La battaglia di Arborea

di Ignazio Sanna

In quel di Arborea, in provincia di Oristano, ha avuto luogo quella che potremmo definire la battaglia di Arborea, sulla falsariga della battaglia di Algeri, narrata al cinema da Gillo Pontecorvo (1966) o

della battaglia di Sanluri (in sardo campidanese: sa battall’e Seddori) che sancì la fine dell’indipendenza della Sardegna nel 1409. Purtroppo la “battaglia” combattuta ad Arborea di recente ha ben poco a che fare con il fascino romantico di antiche battaglie. Ha invece tutto l’aspetto di un autentico sopruso. Le forze in campo vedono schierato da un lato un piccolo esercito di forze dell’ordine e dall’altro una famiglia affiancata da un manipolo di sostenitori. La materia del contendere è l’azienda agricola della famiglia Spanu, che ne ha perso la proprietà in forza di un’asta giudiziaria, disposta dalle autorità competenti. Per quale motivo? Per una vecchia cambiale agraria di 15 milioni di lire che Giovanni Spanu, 76 anni, sostiene di aver già pagato a suo tempo. Comunque stiano le cose, comunque si voglia attribuire il torto e la ragione fra le persone coinvolte in questa brutta storia, ciò che colpisce è che una famiglia onesta, almeno fino a prova contraria, è stata affrontata con uno spiegamento di forze spropositato, con circa un centinaio di agenti, furgoni blindati, forestali schierati nelle campagne, unità cinofile e persino un elicottero. «Ci hanno trattato come mafiosi» ha commentato l’anziano agricoltore, giustamente indignato. E l’indignazione è proprio il minimo che si può provare di fronte a situazioni del genere, considerato lo spreco enorme di risorse pubbliche, con uomini e denari sottratti alla lotta contro la criminalità. È come cercare di ammazzare una mosca sparandole con un cannone. Questo video, a cura della redazione di CagliariPad, mostra una parte dell’accaduto: https://www.youtube.com/watch?x-yt-cl=84503534&v=lylIv3SS2Fk&x-yt-ts=1421914688

È vero, viviamo in uno stato di diritto, il che comporta diritti e doveri per tutti i cittadini. Ma se questo Stato di diritto con le sue leggi non è in grado di assicurare giustizia e equità ai suoi cittadini, e in particolare a quelli più deboli, questo Stato di diritto vive una crisi profonda, dalla quale non si può certo uscire con mirabolanti riforme epocali come per esempio il pastrocchio sul Senato costruito dall’attuale governo o altre trovate simili. Questa storia dimostra, una volta di più, che il potere e il denaro nella nostra società contano infinitamente di più dei valori umani. Si possono veramente definire civili sistemi sociali di questo tipo? A scanso di equivoci vorrei chiarire che non è certo con la violenza che si risponde alla violenza, ma con il dialogo e la tolleranza. Se l’essere umano in quanto tale è al fondo della scala dei valori, nonostante le numerose ipocrite dichiarazioni contrarie, il futuro dell’umanità non potrà che essere sempre più simile a quello descritto da George Orwell nel suo capolavoro «1984».

 

Ignazio Sanna

Un commento

  • Francesco Masala

    è uno stillicidio

    …Sono circa duecento le case all’asta solo a Macomer, abitazioni o locali adibiti ad esercizi commerciali. Sessanta solo negli ultimi tre mesi. “Vogliamo creare una vera rete di solidarietà – prosegue Cossu -. Da soli si muore. Pensate che ci sono 200 padri di famiglia a Macomer che stanno vivendo questa identica situazione e sono bloccati. Per mancanza di coraggio, per pudore, per amor proprio. Non hanno ormai neanche la forza di chiedere aiuto. Ma i mezzi per superare i problemi ci sono tutti”. Il rappresentante dei cittadini di Macomer che si sono mobilitati per la signora Citzia si chiede, ad esempio, come sia possibile che una struttura dal valore di 300mila euro possa essere venduta all’asta per 30mila. “E inoltre il debito rimane – prosegue -. Perché una volta venduta la casa, il debito sarà di 270mila euro. Così c’è un danno doppio: stanno togliendo la possibilità alla persona debole di pagare il debito e pure la casa. È accanimento”…
    (http://www.sardiniapost.it/cronaca/lipoteca-giudiziaria-le-porta-via-la-casa-da-300mila-euro-venduta-30mila/)

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