#IoNonComproHP! – settimana di boicottaggio

di Alexik

Il 25 novembre ha inizio la settimana di boicottaggio internazionale di Hewlett Packard, per il suo contributo all’apparato repressivo israeliano .

Se non siete convinti che sia necessario boicottare vi schiariamo le idee descrivendovi una ‘normale’ settimana palestinese.

Dal 9 al 16 novembre 2016 (*)

Sei civili palestinesi, fra cui due bambini, sono stati feriti dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

In Cisgiordania, il 10 novembre, Anas Zaid (15 anni), del campo profughi di al-Jalazoun, è stato ferito e poi arrestato.
L’undici novembre Majdi Jom’a (13 anni) è stato colpito da un lacrimogeno alla gamba destra durante la protesta settimanale Kufor Qaddoum, a nord est di Qalqilya.
Lo stesso giorno, nella Striscia di Gaza, 4 civili palestinesi sono rimasti feriti.
Tre di loro partecipavano a una protesta pacifica organizzata presso la recinzione di confine tra la Striscia di Gaza e Israele, vicino a al-Shuja’iya, ad est di Gaza City.
Il 4 ° è stato ferito nel corso di una protesta pacifica presso la recinzione di confine, ad est di campo profughi di al-Bureij, nella Striscia di Gaza.
Per quanto riguarda le aggressioni ai  pescatori palestinesi, il 10 novembre una motovedetta israeliana ha aperto il fuoco contro pescherecci palestinesi che navigano entro le 6 miglia nautiche. Non sono stati segnalati né vittime né danni materiali.
Il 16 novembre motovedette israeliane hanno aperto il fuoco contro pescherecci palestinesi ed hanno arrestato il pescatore Abdul Hafez As’ad Al-Sultan (37) e suo fratello Ammar (23), del quartiere di al-Salateen a Beit Lahia. Le forze israeliane hanno anche sequestrato la loro barca.
Ammar è stato rilasciato in nottata. Suo fratello e la barca no.
Il 16 novembre le motovedette israeliane hanno aperto il fuoco contro pescherecci palestinesi che navigavano entro 5 miglia nautiche al largo di al-Sudaniya, a nord della Striscia di Gaza. Non sono stati segnalati feriti.

Incursione in una casa palestinese a Yatta, a sud di Hebron

Il 10 novembre le forze israeliane si sono spostate a Yatta, a sud di Hebron.
Hanno fatto irruzione in una casa appartenente alla famiglia di Zain Awad (24) e hanno iniziato murato una stanza di una vecchia casa, nella quale Zain viveva.
Zain è stato arrestato dalle forze israeliane il 09 giugno 2015 perché aveva offerto aiuto alla famiglia al-Makhamra, di cui alcuni mebri erano stati ritenuti colpevoli dell’uccisione di tre israeliani.

Le forze armate israeliane hanno condotto 64 incursioni nelle comunità palestinesi in Cisgiordania e sei nei quartieri palestinesi di Gerusalemme con questi risultati:

Cinquantasette civili palestinesi, di cui 15 donne e bambini, sono stati arrestati.
Quindici fra loro, di cui 12 donne e bambini, sono stati arrestate a Gerusalemme.
L’Ufficio del Programma di Sviluppo Sanitario a Ramallah ha subito un’incursione e confisca di materiali.

Le forze israeliane continuano i loro sforzi per creare una maggioranza ebrea a Gerusalemme est:

Sono stati demoliti immobili palestinesi a Beit Hanina, Silwan e Sour Baher.

Continuano le demolizioni di immobili palestinesi in Cisgiordania:

Ad Hebron sono stati demoliti due magazzini agricoli, una tenda residenziali e un centro per i servizi sociali. Ventotto negozi palestinesi sono stati distrutti nel villaggio di al-Ouja, a nord di Gerico.

Le forze israeliane continuano ad imporre la chiusura illegale della Striscia di Gaza e la frammentazione della Cisgiordania:

Decine di checkpoints temporanei sono stati piazzati in Cisgiordania per impedire i movimenti dei palestinesi. Tre palestinesi sono stati arrestati ad un checkpoint in Cisgiordania.
Un commerciante è stato arrestato a Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza.

Hewlett Packard partecipa a tutto questo tramite svariate collaborazioni:

  • Fornisce tecnologie per l’infrastruttura informatica delle Forze armate israeliane
  • Ha sviluppato il sistema BASEL, un sistema d’identificazione biometrica con riconoscimento palmare e facciale, installato nei checkpoint per impedire la libera circolazione dei palestinesi e per controllarne gli accessi in Israele e a Gaza.
  • Ha fornito un database che registra tutta la popolazione Israeliana, ivi inclusa quella palestinese, stratificandola per etnia e nazionalità, e quindi facilitando la discriminazione razziale nei confronti dei non-ebrei e il controllo della popolazione nei Territori Occupati attraverso il sistema dei permessi e delle carte d’identità che usano dati biometrici.
  • Fornisce servizi e attrezzature alle carceri israeliane dove sono detenuti, in violazione del diritto internazionale, i prigionieri politici palestinesi, tra cui minori e bambini, in molti casi senza processo, sottoposti a trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
  • HP opera inoltre nelle colonie illegali della Cisgiordania attraverso propri centri di sviluppo e in partenariato con aziende di servizi e tecnologie che vi risiedono, contribuendo all’industria delle colonie, uno degli ostacoli maggiori per la cessazione dell’occupazione e per lo sviluppo della Cisgiordania.

Non essere complice!
Firma per dire a Hewlett Packard: #IoNonComproHP!

Fino a quando HP non porrà fine alla sua complicità con l’occupazione israeliana e all’oppressione dei palestinesi, mi impegno a non comprare prodotti Hewlett Packard (quali stampanti, computer, inchiostro e accessori) e a non avvalermi dei suoi servizi informatici, perché non voglio essere complice della violazione dei diritti dei palestinesi.

Per maggiori informazioni: http://bdsitalia.org/hp

(*) Info tratte dal sito del Palestinian Center for Human Rights.

alexik

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *