Le tragedie dei profughi…

… e gli imprennditori della paura

di Gian Marco Martignoni (*)

Vauro-migranti

Se la foto di Aylan, pubblicata da «il manifesto» e da «La Stampa» del 3 settembre, ha scosso l’opinione pubblica mondiale, al contempo si è sviluppata una ampia discussione sull’opportunità della sua pubblicazione. Carlo Freccero, su «il manifesto» ha sostenuto «che si tratta di un raro caso di messaggio progressista», mentre la stampa locale – qui a Varese – ha ospitato alcuni contributi di una certa levatura.

Angela Grassi, su «La Prealpina» del settembre ha richiamato lucidamente l’opera magistrale di Primo Levi, argomentando che «se questo è un uomo, abbiamo l’obbligo morale di svegliarci, e pertanto non possiamo chiudere le nostre porte ai migranti». Franco Ferraro, caporedattore di Sky Tg24, su «La Provincia» del 4 settembre, nel chiedere perdono ad Aylan, ha sostenuto che mostrare quella foto alle coscienze più resistenti può ulteriormente segregarle, «provocando uno choc negativo, lame di ghiaccio a ibernare quelle stesse coscienze».

Sempre Angela Grassi si è domandata «come possiamo continuare ad assistere a manifestazioni contro l’approdo dei migranti, una costante soprattutto nel nostro varesotto e nel Nord?».

La risposta a questo interrogativo è abbastanza semplice: la costante di queste manifestazioni soprattutto nel Varesotto e nel Nord Est è l’esclusivo prodotto dei fomentatori di odio contro i migranti, giacché la Lega Nord e i gruppuscoli di destra, che non casualmente la fiancheggiano, si sono fatti imprenditori della paura per biechi fini elettorali.

Diversamente le nostre popolazioni “marine” non solo seguono e convivono con le regole del mare, che da sempre prevedono che i pescatori siano i primi soccorritori di chi si trova in difficoltà nelle acque, ma entrano letteralmente in trepidazione finché non approdano a riva gli annunciati sbarchi dei migranti.

Per queste ragioni, e con enorme piacere, ho sentito parlare, in una conferenza svoltasi all’interno dei Palazzo dei Normanni a Palermo (era il 1 luglio) di quali politiche di accoglienza l’Europa dovrebbe mettere in campo, a partire dalla predisposizione di opportuni corridoi umanitari per combattere gli scafisti e le mafie locali, per dare una risposta dignitosa ai nostri fratelli – sottolineo fratelli – che vengono dall’altra sponda del Mediterraneo.

Passeggiando per Palermo ho visto le vie tappezzate da un manifesto assai singolare, che ho trascritto, a futura memoria, sul mio taccuino:

     SALVINI PARASSITA

Sempre presente in TV.

Sempre assente nel Parlamento Europeo.

18 mila euro di stipendio al mese

CORRUZIONE E MAZZETTE

su appalti e grandi opere

e vieni a farti le vacanze

a SCROCCO in SICILIA

per parlare d’emergenza

Infine le manifestazioni l’11 settembre delle donne e degli uomini scalzi in oltre 70 città italiane, a partire da quella organizzata alla mostra del cinema di Venezia, oltre a essere segnate da un’estesa partecipazione del mondo associativo e sindacale, hanno dimostrato che la cultura dell’accoglienza ha solide basi per affermarsi anche nel nostro Paese.

LA VIGNETTA E’ STATA “RUBATA” A VAURO

Redazione
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