Zanotelli, petrolio, Nassiriya e retorica di guerra

L’intervista ad Alex Zanotelli (su Adnkronos) con le polemiche e la risposta di Tonio Dall’Olio

«L’Iraq è davvero una grande patata bollente… Ma la presenza militare italiana non deve più esserci, non possiamo più stare in un Paese che abbiamo contribuito a distruggere. Diverso è il discorso relativo alla presenza civile italiana, di assistenza alla popolazione». E’ quanto sostiene all’AdnKronos padre Alex Zanotelli, missionario e pacifista.

«L’Iraq è stato distrutto da una guerra completamente ingiusta, tutta costruita sulle menzogne dell’Occidente, contro cui una delle poche voci che si sollevò allora fu quella di Papa Giovanni Paolo II – sottolinea il religioso – il popolo è stato annientato, tutte le relazioni sono saltate. Restare in una situazione del genere è un obbligo morale per la comunità internazionale, anche per noi italiani, ma non con i militari: servono ben altre presenze per ricostruire quel territorio e rimettere in piedi quella società».

Per padre Zanotelli poi «anche i militari vittime dell’attentato a Nassiriya non andrebbero definiti ‘martiri’, in quanto noi eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio: guardiamoci in faccia e diciamoci queste cose, anche se purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo e costa una valanga di insulti… ma è questa la cruda verità. Cosa ci stanno a fare, ancora oggi, i soldati italiani in Iraq, come del resto anche in Afghanistan? Noi occidentali li aiutiamo a fare la guerra all’Isis? Ma se in Siria abbiamo abbandonato i curdi, che hanno davvero lottato contro l’Isis».

LE REAZIONI – «Preti così possono far perdere la fede – commenta all’Adnkronos Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, ex ministro della Difesa e vicepresidente del Senato – Il Papa, o chi per lui, dovrebbe esaminare le parole» pronunciate da padre Alex Zanotelli, «che per un cattolico possono essere vere e proprie bestemmie».

«Profondamente rammaricata dalle parole pronunciate da padre Alex Zanotelli sui nostri connazionali caduti nell’attentato terroristico di Nassiriya, soprattutto nel giorno in cui l’Italia tutta onora la memoria di quegli eroi» è Giorgia Meloni. «Oggi, da un sacerdote e missionario come lui, mi sarei aspettata una preghiera e un rispettoso silenzio nei confronti di uomini massacrati e uccisi a migliaia di chilometri di distanza dai propri cari perché impegnati in una missione di pace. Parliamo di quegli stessi uomini – ricorda la leader di Fdi all’Adnkronos – che proprio oggi, nella Basilica dell’Ara Coeli, l’arcivescovo Marcianò ha amorevolmente definito ‘maestri di pace’. Padre Zanotelli si renda conto della gravità delle sue parole e chieda scusa alle famiglie dei nostri caduti: è il minimo che può fare».

Durissima la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini alle dichiarazioni del sacerdote: «Questo signore non sa quello che dice, dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa ai parenti dei nostri morti: è indegno di dirsi prete! Scriverò direttamente in Vaticano».

Di parole «gravi, offensive e indecenti, e da cui spero che la Chiesa prenda immediatamente le distanze» parla Anna Maria Bernini di Forza Italia. «La Chiesa non può parlare come un centro sociale – dice Bernini all’Adnkronos – Per Zanotelli, mi riesce difficile anche chiamarlo ‘padre’, i Caduti di allora non sono martiri, perché erano là ‘a difendere il nostro petrolio’. Una definizione che fa ribrezzo, lontanissima dalla cristiana pietà. Una vergogna».

Per Giorgio Mulé, portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia, «le parole di padre Alex Zanotelli sui militari italiani uccisi in Iraq sono sovrapponibili a quelle di chi sostiene che Falcone e Borsellino furono vittime di un ‘incidente di lavoro’. Si tratta di bestemmie: nei confronti di chi le pronuncia c’è solo da provare un’infinita pena».

«Non ci sono né martiri né eroi, nei migliori auspici possiamo contare su professionisti seri che fanno il loro dovere, è il caso delle forze armate – dice all’Adnkronos il generale Dino Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica – Riconosco a Padre Zanotelli la coerenza e nient’altro, che non è poco di questi tempi. Ma siamo su campi diversi».

A replicare alle parole di Alex Zanotelli è anche Marco Intravaia, figlio di Domenico, il brigadiere dei carabinieri caduto a Nassiriya il 12 novembre 2003: «Ricordo al reverendo Zanotelli il significato della parola ‘martirio’: il sacrificio della vita accettato in nome della fede. Mio padre sapeva che sarebbe morto di lì a poco e ha immolato la propria vita in nome dell’Italia e della sua difesa, fedele fino all’estremo sacrificio al giuramento prestato alla Repubblica». C’è “rammarico e indignazione” nelle parole di Intravaia. «Padre Alex Zanotelli farebbe bene a recitare delle preghiere per l’anima di mio padre e dei sui commilitoni – aggiunge – piuttosto che dire sciocchezze e offendere la memoria dei nostri caduti e l’impegno delle nostre forze armate nei teatri operativi».

LA RISPOSTA ALLE POLEMICHE – Padre Zanotelli risponde alle critiche. «Tutto ciò serve solo ad alimentare polemiche e non risolve nulla. Ho semplicemente posto un problema, null’altro – sottolinea all’Adnkronos – Chiaramente siamo vicini alle famiglie dei militari uccisi e ci uniamo al loro dolore e alla loro sofferenza e su questo non vi è alcun dubbio. Però non sono eroi, sono parte di un sistema di guerra. Da tutta questa demagogia di guerra dobbiamo uscirne fuori, perché così ci facciamo solo del male. Ognuno poi può pensare quello che vuole. Cristo si è fatto crocifiggere per tutti noi, è stato lui a inventare la non violenza, Gandhi ha solo seguito la parola del Vangelo. Per me è la dimensione della mia fede» conclude padre Zanotelli.

Ritenendo che possa rappresentare occasione di presa di coscienza collettiva e motivo di rilancio delle ragioni della nonviolenza riproponiamo l’articolo di Tonio Dell’Olio in sostegno a padre Alex Zanotelli, direttore responsabile di Mosaico di pace. È possibile comunicare la propria adesione e aggiungere la propria firma, scrivendo a: info@mosaicodipace.it oppure aggiungendo il proprio nome e cognome e “aderisco” nei commenti al medesimo articolo su Facebook.

di Tonio Dall’Olio (*)

Sono francamente esterrefatto della polemica che si è scatenata attorno alle affermazioni del nostro direttore (Mosaico di pace) Alex Zanotelli. Giriamo su una tale giostra mediatica che soprattutto i politici sembra non aspettino altro che poter conquistare due righe su un sito che a sua volta si duplica come un pericoloso batterio su mille altre pagine online e sui social. Alex Zanotelli non ha affermato altro che ciò che la dottrina e la tradizione della Chiesa sostengono da secoli: il martirio è un’altra cosa e non è categoria che possa essere utilizzata strumentalmente per i militari che hanno perso la vita nel corso delle loro missioni. Se Salvini – come ha detto – scriverà in Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della fede glielo ribadirà. Se non scrive, si risparmia una brutta figura. Persino il generale Dino Tricarico, che fu capo di Stato maggiore dell’Aeronautica lo ha detto: “Non ci sono né martiri né eroi, nei migliori auspici possiamo contare su professionisti seri che fanno il loro dovere”. Riguardo poi ai fini reali per i quali furono sacrificate quelle vite umane, la storia ha provveduto a diradare ogni nube e ogni falsa prova costruita a tavolino. Nel tempo ci sono stati capi di Stato, figure di spicco della politica internazionale e analisti che hanno concluso che i nostri interessi in Iraq non erano certamente quelli di difendere i diritti umani. Fosse così, saremmo impegnati ogni giorno su mille fronti di guerra nel mondo. Se gli Usa e i suoi alleati scelsero di scatenare la “Guerra del Golfo” è soltanto perché quel sottosuolo, a differenza di altri, è impregnato di petrolio. E nessuno si azzardi a dire che Alex abbia mancato di rispetto a quelle vittime! Chiunque lo conosce sa della sua sensibilità e della solidarietà col dolore. Anzi, lui e i nonviolenti hanno rispettato le vittime (tutte) di quel conflitto sicuramente di più di chi le ha mandate a morire.

Primi firmatari

La redazione di Mosaico di pace (Tonio Dell’Olio, Nicoletta Dentico, Anna Scalori, Rosa Siciliano)

  1. Giovanni Ricchiuti, presidente Pax Christi
  2. Giuliana Mastropasqua, vicepresidente Pax Christi
  3. Don Renato Sacco, coordinatore nazionale Pax Christi
  4. Adriana Salafia, consigliere nazionale Pax Christi
  5. Sonia Zuccolotto, consigliere nazionale Pax Christi
  6. Giovanni Fusar Poli, consigliere nazionale Pax Christi e coordinatore Punti Pace Nord
  7. Liliana Ricchiuti, consigliere nazionale Pax Christi e coordinatrice Punti Pace Sud
  8. Luciano Ghirardello, consigliere Pax Christi
  9. Gianluca Grandi, consigliere nazionale Pax Christi
  10. Gianna Badoni, Consigliera nazionale Pax Christi
  11. Mauro Innocenti, Consigliere nazionale Pax Christi
  12. Antonio Armenante, Consigliere nazionale Pax Christi
  13. Luigi Bettazzi, già presidente internazionale Pax Christi
  14. Gianni Novelli, Cipax
  15. Diego Cipriani, Roma
  16. Filippo Ivardi Ganapini, Direttore di Nigrizia
  17. Fernando Zolli, missionario comboniano
  18. Padre Ottavio Raimondi, missionario comboniano
  19. Daniele Moschetti, missionario comboniano a Castel Volturno

(*) Fonte: Mosaico di pace

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di Vauro: è vecchia ma purtroppo sempre vera, in ogni Paese dove l’Italia interviene con le armi e/o per vendere armi

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Solidarietà a Padre Alex Zanotelli dopo l’ennesimo attacco della bestia di Salvini

    E’ la sesta volta che Salvini genera lo shitstorm contro il missionario comboniano

    di Redazione, Pietro Giovanni Panico

    https://www.meltingpot.org/Solidarieta-a-Padre-Alex-Zanotelli-dopo-l-ennesimo-attacco.html

    Una vita per gli ultimi, italiani e non.
    Una vita a contrastare le organizzazioni mafiose.
    Una vita nelle periferie africane ed italiane, dove la miseria si attacca alla vita come la scabbia.
    Per questo è giusto esprimere massima solidarietà al missionario comboniano Alex Zanotelli dopo l’ennesimo attacco mediatico subito.

    Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha nuovamente criticato il sacerdote tramite un post sui social, scatenando la furia (gogna) cieca dei sostenitori leghisti.
    Non è la prima volta: sono molteplici [1] i post in cui l’ex ministro attacca Padre Alex, consegnandolo di fatto alla cattiveria del web, agli insulti ed alla violenza verbale.

    La querelle s’inasprisce all’indomani dei casi Diciotti e Sea Watch: il prete degli ultimi difende la bontà delle operazioni delle imbarcazioni umanitarie e nello specifico prende le difese di Carola Rackete, mentre l’allora ministro dell’Interno apostrofa la donna come “comunista tedesca traghettatrice di immigrati” (Post di Facebook del 5/09/2019).

    Cos’era successo?
    Carola Rackete si era rifiutata di assecondare gli ordini impartiti da Salvini, prestava quindi soccorso ai migranti nel Mediterraneo e si opponeva alla volontà del Viminale di riportarli in Libia [2]. Rispettava, nonostante le pressioni e minacce di arresto, l’obbligo di salvataggio, il non-refoulement e il successivo sbarco dei naufraghi in un porto sicuro.
    Rackete veniva assolta dal GIP da ogni accusa, invece il leader della Lega è ancora indagato per “sequestro di persona” e vedremo se scapperà da un altro processo, come successo con il caso Diciotti, avvalendosi dell’immunità parlamentare.

    Il modus operandi per attaccare il missionario comboniano segue un copione ben preciso:
    foto e/o articolo di quotidiano appoggiato su uno dei social di Salvini correlato da un commento provocatore per istigare la pioggia di insulti.
    Gli ultimi ieri: “sembra si sia fumato tutta la Giamaica”, “non sei un vero cristiano”, “non è un uomo di Chiese e dovrebbe essere processato perché non è degno di far parte della Chiesa cristiana”, “soggiorno forzato in casa di riposo”, “privo di carità”, “falso”, “usi droga scadente”, “ai tempi dei Medici ora sarebbe un cumulo di carbone e cenere. E nessuno se ne dispiacerebbe credo”, “cialtrone” e purtroppo molto altro.

    Ma chi è Zanotelli, così odiato dalla gentaglia “salviniana”?

    Padre Alex inizia la sua attività di aiuto in Sudan nel 1965 e ci rimane per otto anni fino al 1973): ha sostenuto la popolazione Nuba, perseguitata e falcidiata dalla guerra civile (anche nei tempi recenti: basti pensare ai raid ed alle esecuzioni del 2011).
    Per il suo sostegno ai poveri e per le denunce focose contro la corruzione dilagante, viene considerato “indesiderabile” dal Governo locale e gli viene successivamente negato il visto d’ingresso.
    Viene anche accusato di sincretismo da esponenti religiosi. Il motivo: le sue celebrazioni avvengono prestando “troppa” attenzione alla tradizione africana, cosa evidentemente mal digerita dal clero. Fa inoltre grande pressione per una maggiore trasparenza dei finanziamenti internazionali e nazionali. Risulta essere personaggio scomodo quanto in terra straniera quanto in terra italiana.
    Tornato in Italia, infatti, denuncia le disparità sociali creata dai vertici politici, il business di armi dei Paesi occidentali e l’ingerenza dei paesi europei nelle guerre locali del continente africano per accaparrarsi le risorse.

    Nel 1989 lascia nuovamente l’Italia, decidendo di portare conforto ed aiuto concreto nel Kenya falcidiato dall’AIDS, dalla prostituzione, dagli slums, dalla povertà più misera.
    Si reca a Nairobi, precisamente nella baraccopoli di Korogocho, che sorge in mezzo ad una discarica radioattiva: è il quarto slum più popoloso del Paese e conta 180.000 persone dimenticate dal governo locale e dall’umanità intera. Vi rimane per undici anni, fino al 2001, rischiando la propria stessa salute.
    Rientra in in Italia e sceglie Napoli, il rione Sanità.
    Qui, insieme alle associazioni del territorio, presta soccorso alla fascia di popolazione emarginata, a quei ragazzini facili prede della camorra, ai migranti costipati in abitazioni fatiscenti. Si batte per i diritti e la dignità delle minoranze rom, per l’acqua bene comune, per la salvaguardia dell’ambiente contro il biocidio, ed infine al contrasto delle politiche autoritarie contro poveri e migranti dell’ultimo quinquennio.
    Questo è Padre Alex.

    Note

    [1] Matteo Salvini, Facebook, post su Padre Alex Zanotelli:
    – 09/07/2018 ore 11.00
    – 22/12/2018 ore 17:05
    – 12/01/2019 ore 19:32
    – 09/02/2019 ore 09:01
    – 30/06/2019 ore 12:10

    [2] https://www.meltingpot.org/E-il-ministro-dell-Interno-che-dovrebbe-finire-sotto.html

    [ 21 novembre 2019 ]

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