Io non dissi nulla

Torino e poi Firenze. Ho provato a scrivere (per “Il dirigibile”) quel che penso in forma di poesia: mi sono ispirato a Martin Niemöller (chi non lo conoscesse troverà, alla fine, una breve nota biografica).

«Prima venne la Lega contro gli immigrati
ma io non dissi nulla
perché non sono un migrante.

Poi dichiararono clandestini persino i bambini e le donne incinte

io non dissi nulla

perché mia moglie e mio figlio sono italiani.

Poi accaddero cose terribili a Novi Ligure, a Erba, a Ponticelli….

e io non dissi nulla

perché abitavo altrove e dunque non sono affari miei.

Poi peggiorarono le condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche

ma perché avrei dovuto dire qualcosa?

io non sono un operaio.

Poi tassarono solo chi aveva pochi soldi

forse avrei potuto dire qualcosa

ma speravo lo facesse qualche altro.

Nello stesso periodo spesero montagne di soldi in armi

di nuovo pensai che avrei potuto dire qualcosa

ma ero quasi sicuro che questo compito spettasse ad altri.

Poi bruciarono il campo rom di Torino

e io non dissi nulla

perché non sono un rom.

Poi ammazzarono due senegalesi a Firenze

e io non dissi nulla

perché non sono senegalese.

Poi vennero ad arrestarmi.

Non so neanche perché,

avevo solo mugugnato.

Sperai che molti mi difendessero

però nessuno lo fece

forse nessuno di quelli rimasti si chiama Daniele».

Martin Niemöller era un pastore protestante che all’inizio si fece sedurre da Hitler ma poi capì e divenne un coerente e coraggioso oppositore del nazismo. I suoi sermoni infastidirono il regime ma per qualche anno ebbe relativamente pochi guai: di certo gli giovò l’avere amicizie influenti ed essere uomo di Chiesa. Nel 1937 la relativa tolleranza verso Niemöller (e altre/i) finì. Venne arrestato dalla Gestapo. Rimase sino alla fine della guerra in vari lager (fra cui Dachau) ma si salvò. Nel dopoguerra si impegnò nella riconciliazione ma chiedendo che il popolo tedesco non chiudesse gli occhi sulle radici dell’orrore, sulle complicità, sui silenzi. Proprio una sua poesia sull’apatia, sul silenzio divenne famosa. I versi di «Prima vennero» furono letti (persino cantati) in molte versioni e diverse occasioni. Come capita spesso vennero attribuiti per errore ad altre persone (in questo caso a Bertolt Brecht). Quando chiesero a Niemöller quale fosse il testo originale disse di non ricordarlo. Forse era vero oppure intese significare che in fondo era importante il senso della poesia non le parole esatte. Per questo anche io (come alcuni anni fa Lorenzo Guadagnucci, a proposito del decreto «anti lavavetri» di Firenze) mi sento autorizzato a darne una mia interpretazione.


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