Ladiri

di Daniela Pia

Prezioso materiale da costruzione: ecologico, duttile e isolante il mattone crudo, chiamato Ladiri in Sardegna, è una caratteristica

che contraddistingue il paesaggio di gran parte dei paesi sardi. Di questa preziosa risorsa, rappresentata da un materiale che non si produce quasi più – se non in pochi residui laboratori dove si cerca di tramandare una vera e propria arte – si è occupato un emergente regista sardo: Andrea Mura il quale, work in progress, attraverso storie intessute di voci originali e ricamate da volti segnati dai solchi cerca di recuperare l’originalità di un mestiere che sarebbe un delitto dimenticare.

Ladiri-foto

 

 

«Ladiri» è il cortometraggio che ha vinto nel 2013 il concorso video della Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, presieduto dal regista Giovanni Columbu. Questo lavoro racconta, attraverso le immagini e le voci dei pochi anziani che ancora hanno memoria delle pratiche di costruzione, la duttilità e la sostenibilità del mattone in terra cruda. Materiale che tuttora caratterizza gran parte delle vecchie abitazioni campidanesi dell’isola. La narrazione del metodo di costruzione è affidata alla voce di Angelo Lampis “maestru ‘e ladiri” di Serrenti. Nel suo piccolo laboratorio ricostruisce tempi e modi che caratterizzano la realizzazione dei mattoni di Ladiri. Durante i mesi estivi – racconta – si procedeva con le diverse fasi: grazie al sole infatti si garantiva un essiccamento ottimale, si impastava l’argilla che veniva bagnata abbondantemente con acqua. L’operaio poi, aiutandosi con “sa marra” (la zappa) faceva in modo che a quest’amalgama venisse aggiunto del fieno, procedeva poi pigiando la massa pastosa sino a che non la riteneva pronta, per omogeneità e consistenza. La fase successiva – come mostra il Corto di Mura – era quella in cui si riversava la poltiglia in “su sestu” cioè le forme nelle quali il mattone veniva lasciato al sole per il necessario periodo di essiccazione; dopo di che poteva efficacemente essere utilizzato per le murature. La resistenza del mattone è dovuta all’aderenza fra paglia e argilla: ci si rende conto che gli inventori di questo mattone avevano scoperto il concetto base della teoria del conglomerato cementizio armato.

Molto significativa nel Corto la testimonianza di due anziane: le sorelle Barbara e Antonia Sardu che, nel tentativo di dare il loro apporto al recupero della memoria, danno origine a una conversazione deliziosa in cui – in una sorta di battibecco – alternano la loro versione sui luoghi del loro paese in cui si preparavano i mattoni “ladiri”.

A partire da questo cortometraggio sta nascendo un progetto di ulteriore approfondimento sull’uso che è stato fatto del mattone crudo. Andrea Mura sta ampliando la sua ricerca nell’ottica di raccogliere ulteriore documentazione anche sulla necessità di preservare un materiale frutto di competenze ereditate probabilmente dai fenici, cui ancora oggi è riconosciuta la peculiarità di un amalgama eco-sostenibile e dalle significative proprietà isolanti; oggetto di studio in alcune facoltà di architettura, al fine di incentivarne uso e conservazione. Il lavoro di ricerca compiuto dal regista sardo rappresenta pertanto un contributo significativo anche in questa direzione.

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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