Italia in guerra

Le considerazioni di FRANCO ASTENGO a partire da un’analisi del generale Mini e da alcuni tristi conteggi (le “nostre” 34 operazioni militari)

Pregandovi di tenere sempre a mente il testo dell’articolo 11 della nostra Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo» proviamo a divulgare quanto contenuto in un articolo a firma del generale Mini e apparso sul numero 5/2018 di «Limes» dedicato al tema «Quanto vale l’Italia».

L’articolo del generale Mini appare sotto il titolo: «Siamo servi di Serie B e non serviamo a niente».

L’occhiello recita: «Il finto dibattito italiano sull’uscita dal sistema euroatlatico a guida USA. I tentativi di essere ammessi ai tavoli dei potenti, senza sapere che dirvi. La nostra parabola in ambito ONU, UE e NATO non ha giovato alla nostra reputazione. Ma a che ci servono le alleanze?».

La parte più interessante dell’articolo riguarda la partecipazione dell’Italia a missioni militari all’estero, al riguardo delle quali l’articolista – al riguardo del “con chi stiamo? – commenta: «La risposta che viene dai documenti ufficiali sembra essere chiara: con tutti e con nessuno».

Veniamo ai dati, senza commento, chiedendo a ciascuno di riflettere su questo tema che non viene mai affrontato nel dibattito pubblico e non è stato sicuramente oggetto di interesse nella recente campagna elettorale.

L’Italia sta partecipando a 34 operazioni militari di cui 32 all’estero e 2 in Italia.

All’estero operano 6.698 donne e uomini e in patria circa 7.250 nelle operazioni “Strade sicure” e “Task Group Genio” per collaborare alla rimozione delle macerie nei Comuni colpiti dal terremoto.

Oggi i militari italiani sono impegnati nell’ambito di queste missioni:

ONU

Mali (Minusma); Libano (Unifil); Cipro ( Unficyp); India – Pakistan ( Unmogip).

UNIONE EUROPEA

Acque Somalia (Atalanta – Ocean Shield); Somalia (Eucap), Somalia (Eutm), Afghanistan ( Eupol), Kosovo (Eulex), Mali (Eucap Sahel), Mediterraneo Centrale (Joint Operation Themis), Bosnia – Erzegovina ( Eufor – Althea) EunfavorMed – Operazione Sophia, Mediterraneo Mare Sicuro.

NATO

Bosnia – Erzegovina ( Nato Hq Sarajevo), Afghanistan (Resolute Support), (Mediterranean Sea Guardian e forze navali NATO), Acque Somalia ( Atalanta – Ocean Shield), Macedonia ( Fyron – Nato Liasion Office Skopje), Kosovo ( Kfor Joint Enterprise), Turchia ( Activre Fence) , Serbia ( NATO Military Liason Office Belgrado), Lettonia ( FP Baltic Guardian).

Sempre in ambito NATO pattugliamento aereo in Islanda e contingente in Estonia.

ALTRE OPERAZIONI INTERNAZIONALI avviate su base bi/multilaterale

Somalia (Miadit 9), Palestina (Miadit 8), Libia (Miasit), Nigeria (Misin), Malta (Miccd), Emirati Arabi Uniti ( Task Force Air- Al Minhad), Hebron (Tihp), Libano (Mibil), Egitto (Mfo), Iraq – Kuwait ( Prima Parthica).

Il costo aggiuntivo per il bilancio della Difesa è di 1,505 miliardi di euro.

Intanto si stanno preparando altre missioni in Tunisia, Sahara Occidentale, Repubblica Centrafricana.

Con quale esito questo sforzo economico e bellico ? Riportiamo ancora senza commento e in conclusione il titolo dell’articolo del generale Mini dal quale i dati sono stati tratti: «Siamo servi di Serie B e non serviamo a niente».

L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – E’ DI GIULIANO SPAGNUL.

 

Redazione
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