Marte-fritto-dì-fs eccetera

1) Cagliari, altro appuntamento; 2) «Alia»; 3) ah Luna che ci fai fare; 3bis) una misteriosa entità si inserisce senza permesso; 4) In edicola «Fantasy & science fiction» e «I cacciatori di incognite»; 5) non vi preoccupate… Melodia torna presto.

 

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1 –

«La guerra dei mondi: scienza e senso comune, quando il virtuale diventa la realtà “più reale”». A Cagliari giovedì 24 marzo – alle 18 – quarto appuntamento della rassegna «Scienza e fantascienza tra conoscenza, inquietudine e meraviglia». L’incontro-dibattito si terrà presso la sala conferenze della Biblioteca Provinciale, parco di Monte Claro, ingresso in auto e a piedi da via Mattei .

Se Morfeo non fosse solo la divinità dei sogni del mondo greco antico? Se uno dei mille figli di Ipno (il sonno) fosse veramente uscito dal mondo dei sogni? Oggi l’impetuoso sviluppo dell’informatica e della telematica ha trasformato il nostro vivere quotidiano. Ma quanto questo sta avvenendo anche nel nostro mondo onirico? E ancora: la realtà virtuale, figlia della ricerca scientifica e di complessi algoritmi matematici, non sta forse scalzando il cosiddetto senso comune immergendoci in un mondo i cui confini tradizionali (realtà “oggettiva” da un lato; e sogno e fantasia dall’altro) si stanno sempre non solo fondendo ma anche più confondendo? Ma esiste una realtà “oggettiva” che non sia inzuppata di fantasia? E che cosa stanno diventando i mondi creati tramite l’informatica e la telematica (dai social network alle ipotesi di Matrix)? Di questo e di tanti altri problemi si parlerà con il fisico informatico Pietro Zanarini prendendo spunto dal libro «Il ponte» di Iain Banks, uno dei maggiori autori della fantascienza di lingua inglese contemporanea. Zanarini è direttore del settore ICT-Information Society del CRS4 (il centro di ricerche avanzate fondato dal Nobel Carlo Rubbia alle porte di Cagliari). Fisico, già ricercatore al CERN di Ginevra (il laboratorio europeo dove è nato anche il World Wide Web), nel 1990 Zanarini approda in Sardegna, per partecipare alla creazione e allo sviluppo del CRS4. Tra le altre cose Zanarini è socio fondatore di ISOC.it (sezione italiana della Internet Society) e co-autore del libro «Finalmente libero!» sul software libero e gli standard aperti.
L’incontro dibattito di giovedì 24 marzo con Pietro Zanarini sarà coordinato da Roberto Paracchini, con le lettura di brani del libro fatte da Rossella Briganti.


2
«ALIA» è una parola che non esiste nella lingua italiana.

Solo per il momento, forse.

Ma per un gruppo di persone, autori e lettori, ha un significato ben preciso fin dal 2003, ovvero dalla data della prima edizione di un’antologia divenuta leggendaria. Significa fantastico – gotico, steampunk, space opera, distopia, horror, fantastico quotidiano, ghost story, fantasy, weird – scritto da autori italiani e autori stranieri. Siamo arrivati alla dodicesima edizione e alla seconda edizione in formato digitale.

Ma questa dodicesima edizione ha una particolarità: è scritta soltanto da autori italiani. Diciassette autori che hanno deciso di unirsi in un’operazione bizzarra e inattesa nel panorama italiano, accostando i loro testi e creando un’antologia di cinquecento pagine. Un’antologia virtuale, perché l’edizione elettronica è una conferma alla nostra visione corale della narrativa.

Siamo fuori moda, lo ammettiamo.

Siamo superati; collaboriamo piuttosto che litigare, leggiamo prima di scrivere, pensiamo prima di parlare.

Il risultato l’avete davanti a voi: un testo felicemente ricco di sfumature e carico di visioni: allucinanti, spaventose, remote o malinconiche.

Il viaggio di ALIA continua.

Vorreste saperne di più? Cercate e leggete. Come farò io (db)… ci troviamo qui un prossimo martedì. Lo giuro sul nonno di Plutone.

3 –

«La Luna è pianeta» (http://www.focus.it/scienza/spazio/la-luna-e-un-pianeta)

Potrebbe esserlo a tutti gli effetti, secondo una nuova interpretazione dei criteri dell’Unione Astronomica Internazionale. Per Plutone, invece, pare proprio non esserci speranza. Che cosa fa di un pianeta… un pianeta? Il problema, come ben sanno i “fan” di Plutone, è ben lontano dall’essere risolto.

In base a una definizione adottata dall’Unione Astronomica Internazionale (IAU) nel 2006, per rientrare in questa categoria un corpo celeste deve essere di forma sferoidale e avere una massa sufficiente a mantenere la sua orbita sgombra da altri oggetti di dimensioni comparabili. Questi criteri escludono Plutone, ma lasciano in una zona d’ombra anche molti degli esopianeti individuati finora.

Soglia critica. Jean-Luc Margot, astrofisico dell’Università della California di Los Angeles, ha voluto calcolare quale sia la massa necessaria affinché un pianeta raggiunga gli standard richiesti dalla IAU: una definizione matematica che possa essere applicata nel Sistema Solare, così come ai nuovi, presunti esopianeti che si scoprono di continuo.

Un’altra Luna. In base ai suoi calcoli, presentati al meeting della Division of Planetary Sciences la scorsa settimana, la Luna avrebbe tutte le carte in regola (ossia una massa sufficiente) per essere considerata un pianeta anch’essa. Il sistema Terra-Luna, in base a questi criteri, potrebbe essere considerato un pianeta doppio. Ma – precisa Margot – la IAU non ha ancora aggiornato la definizione del termine “satellite”. Se dovesse farlo, nella prossima finestra utile che si presenterà nel 2018, i nuovi criteri potrebbero cambiare il modo in cui ci riferiamo a satelliti e sistemi planetari doppi.

Tristi notizie, invece, per Plutone. Neanche con i nuovi criteri proposti, il pianeta nano potrebbe conquistare lo status di pianeta a tutti gli effetti. Ha infatti troppa compagnia nella fascia di Kuiper per rientrare negli standard proposti. Chi lo vorrebbe finalmente riabilitato a pianeta dovrà farsene una ragione.

 

3 bis –

Mentre l’articolo di «Focus» sfuma… una misteriosa entità (forse senziente) si inserisce, commenta e delira. La “bottega” declina ogni responsabilità per quanto leggerete in questo 3 bis apocrifo, spam, crunch, gremlin … e illegale; è opera probabilmente del duo di folletti bergamaschi Malésen e Sblésen. Chi è malato di cuore salti direttamente al punto 4, poche righe oltre.

«La Luna? e allora ci spariamo un bel:

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?

Questa favolosa lirica me la rileggo tutte le volte che sono nelle Marche (meglio, nelle Marche ho sempre con me Leopardi, i Canti e/o Lo Zibaldone), zona monti Sibillini e in particolare nella Piana di Castelluccio. Ho un sogno, vedere lo scorrere della luna piena tra le pecore in quei monti e vedere sorgere il sole dalla cima del monte Vettore, che ha una particolarità. Dalla cima vedi il mare, il Lago di Pilato (patria del Kyrocefalo Marchesoni), la piana di Castelluccio. Guardando il mare vedi sorgere il sole. Ci sono quasi riuscito, avevamo iniziato la salita un po’ lentamente. Mi raccontavano dei giovani di Norcia che a primavera fanno due “giochi”. Gara di salita del monte Vettore di corsa e passare la notte del solstizio di primavera (con abbondanti beveraggi) in cima al monte per vedere sorgere il sole. Per me è un ancestrale ricordo di riti scomparsi. Ma sono passati già troppi anni e forse “tutti quei momenti andranno perduti nel tempo”. Se non conosci quelle zone, ti faccio una proposta. Con calma ci organizziamo e ti ci porto. … se non t’ammazza il Monte Vettore ti ammazza quanto si mangia bene. La zona è strana, pure troppo. A Montemonaco, UFO, ALIENI et simili sono di casa. Sul sorgere del sole, sì, sono preparato. Dovevo vederlo sorgere e tramontare nel Nilo per capire bene il pensiero mistico di Akhenaton, faraone dalle fattezze molto aliene, e del culto del sole in generale».

Riprende la normale programmazione, la “bottega” si scusa per la misteriosa, indebita intrusione. Purtroppo siamo fuscelli nel vento.

 

4 –

In edicola il numero 14 della edizione italiana di «Fantasy & Science Fiction»: 160 pagine per 5,90 euri. Un buon numero. Fra l’altro c’è «Negazione»un discreto racconto di Bruce Sterling: “discreto” è un complimento visto che di solito odio Sterling e mi fa venire l’orticaria. Indimenticabile la frase finale in «Gli anni insonni» di Steven Utley. Non male «Shiva, apri il tuo occhio» di Laird Barron. Bello e ambiguo fino all’ultima riga «Creazione» di Jeffrey Ford. A suo modo bello anche «Sepoltura domestica» di Dale Bailey. E bello pure il vecchio (1955) «Il mezzolino» di sua eccellenza Leigh Brackett. Il resto bah.

In edicola anche «I cacciatori di incognite» – gran titolo eh? – di Charles Sheffield: se vi piacciono le storie di fs tecnologica ma anche avventurosa fa per voi. Potete leggerlo anche se avete perso le puntate precedenti. E’ l’Urania 1628: portate a casa le 264 pagine con 5,50 euri … o euro se preferite la volgata diffusa ma “ributtante” al (mio) buon senso.

 

5 –

Legioni di fans noteranno con dolore che oggi alle 12 non c’è l’astrofilosofo ovvero il previsto – mai prevedibile però – Fabrizio Melodia. Tornerà fra 7 giorni. Le sue assenze si spiegano così: quando io (db) ho troppa roba da mettere il Marte-dì gli invio in posta elettronica un virus (qualcosa fra la gotta, il cimurro e una lieve forma di licantropismo)… così lui si ammala e questo spazio si libera. Vi saluto proprio mentre dall’FBI – fonti ben informate – mi dicono che Melodia ha finito di ululare alla Luna.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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