La gente muore

di Mauro Antonio Miglieruolo

Muore di terremoti, slavine, freddo, ma soprattutto per l’incuria, la distrazione, la viltà, l’ignavia, il sostanziale disinteresse e l’incapacità di una classe dirigente (della quale fanno parte i politicanti che hanno occupata l’intera scena politica) che è tra le peggiori del mondo. E i cui crimini sono troppi per poterli anche solo elencare. Occorrerebbe non un libro, ma una enciclopedia.

Però lo stesso non bisogna fare polemiche.

D’accordo. Purché anche coloro che ne predicano la necessità si astengano dal farle queste polemiche; purché non si tratti dello stesso tentativo maldestro di sempre di tappare la bocca alla povera gente, gente per troppi decenni vessata e abbandonata a se stessa. Purché non si tratti dell’ennesima astuzia del potere di sottrarsi alle proprie responsabilità, come ripetutamente avvenuto quando si dava del “gufo”, se non peggio (vile, ottuso e disfattista) a chiunque osasse alzare un ditino per obiettare.

Ma anche questo potremmo sopportare, anche questa ultima ipocrisia e sordità al “grido di dolore che s’alza da ogni parte d’Italia”. Potremmo dunque astenerci dal puntare il dito contro voi mostri e i vostri errori ed orrori se ci garantirete che, passata la nottata, non vi dimostrerete i soliti deteriori, farisei falsi e bugiardi, provvedendo seriamente alla soluzione dei problemi cruciali che affliggono il paese, concausa efficiente delle sciagure che subiamo: la messa in sicurezza del territorio e delle scuole, il controllo effettivo dell’abusivismo, l’avvio delle piccole opere (tanto necessarie) da sempre sacrificate in favore delle grandi opere (spesso disutili e dispendiose).

In questo caso, state tranquilli ometteremo, per un po’ di tempo, di sollevare legittime doglianze. Chiuderemo provvisoriamente gli occhi sulle vostre ruberie e tradimento degli impegni elettorali. O comunque ci lamenteremo in sordina. Salvo non tentiate nuovamente di toglierci libertà e diritti.

Ma se non lo farete, vi prego, non dite più di non fare polemiche. La pazienza è tanta, non infinita.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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