Lupton, Maimone, Romero (Ricardo), un certo Holmes, Viterbo in giallo

5 recensioni giallo-noir di VALERIO CALZOLAIO

Catania (direi). Ottobre 2010. Tornano il docente di storia-filosofia Tancredi Serravalle e il commissario Giacomo Costante. Al primo è ormai nata Chiara, si trova alle prese con i semi della violenza nella propria scuola e con la rimpatriata dei vecchi compagni fra cui la stessa moglie Camilla. Il secondo è geloso di Carla, dovrà scoprire chi ha ucciso l’arrogante figlio di un potente assessore e il ricattatore nella vecchia classe dello stesso Tancredi. Si aiutano, subiscono ammaccature, non se la prendono con filosofia. I veri gioiosi dolenti protagonisti sono Malick e Fatima Senghor, figlio e madre vedovi di un morto sul lavoro, senegalesi bravi forti e feriti da violenze. Per metà del secondo romanzo del bravo ricercatore politico Vincenzo Maimome (“L’ombra di Jago”, Sampognaro e Pupi 2011, pag. 464 euro 20), in terza varia e gradevole, si raccontano i tic dell’Italia e della Sicilia di oggi, la giungla dei rapporti scolastici, il pus della ripulsa per i migranti, la base civile dell’indignazione e della rivolta morale. Poi comincia il giallo, gli assassinii, le indagini, il genere. Cat Stevens con mitica ricetta di Ceebu jén.

 

Londra. Gennaio-marzo 2010. La mamma (separata) avvisa Arabella Beatrice Hemming della scomparsa della sorella 21enne Tess, bella indipendente impulsiva solare artista, incinta di un tutor. Cinque anni di differenza, diverse e legatissime, anche per quella fibrosi cistica che uccise il fratellino minore Leo. Bea vive a New York con il poco amato Todd, promossa manager in un’azienda di corporate identity (?), torna subito in patria, scopre che il bimbo già era nato morto e Tess era molto depressa. Viene trovata dissanguata a Hyde Park. Suicidio dicono tutti, omicidio capisce lei. Si trasferisce nell’alloggio di Tess, eredita il suo lavoro al bar, indaga. Poi comincia a scriverle una lettera e i tempi si sovrappongono: le loro esperienze di profonda sorellitutidine, i due mesi di indagini nei quali conosce chi l’aveva frequentata, gli ultimi dieci giorni fin quando scopre la verità. Bello l’esordio della letterata sceneggiatrice Rosamund Lupton (“Sorella”, Giano 2011, pag. 380, euro 17,50), in tesa prima. Conosce ma non rispetta regole di genere. Segnalo Kipling sui sessi a pag. 200, lo strizzacervelli a pag. 133. Più di musica e cibo.

 

Buenos Aires. Giugno 2010. C’erano una volta tre disadattati tourettici, malati per eccesso di dopamina nel cervello, che produce stupidaggini e tic. Uno di loro viene pestato e quasi ucciso, poi accusato di omicidio, l’impiegato Lucas Abelev, alto allampanato veloce, madre sempre in casa, padre morto; ora sta in ospedale, due gemelli biondi cercano di soffocarlo col cuscino e avvelenarlo col cianuro. Gli altri due amici, il massiccio brizzolato guardiano notturno 55enne Gaspar Maglier e il magro biondo dj clandestino 24enne Federico Myshkin lo proteggono e cercano i cattivi. Tutto ruota intorno all’agenzia di artisti e comparse e casa di produzione film “Estudios Miserere”, contrattini per gemelli e pornografia, gestita dai fratelli Zucker, uno è stato ucciso. Altre morti sono in agguato, sopravvivere è proprio un tic. Simpatico grottesco invero-simile cinematografico esordio italiano per il 35enne argentino Ricardo Romero (“La sindrome di Rasputin”, Sellerio 2011, pag. 222 euro 13; originale 2008, traduzione di Maria Nicola e le sue allieve), in terza varia. Segnalo Buzzati per Natale, a pag. 113. Cantigas e milonghe.

 

 

Arthur Conan Doyle

Sherlock Holmes

Tutti i racconti

Einaudi 2011

pag. 1353, euro 19

(originali 1891-1930, traduzioni di Luca Lamberti)

 

Baker Street, soprattutto. Fine Ottocento – Inizio Novecento, circa. Autore e protagonista non hanno bisogno di presentazioni, né di apparati bio-bibliografici. Conan Doyle visse 71 anni, Sherlock Holmes debuttò nel 1887e non è mai morto, nemmeno Arthur poté ucciderlo, dopo Londra riapparve in una fattoria vicino Eastbourne, innumerevoli epigoni lo fanno spesso risorgere, il cinema lo ha riscoperto, non possiamo proprio liberarcene. I cinquantasei casi delle cinque raccolte (raccontati dal fido dottor Watson, mai in modo “elementare”) si leggono d’un fiato e si tengono in biblioteca a portata di mano, con un “antico” rapporto prezzo – numero di pagine: un permanente “intrattenimento” intelligente!

 

 

Federica Marchetti (a cura di)

Viterbo in giallo 2010,

Il Foglio 2011

Pag 274, euro 16

 

Viterbo. Per sempre. La giornalista gatta nera Federica Marchetti ha ospitato a Viterbo dal 27 marzo al 16 ottobre 2010 ben 7 incontri di 33 scrittrici e scrittori di genere, 16 dei quali hanno anche scritto brevi racconti noir, gialli, thriller, gotici ambientati nella Tuscia, terra anche di papi e terme, ora pubblicati nella simpatica antologia “Viterbo in giallo 2010”. Gli autori sono prevalentemente uomini (13) e laziali (10, di cui 6 romani), di professione e ambientazione varia, diversamente noti (ci sono Limardi e Quattrucci ad esempio, o il traduttore cubologo Lupi), spesso alle prese con mici e fusa. Nel prossimo marzo inizierà la terza edizione della rassegna, amichevole scambio di (prime) esperienze e culture di genere.

UNA BREVE NOTA

Appuntamento con le recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio che in prima battuta escono su “Il salvagente.

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