Lo schiaffo che salva una vita

Una storia dall’Iran ripresa dal «Foglio di Collegamento» del Comitato Paul Rougeau; a seguire trovate la presentazione del numero 214, il sommario e altre informazioni.

È l’alba di mercoledì 16 aprile. Balal cammina verso la forca preparata per la sua impiccagione a Nour, nel nord dell’Iran. Sua madre e le sue sorelle piangono, ma Balal è bendato e non può vederle mentre sale sullo sgabello. Qualcuno tra la folla grida «Perdonatelo!»: la richiesta è diretta ai familiari della sua vittima (7 anni fa Balal, all’epoca 19enne, uccise con un coltello da cucina il 17enne Abdollah Hosseinzadeh nel corso di una lite).
Ora le guardie stringono il cappio intorno al collo di Balal. Anche lui adesso piange. Ed ecco che la madre di Abdollah si dirige verso Balal e lo schiaffeggia. Poi suo marito gli sfila il cappio dal collo. Lo hanno perdonato, risparmiandogli così la vita. Adesso persino le guardie piangono commosse.
La madre dichiara che suo figlio in sogno le ha chiesto salvare il suo assassino. Subito dopo va verso la madre di Balal e le due donne singhiozzano una nelle braccia dell’altra.
Secondo la legge islamica della Sharia, in cambio di un riscatto (detto «prezzo del sangue»), i familiari delle vittime di crimini possono graziare gli assassini dei loro cari.
In favore di Balal si erano attivate organizzazioni umanitarie raccogliendo denaro per pagare il suo riscatto. I genitori di Abdollah hanno deciso in extremis, dopo molte esitazioni e rinvii, di accettare questa offerta e, dal momento che il padre del ragazzo ucciso è un ex calciatore, devolveranno il denaro per la realizzazione di una scuola di calcio intestata al figlio.
Il gesto di compassione dei genitori di Abdollah è una sorta di evento che si verifica abbastanza raramente in Iran. E la legge della Sharia, che prevede la grazia attraverso il perdono dei familiari delle vittime, è la stessa che prevede la pena di morte per giovani e giovanissimi colpevoli di reati non gravi. Ne deriva la particolare ingiustizia e casualità del sistema giudiziario iraniano. Inoltre – come ha rilevato Bahareh Davis, di Amnesty International – la possibilità di essere perdonati solo da parte dei familiari delle vittime, impedisce ai condannati di ricorrere alla clemenza istituzionale che deve essere sempre accessibile secondo gli accordi internazionali sottoscritti dall’Iran. (Grazia)

Care amiche, cari amici,
ecco il sommario dl numero 214 del nostro Foglio di Collegamento.
Questo e’ numero particolarmente ampio perche’ copre un periodo denso di avvenimenti riguardanti i diritti umani e la pena di morte. Avvenimenti belli o, molto più spesso, brutti o raccapriccianti come quelli che verificano in Oriente nei Paesi islamici e anche nel Paese occidentale piu’ avanzato, gli Stati Uniti (e pure in Europa).
Non ci facciamo scoraggiare da cio’ che accade nel mondo ma piuttosto reagiamo tirando fuori le migliori energie per batterci per i nostri ideali.
Notate la relazione sull’udienza tenutasi il 16 maggio davanti al giudice Kelly Case per Larry Swearingen, il nostro amico condannato a morte in Texas. L’onesto giudice ha lasciato aperta la porta alla produzione di ulteriori prove a discolpa di Larry.
Cordiali saluti
Giuseppe Lodoli (Comitato Paul Rougeau)
PS: I numeri arretrati del Foglio di Collegamento, cui fanno riferimento i nuovi articoli, si trovano nel nostro sito www.paulrougeau.org
FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Numero 214 – aprile/maggio 2014
Sommario:
1) Uno schiaffo che salva una vita
2) Agonia di 43 minuti per Clayton Lockett in Oklahoma
3) Rachel Maddox sulla crisi dell’iniezione letale
4) Mancata di nuovo per un soffio l’abolizione in New Hampshire
5) La Corte Suprema fa fare un piccolo passo di civiltà agli Usa
6) Il Texas viola per la seconda volta nell’anno il Trattato di Vienna
7) Il giudice distrettuale dà nuovo respiro al caso di Larry
8) Sedia elettrica e raffica di esecuzioni in Tennessee?
9) Senza fine l’incubo di Aasia Bibi
10) Nel Brunei il codice penale della Sharia
11) In Egitto altre 683 condanne a morte di oppositori
12) Sei le condanne per l’omicidio Politkovskaya, ignoti i mandanti
13) Il perdono, meglio di un’esecuzione capitale
14) College per i detenuti? La proposta suscita rabbia e sarcasmo
15) Tortura ovunque proibita, ovunque praticata
16) Per aumentare la nostra conoscenza della tortura… «Le Iene»
17) L’orsacchiotto nella mia cella – di Fernando E. Caro
18) Dal verbale dell’Assemblea di Firenze del 1° giugno 2014
19) Notiziario; Bielorussia, California, Corea del Nord, Egitto, Gaza, Nigeria, Usa

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI
È di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione. Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente.

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU
Per aderire al Comitato Paul Rougeau scrivici una lettera (o invia un messaggio e-mail all’indirizzo prougeau@tiscali.it) con una breve autopresentazione e con i tuoi dati. Appena puoi paga la quota associativa sul conto corrente postale del Comitato Paul Rougeau. Responsabile dei contatti con i soci è Grazia Guaschino (011 8991482). L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedetela a: prougeau@tiscali.it .Il nostro indirizzo postale è : Comitato Paul Rougeau C. P. 11035. 00141 Roma Montesacro.

Giuseppe Lodoli
Ex insegnante di fisica (senza educazione). Presidente del Comitato Paul Rougeau per il sostegno dei condannati a morte degli Stati Uniti.
Lavora in una scuola di Italiano per stranieri di Sabaudia (LT) (piu' che altro come bidello).

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