Mario Lunetta, intellettuale controcorrente

Lella Di Marco ricorda il poeta, scrittore (e molto altro) morto il 6 luglio 2017

Mario Lunetta: intellettuale versatile poeta, scrittore, romanziere, critico, drammaturgo, traduttore, giornalista…

Cresciuto a Roma alla Garbatella, proveniente da una famiglia piccolo borghese segue un normale percorso scolastico fino alla laurea in lettere. Di professione amava definirsi insegnante. Riservato di carattere, non amava mettersi in mostra né rincorrere successi o consensi attraverso la sua scrittura. Non amava parlare di sé, del privato, delle sue passioni, dei suoi sentimenti. Era rispettosissimo dei giovani scrittori di cui leggeva ogni testo che gli veniva consegnato rispondendo con esaurienti critiche,valutazioni, indicazioni, note. Amava la scrittura sia poetica che letteraria di fronte alla quale si incantava in religioso silenzio, come davanti ad un ottimo cibo preparato dalla sua adorata moglie che riusciva anche a tradurre vecchie ricette e a realizzare piatti prelibati.

Amava profondamente il CIBO: nutrimento del corpo e della mente. Senza mediazioni.

Vissuto nel periodo dello sviluppo capitalistico in Italia – con la consapevolezza della trasformazione sociale, antropologica, delle relazioni umane – sente quanto stava succedendo nel senso del cambiamento notevole. Irreversibile. Ma dava l’impressione di uno che alla coscienza dell’apocalisse rispondesse scherzando. Sembrava avere un approccio fanciullesco alle cose del quotidiano. Era un grande collezionista di uccelli di ogni materiale e di ogni stile. Guardarli ma soprattutto toccarli, sentirli nella loro matericità lo rendeva allegro.

Mi sembra banale dire che per capire meglio Lunetta occorrerebbe saper leggere la metafora. Io non ci provo neppure, preferisco prendere in prestito le parole di Gianni Toti che lo considera soltanto UN POETA e per definirlo usa le parole di Percy Bysshe Shelley: «i poeti sono gli specchi delle ombre gigantesche che il futuro proietta sul presente, hanno parole che esprimono ciò che non intendono, le trombe che squillano a battaglia e non sentono ciò che ispirano, l’influsso che non è commosso ma commuove».

AL NOSTRO POETA NON SI ADDICE LA TORRE D’AVORIO.

Predilige il rapporto diretto e infatti nelle sue varie sperimentazioni artistiche con la parola preferisce il teatro drammatico. Gli appare più vivo .Più vero. Più incisivo; percepisce la reazione anche dal brusio.

Ha chiara percezione dell’ininfluenza del letterato sulla politica e della non consistenza culturale dei politici. Di come qualunque espressione letteraria non sarebbe servita a cambiare l’esistente ormai inaccettabile, dove tutto è una rappresentazione della rappresentazione mille volte rappresenta…

Impegnato anche sul piano della politica attiva “di base” – è stato tra i fondatori del Sindacato Scrittori Italiani – non cadendo mai nella lusinga di un’elezione in Parlamento..

Aveva profonda repulsione per il servilismo dei più nei confronti dei parlamentari e non si tirava indietro se – come critico in riviste letterarie – gli capitava di recensire i libri degli “onorevoli”. Era rigoroso come sempre. La consapevolezza della drammaticità della fase storica e del non riconoscimento della letteratura e dell’arte, se non per motivi strumentali, gli procurava angoscia infinita. Come il constatare l’industria culturale volta a premiare gli autori più squalificati e più volgari, perché più sicuri a incontrare i gusti del pubblico. Del resto tale era la posizione di Habermas erede della scuola di Francoforte, il quale assieme ad Adorno e Horkheimer ha sviluppato la fase apocalittica degli esiti funesti dell’industria culturale in senso moderatamente riformista.

Negli anni ’60 il dibattito sul fare letteratura fu vivacissimo ovunque .Nella stessa avanguardia letteraria – dal Gruppo 63 in poi – le linee di rottura con la tradizione andavano sempre più delineandosi. Molti scrittori consideravano ormai la letteratura finita e pensavano la parola o la rappresentazione artistica soltanto come mezzo per un’alternativa letteraria che fosse dentro l’alternativa politica da costruire. Ovviamente dopo aver spazzato via il vecchio.

Nel 68 e dintorni molti pensarono di essere a un passo dalla fase rivoluzionaria e che dunque bisognava cavalcare l’antagonismo anche nella letteratura e nell’arte; altri facevano la loro resistenza casa per casa continuando la sperimentazione nella scrittura; i più estremisti politicamente (quelli dell’ala “maoista”) ritenevano più urgente l’azione rimandando la produzione letteraria a dopo la fase rivoluzionaria.

Oltre ogni considerazione sul corso della storia, quel periodo fu ricco di idee riflessioni, ipotesi operative. Produsse analisi economiche politiche sociali. interessantissime ancora attuali, per esempio su Letteratura e Potere, sulla mercificazione delle idee e delle persone nonché su Poesia e sperimentazione a opera di poeti “solitari”fra i quali ritroviamo lo stesso Lunetta.

Penso siano argomenti la cui conoscenza è poco diffusa; forte e grave l’assenza anche in molti testi scolastici – sicuramente di tutto il secondo Novecento poetico – ma forse è un passaggio storico che deve ancora essere scritto per intero.

 

IMPARIAMO A CONOSCERE IL SANGUE (*)

…ha scritto qualcuno, o magari trascritto, dal momento

che ogni scrittura è fatalmente

una ri/tra:scrizione, senza rimedio-che:

le strutture dell’opera d’arte non sono né cose inerti

né oggetti stabili. Aggiungendo che:

come emergono a partire da una relazione

messa in atto tra l’osservatore e l’oggetto…

esse, si , si risvegliano in risposta

a una questione preliminare, sul limitare di un vuoto

non colmabile… Né da tre né da infiniti furori:

lo si sappia. E così si sappia anche questo,

la letteratura non è il termine neutro

di un sistema neutro, ma il sintomo

di una contraddizione, di una azione che langue:

PER CUI

Impariamo a conoscere il sangue :

il cui centro è in tutte, invariabilmente

le periferie del possibile:

come ora capisco, qui, finalmente:

– dal fitto smeraldo delle isole

– dal fuoco di un ventre sconvolto

– dal clamore di un bouquet di fiori finti

– dal grigio ferro di una radura bruciata

– dal profumo di una camicia di seta

– dal sudore di un kleenex

– da un limbo nero di accuse

– da un lezzo acuto di urina

– dagli alveoli di una mattina asfissiata

Ed è il sogno di un sogno: di una

Costruzione inconclusa, di un’attuata

distruzione: sapendo che nulla

finisce mai completamente, neppure

con la morte:

PER CUI

Se abbiamo, come sembra, imparato a conoscere

il sangue

anche a spese del nostro scheletro, della nostra

carne di vetro,

non fermiamoci a fissare

immagini rétro: e sorridiamo infrangibili e miti

in questi giorni labili, accaniti

decifrando il geroglifico assente

di troppi miti che esibiscono

carte di identità truccate. Andiamo

al mare: là dove il vento guizza a folate

e la sabbia è rossa, come piaceva

al truce Mitridate

(*) da «In-abisso» con post-fazione di Gianni Toti, La camera rossa, collana di poesia diretta da Mario Luzi, edizione Il Ventaglio 1988.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • lella di marco

    correggo un errore di trascrizione
    LA CAMERA ROSSA è una collana di poesia diretta da Mario Lunetta
    e non da Mario Luzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *