Le spose di Damasco

di Taleb Ibrahim

(«Damascus bridal peace protest ends in prison» per RNW – http://www.rnw.nl/english/ – 29. 11. 2012, traduzione di Maria G. Di Rienzo)

Un «matrimonio con la libertà» nella capitale siriana Damasco, la scorsa settimana, è finito con quattro “spose” portate via di forza dalla polizia. Non si sa dove esse si trovino attualmente ma loro protesta ha attirato l’attenzione e continua a risuonare in un Paese dilaniato dal conflitto.

Rima Aldali, Kinda Alzaaour, Lubna Alzaaour e Ruaa Jaafar si sono vestite da spose e hanno camminato, gridando, per il famoso mercato Medhat Pasha durante l’ora di punta. Portavano striscioni rossi su cui stava scritto in lettere bianche: «Siria per tutti noi. Voi siete stanchi e noi siamo stanche. Vogliamo un’altra soluzione per la Siria. La società civile dichiara la fine delle azioni militari in Siria».

La dimostrazione è terminata bruscamente quando membri delle forze di sicurezza siriane e soldati dell’esercito regolare in mimetiche e vestiti antiproiettile hanno preso le giovani donne in custodia. Originariamente la protesta dove essere molto più ampia. Un’attivista, che ha chiesto di restare anonima, ci ha detto che chi aveva pianificato di prendervi parte all’ultimo momento, per timore dell’arresto, ha desistito. E le quattro sono andate avanti da sole.

Una delle “spose” arrestate, Rima Aldali, è una figura controversa in Siria. La sua coraggiosa determinazione l’ha portata a innalzare uno striscione che chiedeva libertà di fronte al Parlamento siriano mentre molti altri non osano nemmeno parlare di libertà in casa propria. I suo commenti su Facebook sono sgraditi ai gruppi conservatori, i quali l’hanno accusata di ateismo e di offendere l’Islam. Infine, stanno chiedendo il suo omicidio.

La protesta delle “spose” ha comunque catturato l’immaginazione di molti, in Siria, con video e foto che si diffondono rapidamente attraverso i social media. Rafidah Alkhabaz, poeta, ha condannato l’arresto delle giovani e l’attivista politica Nada Alkhush le ha descritte come la voce di un movimento che non si fermerà sino a che non avrà raggiunto «il nobile scopo della libertà e della costruzione di società civile».

BREVE NOTA

Le traduzioni di Maria G. Di Rienzo sono riprese – come i suoi articoli – dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/.  Il suo ultimo libro è “Voci dalla rete: come le donne stanno cambiando il mondo”: una mia recensione è qui alla data 2 luglio 2011. (db)

 

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