Kurdistan iracheno: raccolta fondi per il campo di Mahmur

di Rete Kurdistan Sardegna

Nel mese di marzo Erol Aydemir, il compagno kurdo che ha intrapreso lo sciopero della fame in Sardegna in solidarietà con prigionier* politic* e attivist* kurd*, ha sottoposto alla nostra attenzione alcune necessità a lui sottoposte dal Movimento kurdo durante la sua permanenza in alcune aree del Kurdistan iracheno, in particolare nel campo di Mahmur.

Il campo di Mahmu è il principale campo profughi del Kurdistan iracheno, a circa 30 km dalla città di Mosul. L’occupazione di quest’area inizia nel 1993 con le prime fughe di profughi kurdi dalla Turchia e diventa insediamento ufficiale nel 1998. Attualmente il campo ospita circa 13.000 persone. Uomini, donne e bambini che qui hanno cercato con fierezza di difendersi e costruire una nuova vita. Kurdi,che non hanno esitato ad organizzarsi socialmente e istituzionalmente per cercare di sopperire ai bisogni con una società attenta al rispetto e alla partecipazione di tutti.In questi vent’anni la popolazione di Mahmu è sopravvissuta a tante persecuzioni. Da soli, hanno costruito questa città con case, scuole, centri di comitati e un’amministrazione municipale. Un “sistema società” organizzato grazie alla messa in pratica del Confederalismo democratico. Il loro obiettivo è quello di superare il capitalismo e fondare un socialismo democratico che abbia al suo centro, oltre all’equa distribuzione delle risorse, la tutela dell’ambiente e la liberazione della donna.

Mahmur rappresenta un simbolo di resistenza. Il campo è diviso in 5 zone e ogni zona in 4 quartieri. È gestito da due Assemblee istituzionali, una Popolare e una delle Donne. Ogni comitato del campo – istruzione, sanità, ecologia, economia, giovani, Jineolojî ecc. – ha un suo rappresentante in queste assemblee. Ogni quartiere ha una sua assemblea che ha l’obbligo di riportare a quella Popolare ciò che è stato discusso e deciso. L’assemblea Popolare è convocata ogni due mesi, mentre quelle di quartiere una volta alla settimana. I problemi sono risolti normalmente nelle assemblee di quartiere, ma se si presentano complicazioni e non sono risolvibili, si passa all’Assemblea Popolare.

L’assemblea delle donne, nata nel 2013 è composta da 81 donne (elette solo dalle donne) di cui 33 fanno parte anche di un Comitato ristretto che si occupa dell’Accademia delle donne e, di queste, 9 sono co-presidenti nelle varie istituzioni (scuola, sanità, economia, cultura, donne, orfani, lavoro, ecologia, Jineolojî), secondo il principio della co-presidenza che vede sempre la presenza di un uomo e di una donna quali figure di rappresentanza di ogni gruppo, assemblea e istituzione.

Il sistema educativo scolastico del campo prevede scuole che vanno dall’asilo alle classi superiori. La scuola superiore, frequentata dai 13 anni ai 20, è una sola. L’obbligatorietà cessa con le scuole medie. I ragazzi però sono spronati a continuare gli studi, perché l’istruzione è ritenuta la base di un possibile cambiamento culturale che può portare poi a una vera modifica della società attuale. Tutti gli insegnanti sono volontari. Dal 2005 al 2015 non hanno mai percepito nessuna forma di stipendio, solo dal 2016 ricevono un piccolo contributo. Le divise scolastiche e i libri sono a carico delle famiglie, ma nel caso in cui questo non è possibile, sono donate dalla comunità. I problemi sono legati al numero insufficiente di insegnanti e allo stato fisico delle strutture scolastiche. Le aule sono piccole e con importanti problemi strutturali. L’incursione di Isis all’interno del campo nel 2014 ha distrutto quello che c’era e attualmente la ricostruzione è ancora in fase iniziale.

Fare studiare i figli diventa anche un investimento per far crescere Mahmur e non essere spinti ad andare all’estero. La scommessa è, infatti, quella di far studiare i giovani e farli rimanere nell’area. Scappare non è una soluzione perché si rischia di perdere la propria identità e spezzare i legami comunitari con i luoghi d’origine.

Mahmur è considerata la madre dell’Autonomia Democratica, il primo luogo dove è iniziata la sperimentazione del nuovo modello di vita libera che ha ispirato la rivoluzione del Rojava.

In questo contesto rientra il progetto che le/i compagn* kurd* sottopongono all’attenzione della Rete Kurdistan Sardegna. Il progetto è finalizzato alla stampa di 4 LIBRI DI FIABE POPOLARI, UNA RACCOLTA DI RACCONTI FRUTTO DELLA NARRAZIONE ORALE DEGLI ABITANTI DEL CAMPO, RIVOLTI AI BAMBINI DELL’ASILO E DELLA SCUOLA ELEMENTARE DEL CAMPO DI MAHMUR, SCRITTI DAL COMITATO DELLE DONNE DELL’ACCADEMIA DEL MARTIRE FERHAT KURTAY.

Grazie ai fondi raccolti nel corso di questi mesi, l’Accademia Ferhat Kurtay ha potuto stampare e mettere in circolazione già 1200 – cioè 300 per ciascun libro – delle 2800 copie totali previste dal progetto. RESTANO ANCORA 1600 COPIE DA STAMPARE PER UN COSTO COMPLESSIVO DI CIRCA 7.100 €.

Raccogliendo con entusiasmo la richiesta di aiuto delle compagne e dei compagni dell’Accademia di Mahmur, abbiamo pensato che potremmo lanciare una campagna di raccolta fondi in tutta la Sardegna e online sulla pagina della Rete Kurdistan Sardegna, per tutta l’estate fino al completamento del progetto, magari in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico al campo di Mahmur. Le associazioni, i collettivi, i comitati, le singole e i singoli che fanno la loro parte nella Rete di solidarietà con la resistenza kurda in Sardegna potrebbero organizzare delle iniziative a sostegno del progetto. Ognuna di queste realtà potrebbe inviare le proprie idee alla mail della Rete Kurdistan Sardegna (retekurdistansardegna@riseup.net) o via messaggio alla sua pagina facebook in modo tale da creare un calendario con i vari eventi e dare la visibilità necessaria.

Nella speranza di riuscire ad essere di aiuto alle compagne e ai compagni dell’Accademia di Mahmur, vi mandiamo un saluto e un abbraccio rivoluzionario.

Marta, Simona, Cristian, Antonello per la Rete di Solidarietà con la Resistenza Kurda in Sardegna

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Asce Sardegna onlus

    Sabato 29 giugno 2019 presso il Centro Socio Culturale (strada statale 387 km 8’00, sulla dx della statale Monserrato-Dolianova, fronte INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari, subito dopo la rotonda/incrocio con la provinciale 93), ASCE e Rete Kurdistan Sardegna organizzano l’incontro “Un libro per Mahmur”.
    L’evento ha come obiettivo la raccolta di fondi per il progetto finalizzato alla pubblicazione di quattro libri di racconti per l’asilo e la scuola elementare del Campo Profughi di Mahmur, nel Kurdistan irakeno portata avanti in Sardegna dalla Solidarietà con la Resistenza Kurda in Sardegna”.
    la serata prevede:
    Presentazione, Antonello Pabis di Rete Kurdistan Sardegna
    Lettura del testamento di Lorenzo Orsetti “Me ne sono andato col sorriso sulle labbra”.
    Videoconferenza con Ylmaz Orkan, responsabile delle relazioni diplomatiche del Movimento kurdo in Italia: Aggiornamenti sulla situazione attuale nel Kurdistan siriano e irakeno; ed Erol Aydemir, militante kurdo: il Progetto per il Campo di Mahmur;
    Interviene Ruken Filiz, militante curda residente in Sardegna;
    A seguire CENA SOLIDALE e concerto di ANDREA ANDRILLO.

    A.S.C.E.Associazione Sarda Contro l’Emarginazione

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