Lazzaro felice – Alice Rohrwacher

(visto da Francesco Masala) – un film a cui voler bene

dicono in tanti che il film ricorda qualcosa di Pier Paolo Pasolini e Ermanno Olmi, Zavattini e De Sica, Elsa Morante.
a me ha ricordato Bella e perduta, di Pietro Marcello, un film di umani e animali, di innocenti e vittime.
e però è tutto di Alice Rohrwacher.
dentro il film c’è una/la storia d’Italia, la schiavitù, il progresso, l’innocenza che salva il mondo, Lazzaro è come uno di compagni di san Francesco di Rossellini, così fuori dal mondo da sembrare pazzo.
diceva Morante che i bambino salveranno il mondo, aggiungiamo anche gli innocenti dal cuore di bambino, Lazzaro sembra non capire cosa succede, o forse è l’unico che capisce la sostanza delle cose, ha l’intuito, come un lupo, che gli altri hanno perso, e un sorriso disarmato e disarmante, ma non per tutti.
penso che a Ernesto de Martino e a Giulio Angioni questo film sarebbe piaciuto, voglio pensarlo, e lo penso.
a me è piaciuto moltissimo.
buona visione
redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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