LA LINEA DELLO SBIRRO

di Pabuda

stavo litigando, ieri sera,

col detective che spadroneggia

nel ponderoso giallo che mi sto leggendo:

la linea investigativa su cui s’è incaponito

nelle ultime ottantacinque pagine

che ho avuto modo di esaminare

rigirandomi, imbufalito,

nel letto

m’era parsa sin dall’inizio del tutto

campata in aria.

ho cercato di farglielo presente,

così: mentalmente

ma non c’è stato nulla da fare:

lo sbirro sostiene

che io,

in qualità di semplice lettore,

dovrei starmene zitto e buono:

leggere e… quel che viene… viene.

coosa??? scherziamo!?

a parte il fatto che io per la polizia

ci ho già una mia specifica allergia,

gli dicevo  a quell’investigatore dei miei stivali:

io pago: non genericamente,

come si dice solitamente:

come cittadino, come contribuente…

io pago pagina per pagina,

inchiesta dopo inchiesta.

e poi, diciamocelo:

nella mia carriera di raro heavy reader,

acquirente compulsivo di libri, di neri, di gialli

volumi interi di crimini e misteri

investigazioni, processi finti che sembran veri…

ho sviluppato una certa, per quanto cartacea,

sensibilità criminale

e per trovarmi ai ferri corti con un questurino,

sulla carta, basta un attimo.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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