Libri a cascate, rasoi inutilizzabili e altro

Escono libri a cascate. Molti sono servili, brutti, inutili. Ma per fortuna tanti continuano a emozionarci, informarci, inquietarci. Ho il piccolo privilegio di poterne leggere (e recensire) molti anche se meno di quanto vorrei. A volte mi manca il tempo ma spesso anche … gli spazi per poterne parlare. Certo vi siete accorti che in Italia la libertà di stampa si restringe perfino nel minor spazio dato alla cultura, anzi alle culture, o nel trasformare tutto in merce fatiscente. Io ci provo: piccole dighe da dentuto-laborioso Castoro (questo il titolo della mia rubrica che esce, in media ogni paio di mesi, sulla rivista Come solidarietà per tentare di meglio incanalare quel che scorre. Sotto il pavè c’è l’erba – era uno slogan del ’68 – e sotto la merda dei Poteri arroganti scorrono comunque fiumi e rivoli di vita, intelligenza, libertà.

Ritorna il castoro. Zampe e dentoni sono arnesi da poveracci (se volete competere con editori multinazionali) eppure può uscirne qualche piccola diga per tentare di incanalare il liquido vitale che scorre nei libri buoni e/o utili, che quasi sempre non sono quelli delle grandi case editrici. Stavolta il castoro si avventura su 7 canali e ognuno viene introdotto da una frase; solo alla fine del viaggio ne verrà svelato l’autore.

1 – Senza rasoio che si fa?
La prima frasetta: «Nella società attuale, dove c’è ancora gente che si dà fuoco nelle piazze, è difficile dire ciò che si pensa di essa: Si è obbligati a contrabbandare le parole». E’ noto che «in natura non c’è complicazione senza necessità» ma il cosiddetto «rasoio di Occam» purtroppo non funziona nel vivere sociale dove le complessità sono tante e necessarie. Vediamo se qualche libro recente aiuta a muoverci nella complessità senza troppe rasoiate. Considero una lettura obbligatoria l’edizione annuale di «Guida per l’informazione sociale» curata e pubblicata dall’Agenzia Redattore Sociale; l’edizione 2010 (624 pagine per 20 euri) si muove in 13 macro-aree: carcere; infanzia e adolescenza; famiglia; anziani; lavoro; salute; emarginazione e povertà; disabilità fisica e mentale; droghe e dipendenze; criminalità, giustizia e sicurezza; economia e finanza etica; volontariato e terzo settore; immigrazione. Se avete l’idea contro-corrente che per avere opinioni (o progetti) occorre studiare, conoscere i fatti ecco uno dei libri da avere sottomano.
Come sa chi sbircia le castorate, qui si ritiene che femminismo, storia delle donne, pensiero della differenza restino questioni centrali. Di violenze e corpi, identità e modelli, di politica e relazione ragiona «Essere maschi» (Rosenberg & Sellier: 256 pag per 18 euri) di Stefano Ciccone con il sotto-titolo «Tra potere e libertà». Ciccone è presidente della rete «Maschile plurale»: gruppi che non si riconoscono nei modelli dominanti. Sarebbe interessante che «Come» lasciasse spazi per un confronto fra questi gruppi e le riflessioni del femminismo sulle nuove-vecchie forme di soggezione e mercificazione dei corpi nell’Italia dove gli scandali sessuali (o presunti tali) sembrano contare più di quelli economico-politici. Di corpi ma in modo più lieve parla Isabella Poggi: «Le parole del corpo» (Carocci: 160 pag per 16 euri) con il sotto-titolo «Introduzione alla comunicazione multimodale». Eì vero che gesti, sguardi, contatti fisici spesso smentiscono le parole? Questo agile saggio ci aiuta (persino con fotografie) a capire quante lingue “parli” il nostro corpo.
Per finire 4 titoli della Erickson, casa editrice che offre testi preziosi per la scuola e la formazione. Il primo autore non ha bisogno di elogi, essendo Edgar Morin: «Il gioco della verità e dell’errore: rigenerare la parola politica» (180 pag, 14 euri) ci porta nella «età dell’incertezza», nella «preistoria dell’umanità mondializzata». Quasi in parallelo «Il soggetto ecologico di Edgar Morin: verso una società mondo» (180 pag, 16 euri) dove Sergio Manghi si muove fra relazioni e barbarie, possibilità e disperazioni con la bussola moriniana. E’ una ristampa, anzi una nuova traduzione, «Esperti di troppo: il paradosso delle professioni disabilitanti» (124 pagine, 12 euri) con scritti di Ivan Illich (uno dei “santi provocatori” del secolo scorso), di Irving Zola e altri. Infine un librone (360 pagine per 125 euri) curato da Urie Bronfenbrenner con titolo «Rendere umani gli esseri umani» e sotto-titolo «Bioecologia dello sviluppo» assai intriganti.

2 – Migranti, razzismi, meticciati.
La frase che apre questo sentiero è: «Tutti gli esseri umani sono miei fratelli e dappertutto mi sento a casa». Fra tanti saggi e ricerche di grande interesse ma un po’ appesi al cielo del pensiero ecco i preziosi racconti quotidiani raccolti da Maria Rosaria Baldin: «Avanti il prossimo» (La Meridiana: 116 pag, 14 e.) ovvero «Storie sospese tra burocrazia e immigrazione»: non aggiungo altro perché su «Come» Hamid Barole Abdu ne ha già tessuto le lodi. Per capire in che guaio siamo è indispensabile «Rapporto sul razzismo in Italia» (manifestolibri: 288 pag per 22 euri) curato da Grazia Naletto con saggi e schede di Paola Andrisani, Sergio Bontempelli, Giuseppe Faso, Annamaria Rivera e altre/i. Se ancora qualcuno avesse dubbi sul «razzismo consensuale» alimentato dai massmedia mediti sulla sintesi di Marcello Maneri.
Due testi svolgono lo sguardo più al futuro prossimo che all’ altroieri. «Una nuova generazione di italiani» (Franco Angeli: 144 pagine per 14 e) ovvero «l’idea di cittadinanza tra i giovani figli di immigrati» una ricerca curata fa Enzo Colombo, Lorenzo Romaneschi e Chiara Marchetti fra le cosiddette «seconde generazioni». Affascinante la copertina (di Claudio Bighignoli) con Mazzini, Vittorio Emanuele, Cavour e Garibaldi rielaborati in versione multi-etnica e coerente con la tesi di «Rifare gli italiani» (Emi: 112 pag per 9 euri) cioè «cittadinanza e Costituzione: una risposta alla sfida educativa» dove Antonio Nanni e Antonella Fucecchi ragionano sulle competenze necessarie perché la scuola affronti… il “terzo Risorgimento”.
Se i fatti sono testardi, la forza dell’inconscio è tale da spiazzare anche i più realisti. Non per caso si intitola «Nuovo immaginario italiano» (sotto-titolo: «Italiani e stranieri a confronto nella letteratura italiana contemporanea»: 336 pag, 22 euri) che Maria Cristina Mauceri e Maria Grazia Negro pubblicano per Sinnos: si indaga minuziosamente su come la letteratura mostri (e/o inventi) stranieri integrati e in via di integrazione, le figure della clandestinità eccetera. Libro da meditare per quella parte della società italiana che (come scrive armando gnisci nella prefazione) «si contrappone a quella del potere e della massa colonizzata e volgare che criminalizza, tassa, espelle, violenta e tratta i migranti come non-persone». Forse avete notato che armando gnisci è stato scritto senza le abituali maiuscole. E’ una sua scelta: come per la statunitense bell hooks, un «atto di ri-nominazione» per assumere una nuova identità, diversa da quella anagrafica.

3 – Le guerre e un’incerta pace
«Meglio rigirare per sette volte la canna del fucile fra le mani, meglio rimandare la scarica al giorno dopo». Durante la guerra d’Algeria – fra il 1954 e il ‘62 un milione di morti – una giovane recluta francese rifiutò di partire in nome del comandamento evangelico. Grazie a Il pozzo di Giacobbe editore (160 pag, 18 euri) viene finalmente tradotto in italiano «Tu non ucciderai» di Jean Pezet ovvero il «diario di un obiettore di coscienza alla guerra di Algeria». Un libro attualissimo per credenti e non.
E’ un “memo”, agile e utilissimo, «Niente di vero sul fronte occidentale» (Rubettino: 178 pag, 12 euri) di Ennio Remondino, uno dei non molti giornalisti rimasti in Rai che faccia con decenza il suo mestiere. Il sotto-titolo «Da Omero a Bush, la verità sulle bugie di guerra» e l’efficace copertina (un carroarmato costruito con giornali riciclati) invogliano. E sarà bene farsi tentare perché Remondino non solo racconta, recuperare memorie perdute (dal Lutero antisemita alle origini sarde di Marat), svela l’ambigua pace che “fabbrica” guerre ma ha ancora voglia di inquietare come mostra questa citazione: «alla fine del libro e sostanzialmente anche del mio percorso in Rai, una proposta, un’ultima provocazione per chi legge». Ma per sapere di che si tratta… dovete prendere il libro.
Irriverente il titolo scelto da Simone Pieranni e Mauro Crocenzi per il libretto (106 pag, 10 euri) uscito da DeriveApprodi: «Brand Tibet: la causa tibetana e il suo marketing in Occidente». La tesi è che una così complessa questione non può essere ridotta a un marchio commerciale per vendere spiritualità o per campagne anti-cinesi.
Se poco in Occidente si sa del Tibet, ancor meno si conosce del fardello di sangue che grava sui popoli di Myanmar (la Birmania), Guatemala, Congo e confuse restano le informazioni storiche persino su Balcani, Sudafrica e Medio Oriente. Per chi volesse approfondire questi conflitti, magari confrontandoli con un altro tipo di violenze (il terrorismo e la mafia) tornano molto utili gli atti del convegno «Riconciliare l’Italia, riconciliare il mondo» appena pubblicati da Regione Toscana con Ucodep, Manitese e Cospe. E’ un dossier per le scuole secondarie, in distribuzione gratuita: si può chiedere a volontariato@ucodep.org oppure al numero 0575 182481.

4 – Culture e storie, sostantivi plurali.
«Pare che la maggior parte degli esseri umani non abbia bisogno di distinguersi. Mentre ciò che è più importante per una persona o un’altra è proprio la differenza».
I valori dell’Islam, il nuovo codice di famiglia, la monarchia, il femminismo «di Stato», i segni e i simboli del corpo… Rita El Khayat con «Cittadine del Mediterraneo» (Castelvecchi: 278 pag, 22 euri, prefazione di Emma Bonino) ci porta «nel Marocco delle donne» ed è un viaggio da non perdere.
Molte le strade anzi le «Altre x-roads» (Bacchilega editore: 15 euri per 176 pagine fittissime) che propone Franco Minganti. I due sotto-titoli spiegano: «Modi dell’espressività afroamericana. Jazz, cinema, letteratura, storytelling, performance». Mappe di geografia “umana” per non fermarsi al già noto e per capire meglio il vecchio.
Mappe politiche nella nuova edizione della guida «Only Planet» (168 pag in italiano e altrettante in inglese per 13 euri) che la Emi propone con Focsiv, cioè la Federazione delle ong cristiane impegnate nel servizio internazionale. E’ divisa in tre sezioni: assicurare la sostenibilità ambientale; viverla nel Nord del mondo (con le tre Italie nel mirino)… e nel Sud (Ecuador, Cile, Zambia, Madagascar, Burundi, Bolivia, Brasile, Burkina Faso).
«Del vento soltanto ho paura» è la frase che apre la bella prefazione di Rita Martufi e Luciano Vasapollo a «Futuro indigeno: la sfida delle Americhe» (Jaca Book: 368 pagine, 35 euri) dove hanno molti scritti amerindi sui popoli originari, i loro rapporti con la «madre Terra», con l’agricoltura, con l’educazione e con le scelte politiche dell’oggi.
Sempre interessante quel che ci arriva dall’Argentina. Stavolta vale segnalare due titoli. «Il fioraio di Peron» (Stampa alternativa: 160 pag, 14 euri) è un romanzo di Alberto Prunetti; «la complessa realtà argentina non poteva essere descritta meglio» sintetizza Valerio Evangelisti. Ed è ancora Alberto Prunetti il curatore di un libro maledetto, nascosto e sequestrato per anni dai militar-fascisti argentini: «Patagonia ribelle» di Osvaldo Bayer – ovvero «una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’ Argentina degli anni Venti» – che esce da Elèuthera (anche questo 160 pag per 14 euri).

5 – Rom e i cugini Rac.
«Amo il grido che è nelle parole, la stella che danza». Tre libroni e una piccola antologia di racconti. Col romanzo storico «Assiotea (la donna che sfidò Platone e l’Accademia)» Adriano Petta ritorna, in forma di giallo politico-filosofico, ai conflitti fra Ragione e Religione che animano tutti i suoi libri: 340 pag, 15 euri, pubblica Stampa Alternativa. Un salto alla fine del 1800 con il nuovo romanzo di Tariq Ali: «La donna di pietra» (300 pag, 19 euri) è pubblicato – come i tre suoi precedenti che fanno parte dell’«Islam quintet» – da Baldini Castoldi Dalai.
Un altro salto ai cosiddetti “anni di piombo” italiani con la ristampa di «Lavoro ai fianchi» (Il maestrale: 256 pag, 17 euri) che Marco Lombardo Radice e Luigi Manconi scrissero nel 1980 per raccontare «alcuni giorni nella vita del commissario Luigi Longo» e guidarci – o forse perderci – in alcuni dei misteri che si intrecciano al bivio fra lo Stato delle trame e le Brigate rosse.
Brevi invece quanto ammalianti «burle, bozzetti, ritratti, piccole atrocità» che Marco Peressi – lo avete incontrato su «Come» – ha raccolto in «La città perduta» con il supporto di «Cani e canaglie, apologo natalizio»: 64 pag, 8 euri, pubblica Lampi di stampa. Lo spazio sta finendo e dunque restano fuori un sacco di altri romanzi recuperati nel prossimo Castoro

6 – Che bello ristampare.

«Il tempo uccide il tempo come può». I media segnalano solo le novità e non le ristampe economiche. Noi nuotiamo contro-corrente, dunque con piacere registriamo che «Memoria del fuoco», la trilogia di Eduardo Galeano, è ora nella Bur a un prezzo accessibile.

7 –Giocare si può sempre
«Sono un antropoide frugivoro». Finiamo giocando. Con il nuovo libro di Stefano Bartezzaghi «L’elmo di Don Chisciotte: contro la mitologia della creatività» che Laterza pubblica (120 pag, 10 euri) nella bella collana «I libri del festival della mente» e con «Dieci giochi che sconvolsero il mondo» (296 pag, 28 euri per la manifestolibri.) di Massimo Casa.

7 bis – Se tutte le strade vanno a Roma…
… quel poeta tenero e rabbioso di nome Georges Brassens invitava a cercare «Le strade che non portano a Roma» e così si chiama il libro che raccoglie (il sotto-titolo in questo caso è necessario) «riflessioni e massime di un libertario»: Coniglio editore, 96 pag per 10 euri. Se già amate le canzoni di Brassens sarà un modo per ritrovarlo, se non lo conoscete… correte il rischio di innamorarvi.

Redazione
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