invito alla lettura di Danilo Kis

di franz (*),

non ha scritto moltissimo, e però è tutto da leggere, ha scritto molti racconti, le cose minori sono bellissime, le altre, non poche, sono capolavori che se ti lasciano indifferente sei già morto.

si può iniziare con questi consigli, per farsi un’idea, e buona lettura.

Consigli a un giovane scrittore – Danilo Kiš

Coltiva il dubbio riguardo alle ideologie e ai princìpi dominanti.
Tieniti a distanza dai princìpi.
Fai attenzione a non inquinare la tua lingua con quella delle ideologie.
Persuaditi di essere più forte dei generali, ma non ti misurare con loro.
Non credere di essere più debole dei generali, ma non ti misurare con loro.
Non credere nei progetti utopistici, salvo in quelli che concepisci tu stesso.
Mostrati ugualmente fiero davanti ai principi e alle folle.
Abbi la coscienza tranquilla riguardo ai privilegi che ti conferisce il tuo mestiere di scrittore.
Non confondere la maledizione della tua scelta con l’oppressione di classe.
Non essere ossessionato dalle urgenze storiche e non credere nella metafora dei treni della storia.
Non saltare, quindi, sui “treni della storia”: è solo una stupida metafora.
Ricordati sempre di questa massima: “Chi centra l’obiettivo sbaglia tutto”.
Non scrivere reportage sui Paesi che hai visitato come turista; non scrivere affatto reportage, non sei un giornalista.
Non credere alle statistiche, ai numeri, alle dichiarazioni pubbliche: la realtà è ciò che non si vede a occhio nudo.
Non visitare le fabbriche, i kolchoz, i cantieri: il progresso è qualcosa che non si vede a occhio nudo.
Non ti occupare di economia, di sociologia, di psicoanalisi.
Non seguire le filosofie orientali, lo zen, il buddhismo, ecc., hai cose più importanti da fare.
Sii cosciente che la fantasia è sorella della menzogna, e perciò pericolosa.
Non ti associare con nessuno: lo scrittore è solo.
Non credere a quelli che dicono che questo è il peggiore dei mondi.
Non credere ai profeti, perché tu sei profeta.
Non fare il profeta, la tua arma è il dubbio.
Abbi la coscienza tranquilla, i principi non ti riguardano: sei tu un principe.
Abbi la coscienza tranquilla, i minatori non ti riguardano: sei tu un minatore.
Sappi che quel che non hai detto ai giornali non è perduto per sempre: è la torba.
Non scrivere a comando sui fatti del giorno.
Non scommettere sull’istante, te ne pentiresti.
Non scommettere neanche sull’eternità, te ne pentiresti.
Sii insoddisfatto del tuo destino, solo gli imbecilli sono soddisfatti.
Non essere insoddisfatto del tuo destino, sei un eletto.
Non cercare scuse morali per coloro che hanno tradito.
Guardati dalla “terrificante coerenza”.
Guardati da false analogie.
Credi a coloro che pagano cara la propria incoerenza.
Non sostenere la relatività di tutti i valori, la gerarchia dei valori esiste.
Accogli con indifferenza le ricompense dei principi, ma non fare nulla per meritarle.
Convinciti che la lingua in cui scrivi è la migliore di tutte, poiché non ne hai un’altra.
Convinciti che la lingua in cui scrivi è la peggiore di tutte, anche se non la cambieresti con nessuna.
“Ma perché sei freddo, e né caldo né freddo, io sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap. 3,16).
non essere servile, i principi ti prenderanno per un usciere.
Non essere presuntuoso, sembreresti l’usciere dei principi.
Non ti lasciar persuadere che quel che scrivi sia socialmente inutile.
Non credere che quel che scrivi sia un lavoro “socialmente utile”.
Non credere di essere tu stesso un membro utile alla società.
Non farti convincere che per questo sei un parassita della società.
Credi che un tuo sonetto valga più delle dissertazioni dei politici e dei principi.
Fatti un’opinione personale su tutto.
A te le parole costano poco.
Le tue parole sono le più preziose.
Non parlare a nome della tua nazione, chi sei tu per pretendere di rappresentare chiunque, oltre te stesso?
Non stare all’opposizione, tu non sei di fronte, sei sotto.
Non ti mettere accanto al potere e ai principi, tu sei al di sopra.
Combatti le ingiustizie sociali, senza farne un programma.
Non permettere che la lotta contro le ingiustizie sociali ti distolga dal tuo cammino.
Conosci l’opinione altrui e poi dimenticala.
Non fare un programma politico, non fare alcun programma, tu crei dal magma e dal caos del mondo.
Guardati da chi ti propone soluzioni finali.
Non essere lo scrittore delle minoranze.
Rimettiti in questione, appena una comunità cerca di adottarti.
Non scrivere per il “lettore medio”: tutti i lettori sono medi.
Non scrivere per l’élite, l’élite non esiste, l’élite sei tu.
Non pensare alla morte e non dimenticare che sei mortale.
Non credere all’immortalità degli scrittori, sono fesserie da professori.
Non essere serio in modo tragico, è una cosa comica.
Non fare il commediante, i boiardi sono abituati al divertimento.
Non fare il buffone di corte.
Non credere che gli scrittori siano “la coscienza dell’umanità”: hai già visto troppe canaglie.
Non farti persuadere che sei niente e nessuno: hai già sperimentato che i principi hanno paura dei poeti.
Non andare incontro alla morte per nessuna idea e non persuadere nessuno a farlo.
Non essere un vigliacco e disprezza i vigliacchi.
Non dimenticare che l’eroismo richiede un prezzo molto alto.
Non scrivere in occasione di feste e commemorazioni.
Non scrivere elogi: te ne pentiresti.
Non scrivere orazioni funebri per gli eroi della nazione: te ne pentiresti.
Se non puoi dire la verità – taci.
Guardati dalle mezze verità.
Quando tutto il mondo fa festa, non c’è ragione che anche tu vi prenda parte.
Non fare favori a principi e boiardi.
Non chiedere favori a principi e boiardi.
Non essere tollerante per educazione.
Non difendere la verità a ogni costo: “Con gli imbecilli non si discute”.
Non farti convincere che tutti abbiamo ugualmente ragione e che i gusti non si discutono.
“Essere in due ad avere torto non significa che si è in due ad avere ragione” (Karl Popper).
“Ammettere che un altro abbia ragione non ci protegge da un ulteriore pericolo: credere che forse tutti hanno ragione” (idem).
Non discutere con ignoranti di cose che sentono da te per la prima volta.
Non avere una missione.
Guardati da coloro che hanno una missione.
Non credere al “pensiero scientifico”.
Non credere all’intuizione.
Guardati dal cinismo, anche dal tuo.
Evita i luoghi comuni ideologici e le citazioni.
Abbi il coraggio di dire che la poesia di Aragon alla gloria della GPU è un’infamia.
Non cercare per lui circostanze attenuanti.
Non lasciarti convincere che nella polemica Sarte-Camus avevano ragione entrambi.
Non credere alla scrittura automatica e alla “deliberata indeterminatezza” – tu aspiri alla chiarezza.
Rifiuta le scuole letterarie che ti si impongono.
Quando senti parlare di “realismo socialista”, rinuncia a qualsiasi altra discussione.
Sul tema della “letteratura impegnata” rimani muto come un pesce – lascialo ai professori.
Manda a fare una passeggiata chi paragona i campi di concentramento con il carcere de la Santé.
Manda al diavolo cento volte chi dice che la Kolyma era diversa da Auschwitz.
Chi afferma che ad Auschwitz sterminavano solo i pidocchi e non gli uomini – tu sbattilo fuori.
E con chi sostiene che tutto questo rappresenta una “necessità storica” – stesso trattamento.
“Vien dietro a me e lascia dir le genti” (Dante).

da qui

(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

  • bozidar stanisic

    Anche in quest’occasione, nominato Danilo Kis, informo i lettori che i suoi diritti in Italia sono tenuti da “Adelphi” che “per ora” non va avanti con le pubblicazioni della sua opera, nè gli concede alle case interessate dell’opera di quest’autore del tutto insolito. Quando la prima volta scrissi alcune righe simili a queste, una persona mi chiese: “Sai di quale editore ti sei espresso?”
    “Certo, è una delle case più raffinate in Europa, ma questa casa si sbaglia su Kis da cui, prima della sua morte, ha comprato diritti. E ora sta ferma. Chi non crede, che mandi una lettera alla redazione e chieda: come va con Kis?”

    • sembra un brutto gioco, quello di non segnare e non far segnare, come quello di non pubblicare e non far pubblicare.
      anni fa mi è capitato fra le mani uno dei libri più “grandi” che ho mai letto, semisconosciuto, era solo un primo volume, tant’è che sulla copertina c’era il numero uno.
      ho scritto all’editore per chiedere del secondo volume, ma the answer is blowing in the wind.
      e comunque di Danilo Kis si legga tutto il pubblicato in italiano, e non si sbaglia .l’invito non vale per bozidar, che già lo conosce, ma per i pigri sì 🙂

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