Loiano, i rischi della cava Segalara

di Vito Totire (*)

Vito-Loiano

Coltivazione ulteriore della cava Segalara a Loiano ? No grazie.

Perché? La silice libera cristallina è cancerogena: lo dice, dal 1997, Iarc cioè l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro che fa parte dell’Oms – Organizzazione mondiale della sanità – delle nazioni Unite.

In questi anni il dialogo con le istituzioni, sul tema delle coltivazioni delle cave, è stato molto difficile; si è percepito un senso di fastidio da parte istituzionale come se i cittadini volessero carpire segreti industriali innominabili; frequente la tattica dello “scaricabarile”, del tipo della Ausl che risponde “chiedete all’Arpa”. Sia come sia, qualcosa abbiamo carpito in particolare proprio dall’Arpa che a uno dei quesiti posti (circa la presenza di ofioliti contenenti amianto e di silice libera cristallina nel sito che vede in teoria il progetto di ampliamento di Ca’ de Boschi) ha risposto che se c’è presenza di silice libera cristallina nell’area è nella cava Segalara. Testualmente: «per i materiali cavati nella cava di sabbia Sgalara è coinvolta la formazione di Loiano… le arcose sono arenarie che hanno una composizione granulometrica prevalentemente quarzoso-feldspatica; da qui emerge come la possibilità di rinvenire silice libera cristallina sia prevalentemente associata alle lavorazioni della cava Sgalara».

Abbiamo insistito con Arpa per sapere: 1) cosa significa “prevalentemente” in termini di percentuale e di valutazione del rischio; 2) cosa vuol dire “prevalentemente “ alla Segalara rispetto a Campuzzano e Ca de’Boschi. Tuttavia il dialogo si è arenato (e discutendo di arenaria la cosa pare anche prevedibile…).

Ora proprio per la Segalara, all’Unione dei comuni Idice-Savena viene avanzato un progetto di sistemazione/ampliamento.

Sulle “sistemazioni” il dialogo con le istituzioni è stato particolarmente difficile. I cittadini hanno avanzato l’ipotesi dell’accesso alle aree con tecnici di propria fiducia, non come concessione delle aziende , ma sotto l’egida del Comune. Se il Comune non ha detto esplicitamente di no a questa proposta comunque non se ne è fatto nulla, rendendo più problematico e difficile il contributo critico che i cittadini potrebbero dare partendo comunque dalla netta sensazione che i ripristini, in genere, siano ben lontani dall’essere stati condotti in maniera accettabile.

Fermo restando l’assenza di iniziative e provvedimenti concreti sul grave dissesto della viabilità attorno alle cave in esercizio, giunge ora, a ciel sereno la proposta suddetta per la Segalara.

Cosa abbiamo da dire:

  1. Se è legittimo avanzare una proposta di coltivazione è pure legittimo da parte nostra chiedere che venga respinta; se quella cava è connotata dalla presenza di silice libera cristallina dobbiamo sottolineare che si tratta di una sostanza dichiarata cancerogena dalla Iarc nel 1997;
  2. Piuttosto si chiarisca quale è la percentuale di silice presente e se esistono riscontri sull’eventuale impatto sanitario sui lavoratori e sugli esposti in genere (speriamo di no, comunque gli eventuali tempi di latenza sono lunghi); dobbiamo dire che, in questi ultimi due anni, l’unica volta che abbiamo avuto accesso a dati sulla percentuale della silice presente è stato grazie a un comitato cittadino di Savignano sul Panaro; dalle istituzioni niente, l’argomento pare tabù. Tuttavia la chiarezza sulla Segalara (dove secondo Arpa di silice libera cristallina ce n’è di più che nella cave vicine) aiuterebbe ad avanzare sul piano della chiarezza generale a livello territoriale;
  3. Circa l’istanza, pare associata a quella di ulteriore coltivazione, che consta nella gestione di interventi di ripristino: che questi ben vengano. Pensiamo tuttavia che debbano essere gestiti col massimo di precauzioni (per la natura dei materiali su cui si interviene) e col massimo di trasparenza: torna, per questo, attuale la richiesta al Comune di Loiano – ma chiediamo un parere anche alla Città Metropolitana circa la procedura proposta – di garantire il diritto di accesso ai comitati dei cittadini e ai loro consulenti di fiducia; finora i cittadini (accollandosi spese: ma per la tutela dell’ambiente e della salute si fa senza remore) hanno dato un contributo critico utilissimo benché poi il Comune e la Città Metropolitana non ne abbiano fatto tesoro.

La presente comunicazione deve essere intesa come osservazione critica e proposta di confronto all’amministrazione pubblica, all’azienda proponente, ai suoi lavoratori e a tutti i cittadini.

Bologna, 21.7.2016

(*) Vito Totire è presidente AEA – Associazione esposti amianto e rischi per la salute – e portavoce del circolo “Chico” Mendes di Bologna.

 

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