TERRITORIALE DELLA SIRIA
E’ necessario che alte si levino la protesta e la condanna di questa ennesima violazione del diritto internazionale da parte di un esercito potente e prepotente della Nato.
Auspichiamo che il popolo curdo, il popolo siriano e tutti i popoli della regione si uniscano in un fronte comune di lotta contro l’imperialismo e l’aggressione turca, per il rispetto dell’indipendenza e dell’integrità territoriale della Siria e l’autonomia della regione curda.
PRESIDIO SABATO 12 OTTOBRE, 0RE 18 PIAZZA ROMA AD ANCONA
Promotori: Altra Idea di Città, USB, Comitato NO Guerra No Nato Ancona, Laboratorio Sociale, Festa dei Popoli, Terza Via, Potere al Popolo, PCI.
Un altro presidio, organizzato da Ambasciata dei Diritti Marche e Movimento antirazzista Marche si terrà alle 11 in Piazza della Repubblica.
A Imola
Il Comitato Pace e diritti del circondario imolese aderisce alla giornata mondiale di protesta contro l’attacco turco nel nord della Siria di cui è vittima il popolo curdo, per chiedere l’immediata cessazione dell’aggressione militare e invita pertanto a prendere parte al presidio che si terrà domani, sabato 12 ottobre, alle ore 10.30 in piazza Caduti della Libertà a Imola.
A ROVIGO manifestazione sabato 12 ottobre in Piazza Garibaldi dalle 10 alle 12 con gazebo per esigere il cessate il fuoco; organizza Rete Kurdistan Polesine.
ALTRI APPUNTAMENTI e AGGIORNAMENTI
su #iostoconicurdi su Twitter e su #riseup4rojava su Twitter
Qui le donne curde chiamano alla mobilitazione
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FILMATI
Qui l’azione all’aeroporto di Napoli Capo d’Ichino:
e
Qui la manifestazione di giovedì a Bologna: https://www.zic.it/erdogan-assassino-diventa-corteo-il-presidio-per-il-rojava-fotoaudiovideo/?fbclid=IwAR34XdIMvYXDnoM2uDnOerue8UcrNUVTb4AnEmoP8zdNIJU5EZbAK0Z2CiE
APPELLI E ANALISI: E IN PRIMO PIANO LE ARMI ITALIANE AL BOIA ERDOGAN di cui i “grandi media” tacciono
di Gianluca Cicinelli
Rete Disarmo: stop ad armi italiane verso la Turchia dopo inizio bombardamenti in Siria
Dalla parte delle ragazze curde
Il turco Erdogan colpisce il territorio curdo-siriano per riversare morte e qualche milione di profughi: del folklore con cui la stampa internazionale ha accompagnato la “guerra delle ragazze curde” non resta più nulla. Eppure quelle che rischiano di essere spazzate via in questo ennesimo sanguinoso capitolo contro i curdi sono proprio le grandi conquiste delle donne…
di Vichi De Marchi
Si fidano di noi e noi di loro | Estreme Conseguenze
AMNESTY INTERNATIONAL: “OFFENSIVA MILITARE TURCA RISCHIA DI PROVOCARE UNA CATASTROFE UMANITARIA”
Amnesty International ha denunciato il rischio che l’offensiva militare turca nel nordest della Siria abbia devastanti conseguenze sul piano umanitario e destabilizzi ulteriormente la regione.
“Le ostilità limiteranno l’accesso agli aiuti umanitari e porteranno la popolazione civile, già vittima di anni di violenze e di sfollamento, sull’orlo della disperazione”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa.
“Per minimizzare l’impatto sulla popolazione civile delle loro operazioni militari, è fondamentale che le forze turche rispettino i loro obblighi di diritto internazionale umanitario. La Turchia deve assicurare che i civili in fuga dal conflitto possano trasferirsi in zone più sicure, anche all’interno del confine turco, per chiedere protezione internazionale”, ha aggiunto Struthers.
“L’offensiva militare è accompagnata da una durissima repressione del dissenso e dalle censura nei confronti dei media turchi. Sono stati eseguiti arresti e sono state aperte indagini, ai sensi delle leggi contro il terrorismo, nei confronti di chi ha criticato l’operazione militare”, ha aggiunto Struthers.
“Stroncare le critiche e minacciare di arresti e processi i giornalisti e gli utenti dei social media è inaccettabile, costituisce una violazione del diritto internazionale dei diritti umani e non farà sparire per magia la brutale realtà dell’offensiva militare in corso”, ha concluso Struthers.
Roma, 11 ottobre 2019
Dalla parte del popolo curdo
Fermare l’invasione turca della Siria. Arci, Anpi, Cgil, Legambiente inviano una lettera appello al presidente del consiglio Conte, alle istituzioni italiane ed europee affinché si attivino per avviare forte e decisa azione diplomatica
di Arci, Anpi, Cgil e Legambiente
Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili. È quanto si legge in una lettera inviata da Arci, Anpi, Cgil e Legambiente al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, alla Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
A seguito delle improvvide dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che annunciavano il ritiro delle truppe americane da quei territori, anche se oggi smentite, il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio – prosegue la lettera – ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale.
L’esercito – sottolineano Arci, Anpi, Cgil, Legambiente – formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori.
Per Arci, Anpi, Cgil, Legambiente la comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e la serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti.
Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica affinché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca Leggi tutto: http://www.radioarticolo1.it/articoli/2019/10/10/8688/dalla-parte-del-popolo-curdo
Il sultano Erdogan scatena la guerra per mantenersi al potere
di Salvaore Palidda
Tanti sono gli esempi di sovrani cioè dominanti che inventano o costruiscono un nemico di turno (sia esso interno o esterno) e quindi scatenato la guerra contro di questo quando il loro potere traballa. Lo stato di guerra diventa una sorta di stato di eccezione in cui il potere si arroga ogni facoltà di ridurre i diritti fondamentali dei cittadini sino all’abuso e a instaurare la sua dittatura assoluta.
Erdogan ha fondato il suo potere sul ricorso continuo al nemico di turno per invocare il dovere di tutti i cittadini a star dietro di lui nella guerra che scatena contro questo nemico che dice lui minaccia gli interessi vitali del popolo e quindi della Turchia. Da sempre ha designato i curdi come il nemico della Turchia, poi ha giocato su un tentativo abortito di colpo di stato per scatenare la guerra contro i traditori seguaci del suo ex-sodale Gulen. Ma la sua gestione del paese s’è mostrata sempre più catastrofica in particolare dal punto di vista finanziario ed economico mentre lui continauva la sua folle corsa allo spreco fra l’latro facendosi costruire un palazzo imperiale senza pari a livello mondiale. Ha anche preteso erigersi a capo dell’islam turco arrogandosi il potere di nominare i suoi imams il che ha susciatto lo sconcerto degli imams “canonici”. Ed è approdato a un tale degrado della sua popolarità che ha perso clamorosamente le elezioni nella città che una volta era un suo feudo cioè Istanbul e anche in altre importanti città fra le quali la stessa capitale Ankara. In altre parole, messo al muro da tutti i lati eccolo escogitare quella che si illuse sarà la sua carta vincente : la guerra contro i Curdi in Siria e un’espansione territoriale che li possa dare l’accesso al gas e al petrolio che stanno appunto nel territorio curdo e anche in Armenia. Il suo pari capo di stato ignobile Trump gli ha dato il benestare anche se dopo sembra aver detto che non è stata una buona scelta. Ma la Turchia gioca sul suo ruolo indiscutibile nel dispositivo NATO e come compratore di armi americane e anche italiane. Di fronte alla rezione alquanto ostile da parte della maggioranza dei paesi europei il sultano Erdogan ha sfornato di nuova la minaccia di costringere i rifugiati che s’è trattenuto in Turchia in cambio di 6 miliardi di euro e della sua libertà di farne dei neo-schiavi. Ma pare difficile che l’UE abbia la dignità di condannarlo per la sua guerra in Siria visti i tanti interessi di multinazionali europee in Turchia a cominciare da quelli della lobby degli armamenti e dell’auto (si pensi a tutte le marche europee delocalizzate a soprattutto a Bursa e anche alle grandi marche dell’abbigliamento). Detto ciò non è escluso che questa guerra possa trsformarsi nella tomba politica del sultano Erdogan non appena il procedere delle operazioni comincerà ad andare storto mentre la crisi finanziaria della Turchia approderà al crollo (oggi un euro vale 6,49 lire turche, dieci anni fa il cambio era 1 a 1).
La resistenza dei combattenti curdi sarà sicuramente tenace e ancora di più se sostenuta con ogni mezzo da una vera solidarietà internazionale
ALTRE PROPOSTE
Contro l’invasione turca, usiamo il boicottaggio
Faccio mia la proposta della Rete Kurdistan Italia: collaboriamo a fermare lo sterminio turco contro i curdi col boicottaggio economico: i dollari dei turisti e dei partner commerciali finanziano la guerra contro il popolo curdo. La Turchia è al 15° posto mondiale per le spese militari e l’Italia è il suo terzo fornitore di armi dopo Usa e Spagna.
Grazie ai 6 miliardi di euro dell’accordo Ue-Turchia sui profughi, la Ue finanzia il riarmo e le pretese egemonicheturche in Medio Oriente. La Turchia, pur nella Nato, è tra i principali sostenitori dei taglia-gole dell’ISIS, con i quali traffica in petrolio e armi.
Mentre immagini idilliache di sole, mare e spiagge delle regioni costiere turche vendono l’idea di un paradiso del villeggiante, le entrate dei turisti stranieri sono investite in cecchini, missili F16 e gas lacrimogeni nelle regioni curde.
Per questi motivi, è giusto boicottare la Turchia, paese militarizzato che occupa l’Anatolia curda, per distruggerne identità, cultura, istituzioni, procurando migliaia di morti e prigionieri.
Non scegliamo la Turchia come meta turistica perché ogni soldo speso dai turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la sua massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti architettonici storici, e, naturalmente, la vita delle persone che vi abitano. Questo può contribuire a fermare la guerra e sostenere la nascita di paese democratico, rispettoso dei diritti umani e delle minoranze.
Si possono inoltre boicottiamo le aziende italiane che operano in Turchia e le aziende turche che vendono i loro prodotti (soprattutto alimentari) in Italia.
Michele Boato, presidente Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Grande ed attiva partecipazione all’evento catanese a sostegno del popolo Curdo. Venerdì pomeriggio ( 11 lottobre ) circa quattrocento persone – moltissime/i le ragazze e i ragazzi – sono stati presenti al sit-in cella centralissima piazza Stesicoro. Poi, dopo una permanenza di oltre 1 ora, si è costituito un corteo in via Etnea, fino alla Prefettura. In maniera molto intensa è stata manifestata la netta contrarietà alla guerra di invasione scatenata dalla Turchia di Erdogan e viva solidarietà al popolo Curdo.
COMUNICATO RETE KURDISTAN SARDEGNA SULL’INVASIONE TURCA DELLA SIRIA
DEL NORD E DELL’EST PER LA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO
LE BASI MILITARI A CAPO FRASCA E CHIAMATA PER UN’ASSEMBLEA GENERALE,
MARTEDì 15 OTTOBRE, ORE 18.00 CAGLIARI
La nostra determinazione a lottare per la liberazione della Sardegna
delle servitù, dalle politiche e dalle economie di guerra è oggi
accompagnata dal grido di lotta e dolore dei popoli della Siria del Nord
e dell’Est. Purtroppo, oggi, il Rojava e il nord-est della Siria sono
sotto il feroce attacco militare della Turchia: sotto il suo
bombardamento dal cielo e da terra, con il supporto di numerose forze
jihadiste e di ciò che rimane dell’ISIS.
Le potenze internazionali e gli stati tacciono quasi tutti, più
preoccupati dei loro interessi mercantili, dei traffici di armi e di
mantenere buone relazioni con gli aggressori, si limitano a generiche
dichiarazione di “preoccupazione”, “scongiuri” e ipocriti inviti
a non superare imprecisati limiti, di fatto lasciano via libera al
genocidio di quei popoli per mano dell’alleato turco.
Noi dedichiamo perciò questa giornata di lotta e tutte le altre che
porteremo avanti in futuro alla resistenza del popolo kurdo assieme al
riconoscimento che quella resistenza è lotta per la civiltà, per la
libertà e per la democrazia del mondo intero.
Oggi siamo, però, in piena emergenza in quelle aree; l’aggressione
avanza velocemente e con sempre maggiore intensità. Riceviamo da un
compagno internazionalista questo messaggio:
_“Siamo attualmente una decina di internazionalisti a combattere a
Serekaniye al fianco dei nostri compagni kurdi, arabi, turchi, armeni e
assiri. Questo sarà sicuramente il mio ultimo messaggio. _
_L’aviazione e l’artiglieria turca ci bombarda senza sosta. Dei
gruppi islamisti e degli agenti turchi si sono infiltrati tra le nostre
linee. Non so quanto potremo resistere._
_Non ci interessa del vostro supporto (a parole). Vogliamo delle azioni!
Se gli stati imperialisti non sono in grado di uscire dalla loro
vigliaccheria per salvarci, noi contiamo sui nostri amici rivoluzionari
per vendicarci. _
_CI SONO DEI BERSAGLI. DISTRUGGETELI._
_Serhat Tiqqun, 11 ottobre 2019_”
Rispondiamo a questa richiesta con l’appello per unirci per:
1. Pretendere dallo stato italiano e dagli altri stati europei il
ritiro delle proprie rappresentanze e la cessazione delle relazioni
diplomatiche con la Turchia;
2. Far sì che il consiglio regionale della Sardegna e i consigli
comunali sardi riconoscano la Federazione della Siria del Nord e
dell’Est, condannino l’invasione da parte dello stato turco e
discutano mozioni di solidarietà verso il popolo kurdo;
3. Far sì che tutte le forze sociali e politiche promuovano
iniziative e azioni solidali verso la Sirai del Nord e dell’Est;
4. Far sì che smetta ogni tipo di esercitazione militare in
Sardegna dell’esercito turco e di tutti quegli eserciti che sfruttano
il territorio sardo per i loro giochi di guerra.
Proprio per questi motivi chiamiamo a raccolta tutte e tutti coloro i
quali credono in una società opposta a quella basata sul capitalismo
imperante, che credono in una società basata sul ruolo centrale della
donna, sulla convivenza pacifica e democratica dei popoli e sulla difesa
e salvaguardia dei territori, ad un’assemblea che si terrà a
Cagliari, martedì 15 ottobre, alle ore 18.99 nell’androne della
Facoltà di studi umanistici (Magistero, “Sa Duchessa”, via Is Mirrionis 1, Cagliari)
—
Rete di Solidarietà con la Resistenza Kurda in Sardegna
Facciamo sentire all’unisono contro l’aggressione turca al popolo kurdo , l’unico che si è battuto oltre che per la propria causa nazionale anche contro i tagliagole dei fascisti islamici strumento degli interessi delle potenze turche, ed arabe nella regione .
Giuseppe Chimisso per Associazione Skanderbeg della comunità albanese ed arbresh di Bologna