Isabel Díaz Albornoz o del femminismo operaio cileno

Il  5 giugno 1931 la dittatura di Carlos Ibáñez arresta Isabel Díaz Albornoz e la costringe al confino nella regione patagonica di Aysén. La storia di una donna dimenticata anche dallo stesso Partito comunista cileno, di cui era militante attiva.

di David Lifodi

Unica donna tra i 55 leader politici confinati nella regione di Aysén,  Isabel Díaz Albornoz era una militante attiva del Partito comunista cileno arrestata dal regime di Carlos Ibáñez il 5 giugno 1931. Attivista del femminismo operaio fin dagli anni Venti del secolo scorso, la donna era tornata in libertà a seguito dell’amnistia concessa nel luglio 1931 dall’allora ministro degli Interni Juan Esteban Montero, poco dopo la caduta di Ibañez.

Quest’ultimo, il 22 febbraio 1927, in qualità di comandante in capo dei carabineros e, contemporaneamente, ministro dell’Interno del governo presieduto da Emiliano Figueroa Larraín, aveva  utilizzato il suo enorme potere per scatenare una vera e propria persecuzione contro anarchici, socialisti e comunisti. Tuttavia, la militanza di Isabel non era ben vista dal suo stesso partito, che accusava lei ed altri suoi compagni come Roberto Pinto, di essere massimalisti e di ritenersi gli unici depositari del vero modo di fare politica. Sono molto poche le notizie su Isabel Díaz Albornoz, poiché lei stessa non ha lasciato niente di scritto, ma si sa per certo che fin dal 1917 aveva partecipato a numerosi scioperi, come riportava il quotidiano antofagastino El Socialista.

Sempre nel 1920, la donna fece il suo ingresso nel Consejo Feminino, organizzazione femminista operaia di Santiago del Cile e, pochi anni dopo, in qualità di esponente delle Federación Obrera Chilena, chiamava alla mobilitazione tutte le donne che dovevano far fronte alla fame e alla miseria, accudire i figli e i mariti, affinché lottassero per i loro diritti e migliorare la loro condizione.  Nel marzo 1925 Isabel Díaz Albornoz organizzò la Settimana femminista insieme a Micaela Troncoso e Virginia Carvajal, future donne di primo piano nella Commissione femminista del Partito comunista.

Tra le prime a capire la necessità di unire la lotta di classe e quella di genere, Isabel contribuì a dar vita alla formazione del Movimiento Pro-Emancipación de las Mujeres de Chile, proponendo che diventasse la principale organizzazione referente delle donne operaie. I suoi modi di fare, molto diretti e talvolta burberi, la portarono ad essere odiata dagli uomini all’interno del suo stesso partito, tanto da etichettarla come lesbica.

Non si sa in che circostanza e come morì Isabel Díaz Albornoz, non esiste alcuna biografia che racconti la sua vita e le sue lotte e, paradossalmente, proprio lei che si era battuta affinché i diritti delle donne non fossero resi invisibili, ha finito per essere dimenticata dallo stesso Partito comunista cileno.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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