Letizia scrive a Orhan Pamuk *

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                                                                                                                                                                                   Nuoro (Italia) 22/01/16

Caro Pamuk, le scrivo…

così, senza pretese, le scrivo per colmare quel vuoto che mi circonda, per puro egoismo, per sentirmi distante da una realtà mediocre nella quale tuttavia ho ancora fiducia, le scrivo per placare il mio desiderio struggente di verità che mi porta a evadere ogni volta che posso in pullman immaginari e senza meta, le scrivo per la gioia di scrivere, anche così, senza risposta, le scrivo per sfamare il mio egocentrismo di individuo quale io sono, perché per me è salvezza.

Le scrivo perché ho visto “Hüzün”, l’ho toccata, ci ho parlato, ed ammaliata vi ho stretto un patto indissolubile secondo il quale posso provare le gioie più forti solo se contrapposte alla tristezza più profonda. Ma questa è la vita e io la amo, e l’ho amata, quando ho capito che vita è il primo uomo sulla terra, l’immobile pietra marmorea che guarda il passare della storia attraverso lo sguardo delle statue greche, perché in fondo la parte buona dell’Occidente è quella dove nacque la civiltà, dove l’uomo volle raggiungere la perfezione pur sapendo di non riuscirci.

Amo il passato ed il presente per poter amare il futuro. “La nuova vita”. Amo.

Non so a quale dei due Orhan giungerà questa lettera, spero a tutti e due.

Le scrivo perché qui,”se non sogni il tempo non passa”.

Letizia, 16 anni

 

* gentile lettore o lettrice che passi di qui, se hai letto le parole di Letizia, e magari conosci qualcuna/o che può recapitarla a Pamuk, non avere paura di mettere in contatto Letizia con lui: lei sarà felice e a Pamuk non credo dispiacerà. Lascia un messaggio, se puoi.

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • Vorrei dire a Letizia che anche se non posso metterla in contatto con Pamuk, la metterò in contatto spirituale con i miei studenti e i miei amici dopo che ha conquistato il mio cuore. Che creatura meravigliosa sei, Letizia.

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