L’arcobaleno ferito incandescente di Bob Kaufman

di Sandro Sardella

Radice di nero, radice di ebreo,

in un mondo Rosso, tu

la cui testa è stata pelle di tamburo

per manganelli dei Maiali e i bastoni dei Sicari

che facevano il loro numero della guerra fredda – Sporco rosso!-

sulle tue tempie …

(Jack Hirschman)

lo avevo sbirciato nella storica antologia “Poesia degli ultimi

americani” di Fernanda Pivano (ed. Feltrinelli, 1964) ..

lo avevo trovato in “City Lights Pocket Poets Anthology”

I poeti della Beat Generation scelti da L. Ferlinghetti

(ed. Mondadori, 1997) ..

lo avevo ritrovato nella preziosa antologia “Nuova poesia

americana – San Francisco” a cura di Luigi Ballerini e Paul

Evangelisti (ed. Mondadori, 2006) ..

ma .. … l’attacco de “L’Arcano di Bob Kaufman” di Jack

Hirschman (ed. Multimedia,1999, traduzione R. Marzano) ..

è stato un esplosivo potente stimolo al “cercare” poesie notizie

e quant’altro circa .. ma .. ma .. solo qualche scheggia sparsa

nella rete .. ma non so .. non c’è nessuna raccolta in Italia di

poesie di Bob Kaufman .. ……………

Nato nel 1925 a New Orleans, si è trasferito a San Francisco

nel 1958. Una delle voci principali di quel gruppo di artisti e

poeti che sarebbe diventato internazionalmente noto con il

nome di “Beat Generation”, le sue opere sono state descritte

come surrealiste e come palesemente influenzate dalla musica

jazz. Nel 1965, con Allen Ginsberg, ha fondato la rivista

letteraria “Beatitude”. L’esser stato testimone dell’assassinio

di John F. Kennedy lo condusse al voto del silenzio, che fu

rotto solo alla fine della guerra del Vietnam. Nel 1978,

comunque, fece ancora una volta voto del silenzio e non lo

infranse più fino alla morte, avvenuta nel 1986 a San Francisco.

Tra i suoi libri di poesia ricordiamo Solitudes Crowded with

Loneliness (New Directions,1965), Golden Sardine (City Light,

1967) e The Ancient Rain: Poems 1956-1978(New Directions,

1981) .. .. (da: “Nuova poesia americana …..) ..

(TUTTE QUELLE NAVI MAI SALPATE)

Tutte quelle navi mai salpate

Coi boccaporti aperti per affondarle

Che stavano ancora nei bacini …

Oggi le riporto in vita

Smisurate e non transitorie

E le faccio navigare

Per sempre.

Tutti quei fiori che non hai mai coltivato –

che volevi coltivare

Quelli che il vomere ha distrutto sotto

terra nel fango –

Oggi li riporto in vita

E te li faccio coltivare

Per sempre.

Tutte le guerre e le tregue che mi sono

visto ballare davanti in tutti questi anni –

Sono bastati tre giorni di bandiere spazzate via

Per respingere il significato di Dio –

Il mio corpo un tempo ricoperto di bellezza

È adesso un museo di tradimenti.

Questa parte me la ricordo perché qualcuno l’ha

toccata e quest’altra la ricordo per via di un bacio –

Oggi lo riporto in vita

E ti faccio vivere per sempre.

Mi sfiato con un ti amo

E per sempre

Ti commuovo.

Rimuovi il serpente dal braccio di Mosè …

E un giorno la regina ebrea danzerà

Giù per strada con i cani

Facendo di ogni ebreo

Il proprio amante.

(da: Nuova poesia Americana-San Francisco,

traduzione di Andrea Borsari)

POESIE DAL CARCERE

… …

VI

Ci sono stati troppi anni in questa mia breve vita,

La mia anima chiede una caverna tutta per sé,come il Dio Giainista;

Eppure devo tirare avanti, duro come il jazz, infuocato

In questa scura jungla di plastica, terra della lunga notte, intirizzito.

Il mio ombelico è un bottone da premere, quando voglio

capovolgermi.

Non sono che una massa di visceri e materia grezza,

Devo rompere le mie ossa? Bere il mio sangue diluito nel vino?

Dovrei dragare la vecchia tristezza dal mio petto?

Non di più,

Tutte quelle antiche palle di fuoco, inghiottite calde, lasciale giù.

Lasciami sputare aliti di introspezione, pezzetti di Me,

In modo che quando me ne sarò andato, sarò nell’aria.

VII

Qualcuno che io sono è nessuno.

Qualcosa che io ho fatto è niente.

Qualche posto dove io sono stato è nessun posto.

Io non sono me. Che dire delle risposte

Per le quali devo trovare domande,

Tutte queste strane strade

per le quali devo trovare città,

Grazie Dio per i Beatniks.

(da: Poesia degli ultimi americani, traduzione di

Giulio Saponaro)

 

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