La Resistenza in Italia: una bibliografia minima…

ma minima davvero; che però invita a riflettere e discutere

di Gualtiero Via (*)

Resistenza: cosa fu?
Di cosa parliamo quando parliamo di Resistenza? Siamo sicuri di saperlo? C’è da conoscere un minimo di storia, e avere coscienza di glorie autentiche. Ci sono storie particolari necessarie (almeno qualcuna: direste di conoscere una foresta se non sapete cos’è un albero?).

E (ma) ci sono da ricordare anche alcuni crimini nella Resistenza. Che non cancellano il resto ma che non sarebbe onesto tacere o negare.

Poi… è proprio vero che la nostra Costituzione, la democrazia in Italia, sono «fondate sulla Resistenza»? E se sì, cosa vuol dire? La risposta a queste domande non è data una volta per tutte, come non lo è la memoria delle cose più vere. Va coltivata. Vale per le famiglie; se lo si dimentica, una generazione diventa estranea all’altra. Vale per le intere nazioni; a chi vuole che l’Italia scompaia (perché smembrata o perché definitivamente ridotta a “espressione geografica” da poteri estranei) tutto questo parrà inutile o fastidioso. A me pare importante e necessario.

Buona lettura a tutti, viva l’Italia e viva la Resistenza!

Per una sintesi d’assieme resta preziosissimo il famoso volumetto di Federico Chabod «Italia contemporanea 1918-1948», Einaudi.

Per un approfondimento sulle origini del fascismo italiano fondamentale resta) «Le origini del fascismo in Italia (lezioni di Harvard)» di Gaetano Salvemini, Feltrinelli.

Per approcci alla Resistenza dal lato letterario c’è l’ottimo «L’Agnese va a morire» di Renata Viganò; c’è tutto Fenoglio partendo da «Ventitrè giorni della città di Alba»; preziose memorie partigiane di Luigi Meneghello, sia in «I piccoli maestri» che in «Bàu sete» (più nel primo).

Molto bello «Viva Babeuf!» – sulla Resistenza in Val d’Ossola – di Gino Vermicelli che era introvabile ma per fortuna è stato ristampato.

Una vita esemplare di comunista e antifascista è «Storia di antagonismo e Resistenza» di Salvatore Capogrossi edito da Odradek.

La fucilazione (da parte di un comandante “comunista”, allora millantatore però mai smentito dal Pci e mai processato) del Comandante Facio si può leggere qui: «Il piombo e l’argento. La vera storia del partigiano Facio» di Carlo Spartaco Capogreco, Donzelli editore.

Sull’eccidio della Brigata Osoppo rimando a http://www.ilpost.it/2012/05/30/cosa-fu-leccidio-di-porzus.

Su Firenze liberata dai partigiani in armi – uniti, sotto il comando del Cln locale – prima dell’arrivo degli Alleati, cfr: http://www.instoria.it/home/1944_liberazione_firenze.htm.
Consiglio anche «Storia della brigata Maiella 1943-1945» di Nicola Troilo, Ugo Mursia Editore.

Sulla Resistenza a Bologna: «7a GAP» di Mario De Micheli, a lungo introvabile ma di recente ripubblicato Feltrinelli. La Resistenza a Bologna – proprio in città – fu ricca di episodi straordinari, almeno 4 dei quali avrebbero meritato da soli di finire in film tipo “Roma città aperta”: l’attentato al Baglioni con l’intero comando tedesco, lì si riuniva, che venne fatto saltare con l’edificio; la liberazione dei prigionieri da San Giovanni in Monte, senza sparare un colpo, nell’agosto 1944; la battaglia della Bolognina; e la battaglia di Porta Lame. Storie da conoscere e di cui andare fieri.


(*) Così mi ha scritto Gualtiero proponendo questa minima bibliografia: «Daniele forse potrebbe interessarti questa cosa breve e semplice che ho buttato giù sulla Resistenza. Quattro righe di (credo e spero) buon senso con bibliografia di base. L’esigenza (o l’illusione?) sarebbe togliere, magari per 5 minuti, l’argomento dalle “opposte tifoserie” mostrando che nella Resistenza c’è tanto di cui andare fieri ma anche un po’ di tragedie e crimini da non occultare. Ricordando tante piccole storie e vite che sono ancora di esempio (Capogrossi a esempio). La mia è una bibliografia “di parte” ma non di una sola parte; certo, ai togliattiani di stretta osservanza non piacerà ma questo non credo ci turbi molto».

BREVE RISPOSTA A GUALTIERO

La “bottega” è sempre felice di ragionare sulla Resistenza anche per capire come si può intrecciare all’oggi. Io ero rimasto molto colpito leggendo «La felicità dei partigiani e la nostra: organizzarsi in bande» di Valerio Romitelli; l’ho recensito qui «Sono solo i partigiani a inventare un’altra Italia»

In bottega ci sono molte riflessioni interessanti: 25 aprile ogni giorno: Ascanio Celestini oppure In memoria del 25 aprile di Antonio Fantozzi. Nel 2013 abbiamo tentato come “redazione” della bottega di scegliere 24 post “consecutivi” per confrontarci in quel giorno su cosa ognuna/o di noi pensa importante ogni 25 aprile; li trovate andando in “cerca” e digitando da Quel 25 aprile e oggi – 24 via via fino Quel 25 aprile e oggi-1. La minima bibliografia di Gualtiero può utilmente riaprire la nostra discussione. A me sono parse desolanti ma soprattutto ricche di ignoranza e/o malafede le polemiche di questi ultimi giorni. Aggiungo che un tema quasi sempre resta fuori dalle riflessioni e persino dalle ricerche storiche ed è la mancata “de-fascistizzazione” dell’Italia dopo la Liberazione. Siccome è uscito da pochi giorni un libro interessante – cioè «Il fascisno della Repubblica Sociale a processo» di Alberto Mandreoli – nei prossimi giorni proverò a sviluppare un ragionamento partendo dalla mia recensione/lettura. Intanto grazie a Gualtiero… e a chi vorrà intervenire. [db]

Redazione
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