Loiano/amianto: ri-aspettando cosa?

di Vito Totire (*)

Comune, Ausl, Regione, Prefettura, Procura della Repubblica: nessun segnale?

Ennesimo esposto inviato alle istituzioni interessate e ai cittadini .

Ricapitoliamo:

  • Il sito cosiddetto ex-piscina di Loiano “merita” una bonifica da tempo, diciamo da alcuni lustri;
  • Una brevissima cronistoria : a) nel 2014 la Ausl avalla l’ipotesi di una rivalutazione da fare dopo tre anni; ma lo fa sulla base di una autovalutazione (self-help?) relativa a una sola delle strutture ricoperte da cemento-amianto! Un gravissimo errore anche perché relativo a un sito dismesso; il quale, per definizione, è considerato dalla comunità scientifica (per ovvie ragioni: mancanza di vigilanza e di manutenzione) un sito ad alto rischio; b) nel 2017 una rivalutazione effettiva non viene effettuata, la situazione si trascina fra pignoramento, discutibili tentativi di vendita all’asta, restituzione al proprietario in data 11 ottobre 2018; c) la Ausl , da noi sollecitata a fine giugno 2018 “tenta” di entrare nel sito il 17 luglio ma “desiste” per motivi imperscrutabili; entra il 9 settembre 2018 e finalmente dichiara che “occorre bonificare entro 90 giorni e fare entro 15 giorni una verifica delle condizioni di staticità”; d) il Comune attende il 15 dicembre per emanare una ordinanza non solo inutile ma anche controproducente in quanto causa di ulteriore perdita di tempo; l’ordinanza viene notificata il 22 gennaio e ogni commento è superfluo ; e) attorno al 6 febbraio e oltre constatiamo la inottemperanza (prevedibile) alla prima parte della ordinanza e notifichiamo l’evento a Procura della Repubblica e Noe di Bologna; non conosciamo l’esito di questa notifica ma gli eventuali effetti penali sono responsabilità non nostra ma del Comune di Loiano; f) constatata l’inottemperanza alla prima fase occorre attendere di verificare la inottemperanza alla seconda fase (bonifica integrale)? A noi pare proprio di no; tuttavia se le istituzioni intendono attendere il 22 aprile dobbiamo sottolineare alcune questioni: 1) un piano di bonifica deve essere presentato un mese prima della esecuzione ; dunque per una bonifica entro il 22 aprile deve essere presentato entro il 22 marzo; in effetti un po’ prima perché ci vorrà una settimana per bonificare e quindi occorrerebbe aprire il cantiere almeno il 15 aprile perché il sito risulti già bonificato il 22; ci dovremmo aspettare dunque la consegna del piano entro il 15 marzo, per andare sul sicuro. Sorge spontaneo un quesito: oggi 23 marzo risulta depositato presso la Ausl un piano di bonifica? Certo la Ausl ha un mese di tempo per approvare e validare un piano ma può farlo con maggiore celerità quindi, in astratto, non è detto che il 22 aprile il sito sia ancora nelle condizioni di oggi. Ma quello che non quadra, in questa vicenda kafkiana, è che le istituzioni – rifiutando ogni possibile approccio pragmatico e ragionevole – stiano perpetrando la pericolosa politica del “passaggio del cerino acceso”; g) evitiamo ulteriori considerazioni per non appesantire la ricostruzione.
  • Quello che si deduce è la totale inadeguatezza delle politiche istituzionali; si è voluto emanare una ordinanza che chiede una condotta inesigibile a un soggetto che non è nelle condizioni di ottemperare; questo si chiama”perdita di tempo” – prassi sempre da evitare ma particolarmente perniciosa quando si tratta un rischio cancerogeno come l’amianto; alla fine l’intervento dovrà essere fatto con risorse pubbliche (il che non significa rinunciare definitivamente a futura rivalsa) MA NON C’ERA NESSUN MOTIVO DI ASPETTARE IL 22 APRILE. COME ABBIAMO FIN DALL’INIZIO DICHIARATO (ANCHE PRIMA DEL VARO DELLA ORDINANZA “INUTILE” ) IL PROBLEMA VERO E’ CHE LE ISTITUZIONI NON HANNO COMPRESO O NON VOGLIONO COMPRENDERE LA VERA DIMENSIONE DEL PROBLEMA AMIANTO IN ITALIA. Qui non si tratta di generici ritardi e di generica inefficienza, si tratta di mancanza di volontà politica.

Alla prossima scadenza?

Loiano/Bologna, 23.3.2019

(*) Vito Totire, a nome di AEA, l’associazione esposti amianto e rischi per la salute, del Circolo Chico Mendes, del Centro Francesco Lorusso

 

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