La regola del 46

   di Alessandro Ghebreigziabiher  

Ahmed Timol, attivista anti-apartheid, venne arrestato a Johannesburg nell’ottobre del 1971. Dopo cinque giorni di detenzione ne fu decretato il decesso, ufficialmente per suicidio a causa di una caduta dall’edificio del quartier generale della polizia. A riportare luce sulla verità ci ha pensato oggi il tribunale di Pretoria. Timol è stato assassinato dagli agenti, ha dichiarato la corte sudafricana, in una sentenza storica, accolta con un applauso dai presenti. Ci sono voluti 46 anni



Gioite.
Voi, che la legge del tempo presente falcia con facilità assordante e il silenzio della cronaca vigente umilia fino a ogni più ostinato recesso dell’anima.
Esultate tutti, perché l’ingiusta clessidra ha un cuore.
Lento e goffo, ma batte.
Incredibile nella sua pervicace ossessione nello schierarsi dal lato più servile della bilancia, quello dove non richiesto si lucidano le ruote dorate del carro trionfatore.
Ciò malgrado, ha una
logica, da questo dì.
Una
norma virtuosa, finalmente, a cui affidare il fin troppo svilito raziocinio, naturalmente incapace di accettare gli abusi peggiori, quelli che seppur precipitino dall’alto, son ben tollerati.
Lì in basso.
La
regola del 46, così la chiameremo.
Ovvero,
il teorema di Timol, ma sussurrandone il nome proprio.
Non sia mai che, come già accaduto troppe volte in passato, la benché tardiva restituzione sia stato solo un abbaglio.
Invero, è un sogno, già, comunque, ma a occhi aperti.
L’
assioma mirabile è tale e ha un numero magico, come ogni equazione nobile che si rispetti, quelle sui cui fondano le basi le figure perfette del firmamento.
Leggi pure come
le scintillanti stelle che ancora attendono di riposare in pace.
Non dirmi che non ci avevi fatto caso, dai.
Pensavi davvero che c’entrasse solo la
teoria della relatività?
Ma quello è un modo per spiegarle.
Per guardarle ci vuol ben altro.
I puntini luminosi che dopo ogni tramonto persistono nel brillare sulla bruna volta non sono affatto meri echi di un chiarore lontano, figlio di astri oramai scomparsi.
Sono piuttosto domande perennemente rivolte all’umanità che ha ancora il coraggio di alzare il capo e farsene carico, malgrado il peso della distanza e l’inganno delle dimensioni.
Quarantasei, questa è perciò la cifra che darà speranza e orizzonte alle esistenze calpestate impunemente dalla prepotente narrazione delle cose pubbliche.
Gioisci, vittima sacrificale dell’ipocrita quadro globale.
Perché al massimo
quarantasei, saranno le inique frustate.
Così i giorni di illegittima prigionia e altrettante le silenziate violenze.
Le offese legalizzate e le volte che la gente volgerà lo sguardo innanzi al vile sopruso, gli schiaffi e gli sputi, le ferite rimarginabili e quelle indelebili, i ricordi e gli incubi, le notti insonni e i giorni cancellati, gli affetti persi e tutte le occasioni mancate, i giorni, i mesi, gli anni, avranno tutti un limite, il massimo della gratuita pena, il peggio che potrai aspettarti dai tuoi più disumani simili.
Quarantasei, la regola, il suo numero.
Nel frattempo, come per l’inaccettabile sofferenza che contiene, una volta scritto e ad alta voce pronunciato, ci impegneremo a far sì che si possa perfezionar la formula, riducendolo a zero. 

(*) Ripreso da «Storie e Notizie» che Alessandro Ghebreigziabiher così presenta: «Il blog Storie e Notizie ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso la fine del 2008 e contiene racconti e video basati su reali news prelevate dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa on line, al seguente motto: “Se le notizie sono spesso false, non ci restano che le storie”. L’obiettivo è riuscire a narrare le news ufficiali in maniera a volte fantasiosa, con l’auspicio di avvicinare la realtà dei fatti più delle cosiddette autorevoli fonti di informazione. La finzione che superi la verità acclarata nella corsa verso la comprensione delle cose è sempre stata una mia ossessione. “Storie e Notizie” ha un canale Youtube, una sua pagina Facebook e anche la versione in lingua inglese, Stories and News. A novembre 2009 ha debuttato l’omonimo spettacolo di teatro narrazione». RICORDO che qui in bottega «Storie e notizie» viene ospitato – scorrete il colonnino e lo troverete – a ogni uscita. [db]

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

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2 commenti

  • Essendo trascorsi solo 16 anni dal 2001, Carlo Giuliani ha ancora tempo per ottenere un processo, dunque…
    I suoi genitori no, ma sono cose che capitano

    Grazie per il vostro lavoro
    HG

    • Grazie a lei, Haidi. Il più delle volte scrivo mosso dall’illusione che le storie abbiano una sorta di potere magico, capace di dominare il tempo e soprattutto la Storia con la esse maiuscola.
      Peccato che non sia così.
      Un abbraccio forte

      Alessandro

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