Marziani? «Oh no» disse Brown

«Erano tutti insultanti, esasperanti, fastidiosi, sfacciati, brutali, insopportabili, caustici, sfrontati, odiosi, scortesi, esecrabili, diabolici, spudorati, irritanti, ostili, dispettosi, bruschi, insolenti, impudenti, ciarlieri, irridenti, guastafeste, maligni, pestiferi, malevoli, perfidi, nauseanti, perversi, stizzosi, litigiosi, sgarbati, maleducati, sarcastici, biliosi, bisbetici, infidi, truculenti, incivili, pungenti, xenofobi, sbraitanti e zelantissimi nel rendersi insopportabili e nel causare guai a tutti coloro con cui venivano a contatto». E non si può far nulla contro di loro; perché in un batter d’occhio spariscono (si teletrasportano altrove, anzi no sanno kwimmare, cosa ben diversa: come spiegano, il teletrasporto richiede macchine, mentre il kwimm è mentale). I marziani arrivano – un miliardo circa – anzi “compaiono” su tutta la Terra il 27 marzo 1964 per andarsene il 19 agosto. Chi riuscirà a farli sparire (sto semplificando) è la parte più geniale ed esilarante del romanzo.

Accurrite guagliò (traduzione francese: «Allons enfants») in ogni buona libreria oppure su www.delosstore.it che Delosbooks – sempre sia lodata – rimette in circolazione «Marziani, andate a casa!» (diffidate degli abusi esclamativi ma ogni tanto il “!” serve e questo titolo lo dimostra) di Fredric Brown. Il libro uscì nel 1955 e ha già avuto un paio di edizioni italiane ormai introvabili: questa è una nuova traduzione (che non ho ancora letto ma presto lo farò). L’editore lo presenta come «una delle opere di fantascienza più divertenti mai scritte»: non prendetela per una iperbole, è un semplice dato di fatto.

Naturalmente anche in questa geniale presa in giro Brown – sììììììì, quello del fulminante «Sentinella» – infila, alla sua maniera, discorsi serissimi. A esempio c’è uno stregone chiamato Bugassi – «della tribù Moparobi dell’Africa equatoriale» – che viene chiamato dal suo capo. Così la racconta Brown: «Il capo si chiamava M’Carthi ma non era parente dell’omonimo senatore degli Stati uniti». Niente male considerando che Brown scrive nel 1955. Comunque anche trasformare gli invasori, i “mostri” in discoli, malandrini ecc (vedi sopra: in quella frasetta ci sono 42 precisazioni) è una bella, seria provocazione.

Se conoscete persone ossessionate dalla privacy, psichiatri molto seriosi, fans delle Nazioni Unite (ne esistono ancora?) ma anche scrittori/scrittrici di fantascienza ad alto tasso alcolico e in crisi creativa ricordate che la lettura di questo libro potrebbe essere fatale per loro. Lo consiglio invece ai restanti bipedi.

I soliti bene informati fan sapere che a questo romanzo si è ispirato il film «Martians Go Home» (che era ovviamente il titolo originale di Brown) del 1989, distribuito in Italia con il titolo «Balle spaziali 2- la vendetta»: non ne so alcunché (e qualche timore serpeggia nella mia animuccia) ma se qualcuna/o mi informa beh grazie in anticipo.

Redazione
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5 commenti

  • Sabatino Annecchiarico

    Grazie….. stupendo….

  • Ogni volta che sento il nome di F.Brown mi torna alla mente che – a metà degli anni sessanta – Federico Fellini voleva fare un film da un suo libro “Assurdo Universo” del 1948, e rimpiango che non sia riuscito a realizzarlo. Il film si doveva intitolare “il viaggio di G.Mastorna”. La travagliata vicenda produttiva è raccontata dettagliatamente da Tullio Kezich nella sua biografia su Fellini: questo film mai fatto alla fine, è diventato un fumetto disegnato da Milo Manara. ciao Alessandro

  • Lo lessi quando uscì su “Galassia” (CELT), nel 1961, ovvero appena 51 anni fa. Occomecacchiopassailtempo. Brown è stato un altro Grande.

  • Ho letto la nuova traduzione (a proposito è di Salvatore Proietti, cioè una garanzia, che ha anche curato la bella prefazione) e devo dire che è stato rinnovare un piacere.
    Torno dunque a consigliarvi questo romanzo: nell’edizione Delosbooks sono 204 pagine per 12,80 euri (meno l’ebook)
    ciao, db

  • Oggi evidentemente è giorno di precisazioni sui miei errori (ah la fretta, la fretta, cosa fa fare la fretta)
    Dopo quella su Daniel Galouye – ho nientemeno che sbagliato romanzo – ricevo una giusta critica per aver recensito “Marziani andate a casa” di Brown nella vecchia traduzione invece che in quella di Salvatore Proietti.
    GIUSTO, avrei dovuto aspettare e rileggerlo: magari confrontando la nuova traduzione con le vecchie (tanto più che a volte sia Urania che Galassia facevano cose indegne, mi assicura chi ha letto gli originali).
    E ancora mi segnalano che scrivo (continuo a scrivere?) Alistair Reynolds e invece è Alastair con la A; mi devo essere – da sempre – confuso con qualche galassia.
    Insomma grazie a chi mi segnala gli errori, le omissioni, le sciocchezze. Sono un essere fallibile ma spero anche migliorabiile. (db)

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