L’Italia continua ad inviare armi in Egitto nonostante il caso Regeni

tratto da http://www.controlacrisi.org/

“Nonostante l’orrendo omicidio di Giulio Regeni, sono continuate le spedizioni di armi sia di tipo comune che militare dall’Italia all’Egitto”. Così (all’agenzia Dire) Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia.

“Il database del commercio estero riporta infatti esportazioni di armi e componenti per un valore di 1.012.416 euro, tutte spedite nel mese di aprile da una o piu’ aziende con sede nella provincia di Brescia, e di 357.247 euro di munizioni inviate nel mese di luglio. Nello specifico si tratta di 1.030 pistole semiautomatiche, 135 fucili a canna liscia e di 1.533 caricatori.

Sono armi e munizioni che potrebbero essere destinate anche all’utilizzo da parte delle forze di polizia e degli apparati di sicurezza egiziani- sottolinea Beretta- vi sono inoltre 380mila euro di armi o munizioni di tipo militare. Sarebbe pertanto necessario che i ministeri competenti facessero chiarezza sui destinatari e utilizzatori finali di queste armi”.

Dal 21 agosto 2013, una decisione del Consiglio Affari esteri dell’Unione europea chiede agli Stati membri di sospendere le licenze di esportazione verso l’Egitto per qualsiasi attrezzatura che potrebbe essere usata a fini di repressione interna. Inoltre, con la ‘Risoluzione Regeni’ (2016/2608 Rsp), il 10 marzo scorso il Parlamento europeo ha esortato gli Stati membri ad attenersi pienamente alle conclusioni del Consiglio Affari esteri dell’agosto 2013. Il Parlamento ha chiesto la sospensione delle esportazioni di apparecchiature di sorveglianza utilizzate per commettere violazioni dei diritti umani e invitato il Vp/Ar a riferire in merito allo stato attuale della cooperazione militare e di sicurezza degli Stati membri dell’Ue con l’Egitto.

Redazione
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2 commenti

  • Dovete smetterla con la storia Egitto/Regeni.
    Il problema va risolto nel Regno Unito che si è rifiutato di dare alla magistratura i documenti che riguardano il caso perchè emergerebbe senza alcun dubbio chi dirigeva la spia italiana e per chi e con quale scopo lavorava forse senza rendersene conto. Scrivete pittosto di cosa perde in valore la questione gas per un’Italia povera e con le pezze al culo a vantaggio dei bugirdi che ci hanno sottratto il sostanzioso affare. Questo è lo scandalo non Regeni.
    Finchè ci saranno allocchi o falsi onesti come voi la verità perderà sempre.

  • Francesco Masala

    ammesso, e non concesso, senza prove, che fosse una spia, se “quelli” avessero letto qualche articolo di giornale o letto qualche libro di storia, tutti saprebbero che le spie si catturano, si danno le prove dello spionaggio, a favore di chi lavoravano, si scambiano, si usano, insomma, le spie servono vive.
    torturare e poi ammazzare, “farsi scappare la mano” è da stupidi, e si paga, strano che ai torturatori addestrati negli Stati Uniti non spieghino tutti i passaggi.
    gridare al complotto è infantile, si trovi qualche prova e poi si vede.
    e magari Giulio Regeni si è suicidato e ancora non se n’è accorto nessuno?
    Piero, portatore di Verità vincente, sii anche convincente, o lascia perdere.

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