Massmedia: l’importante è esagerare

Rifondazione lessicale” e assurde iperboli giornalistiche

di Giorgio Chelidonio

La divulgazione di alcune recenti notizie mi ha colpito perché segnate dal travisarne, per spirito di esagerazione, il significato. Ricordo di aver fatto riflessioni simili nell’ormai lontano 1991: parafrasando la neonata “Rifondazione Comunista” dissi più volte di avvertire un crescente bisogno di “rifondazione lessicale” cioè ridare il significato originario alle parole.
Questo mio bisogno era già echeggiato nel morettiano «chi parla male, pensa male e vive male» [LINK 1] le cui radici affondano nell’affermazione evangelica: “la verità vi renderà liberi” [LINK 2].
Qualche anno dopo un monumento alle vittime dei lager nazisti, installato in una piazza vicina a casa mia, mi ha riattizzato questo fastidio perchè erano definite «caduti». Non è solo impressione mia che la differenza fra «vittime» e «caduti» stia nell’aver subìto una violenza, una persecuzione invece di essere morti in un evento bellico, specie se rivestendo ruoli militari attivi. Persino nel sito dell’Accademia della Crusca se ne trova traccia [LINK 3] in una lunga riflessione da cui si evince che la definizione di «caduto» iniziò ad affermarsi a partire dai primi decenni del XIX secolo; fino a dotte pubblicazioni sul tema de “
il mito dei caduti” [LINK 4].

Questo mio bisogno lessicale si è poi riacceso con alcune definizioni pubbliche, oltreché giornalistiche, dei militari italiani morti nella strage di Nassiria: mentre molte cronache dell’attentato ma anche celebrazioni dell’anniversario [LINK 5 ] li ricordano correttamente come «caduti», non sono mancate definizioni di «eroi di Nassiria». Se questa iperbole fuorviante può risultare comprensibile nei titoli giornalistici nel momento emozionale dell’accaduto [LINK 6], ben più incomprensibile è la retorica patriottarda di intitolarvi strade [LINK 7].
Ma evidentemente al peggio non v’è rimedio: la recente notizia del decesso del calciatore Paolo Rossi è stata ineffabilmente titolata come
«l’eroe del Mundial» [LINK 8]. Una ragione in più per ricordare la frase di Bertold Brecht: «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi» [LINK 9].
La serie di iperboli e travisamenti di significati linguistici è risuonata ancora, nei giorni scorsi, persino in una rassegna-stampa su RadioRAI3: ho sentito parlare di «terrorismo islamista», laddove “islamisti” sarebbero invece gli studiosi di testi islamici, mentre «fondamentalismo islamico» meglio definisce l’estremismo violento che travisa i messaggi di certi gruppi. Quest’ultimo caso è accaduto in occasione dell’anniversario dell’attentato avvenuto a Strasburgo l’11 dicembre 2018: delle 5 vittime, la stampa e i media hanno giustamente ricordato la figura di Antonio Megalizzi, anche per ricordarne la sua passione per un giornalismo europeista [LINK 10] ma hanno dimenticato (rimosso?)
Kamal Naghchband.
Quale ricordo può riservare questa diffusa retorica a un rifugiato afgano che da vent’anni viveva e onestamente lavorava, come meccanico, a Strasburgo? Solo siti francofoni del 2018 lo registrano come vittima del terrorismo
[LINK 11]: era «un musulmano praticante, andato (con moglie e tre figlioletti) al mercatino natalizio ed è stato ammazzato, con un colpo alla testa, per essere stato “scelto” a caso dall’attentatore».

LINKS

  1. https://www.youtube.com/watch?v=oQ1WIxtylGc in “Palombella Rossa”, 1989.
  2. Vangelo di Giovanni” 8, 31-32.
  3. https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/caduti-indi-guerra-indel-mare-sul-lavoro-espressioni-diverse-per-tenere-viva-la-memoria-su-eventi-ugualmente-tragici/1754
  4. http://www.grandeguerra.rai.it/articoli/il-mito-dei-caduti/28773/default.aspx + https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842065654 > Mosse G.L:, 2018: Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza.
  5. Un esempio: https://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/260551/nassiriya-commemorati-i-caduti-della-strage.html . Vale precisare che il nome giusto della città sarebbe Nassiriya.
  6. https://www.repubblica.it/diretta/online/esteri-esteri-sabatoiraq/index.html > «Sono tornati gli eroi di Nassiria».
  7. Non mi pare necessario elencarne i casi: basti evidenziare che la ricerca su Google di «Via Eroi di Nassiria» porta a oltre 2000 siti, in maggioranza relativi ad annunci immobiliari.
  8. Un esempio: https://www.agi.it/sport/news/2020-12-10/morto-paolo-rossi-10618439/
  9. Un esempio: https://www.corriere.it/solferino/severgnini/04-10-15/10.spm
  10. https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Attentato-a-Strasburgo-2018-Conte-ricorda-Megalizzi-e-gli-dedica-il-Next-Generation-Eu-3bb26a90-9de0-47d3-8015-46f26af0a86e.html
  11. http://www.labottegadelbarbieri.org/un-meccanico-afgano/

COLONNA SONORA CONSIGLIATA: «L’importante è esagerare» di Enzo Jannacci (https://www.youtube.com/watch?v=u8PSwKYgzpA&list=RDu8PSwKYgzpA&start_radio=1&t=85)

LE IMMAGINI – SCELTE DALLA “BOTTEGA” – SI RIFERISCONO AD ALCUNE VECCHIE E GENIALI COPERTINE DEL SETTIMANALE «IL MALE»; MA OGGI ALCUNE PRIME PAGINE “SERIE” DEI QUOTIDIANI ITALIANI FANNO CONCORRENZA ALLA SATIRA.

 

Giorgio Chelidonio

5 commenti

  • Chelidonio Giorgio

    “Dalla galassia hanno raggiunto la terra”: che anno era? Ricordo di essere entrato in ufficio e aver disteso quella pagina sul vetro che lo divideva dal corridoio. Più di un collega, avvicinatosi a leggere …letteralmente sbiancò !!

    Grazie Daniele per l’associazione a questa prima pagina !!!

  • Il ricordo di Palombella Rossa emerge tra le righe di questo splendido articolo ed è una parabola lieve, poetica, che sovrasta gli sguardi stupiti, anestetizzati dall’informazione confezionata, neutralizzata, insapore, straniante, modaiola, confusa di cui oggi si nutrono i nostri giornali e telegiornali. Le parole sono importanti, sono la nostra storia e il nostro valore. Tra tiri mancini, potenti, in cui la forza sovrasta, impone, legalizza, giustifica, alla risposta di stizza, perché ti verrebbe di schiaffeggiarli sul bordo di una piscina mentre nascondono e tolgono, banalizzano e confondono, arriva poi la risposta leggera e ammirata. Un volo gentile, un tiro il cui effetto è la lentezza e non la forza, in cui si raccontano storie di integrazione, di uguaglianza, di libertà, di solidarietà, e di bellezza. In cui è il risultato sociale che conta, il desiderio di moderazione e di pace, e non la vittoria… ed è di queste notizie che vorrei fossero pieni i giornali… un sogno banale, una mia ingenuità da bambino. Ma non è restare bambini la cosa più bella del mondo, soprattutto a Natale?

  • bruno vitale

    un articolo interessante, utile per una riflessione comune sul ‘parlare semplice’: perchè farcirlo di inutili, sterili, arroganti [LINKS]? e , per ‘parlare semplice’, non voglio assolutamente dire ‘parlare corretto’ o ‘parlare buon italiano’, che odio; ma semplicemente: ‘comme màmmete te facette’! (senza [LINKS]!)

    perchè – come nota la splendida Virginia Woolf – “le parole non sono nei dizionari; le parole sono nella nostra mente”

    (sulla rete: Transcript of Virginia Woolf’s 1937 BBC broadcast)

  • bruno vitale
    – la mia nota non era, evidentemente, per criticare le indicazioni bibliografiche, sempre preziose, che accompagnano i testi sulla bottega; ma per criticare l’etichetta [LINK no.] sempre usata al posto in un banale, umile, perfetto [ref. no.] o [contatto no.] – una specie di sudditanza culturale alla quale ci si abitua senza rendersene conto
    – nel ’50, i giovani sperimentatori che venivano al cern parlavano tra di loro di ‘bersaglio’ per identificare l’oggetto sul quale era (o dove essere) diretto il fascio di particelle accelerate; 2 mesi dopo parlavano tutti – in italiano – di ‘targhetta’ (dall’inglese ‘target’), dimenticando che una ‘targhetta’ era sulla loro porta con il loro indirizzo; è un arricchimento del linguaggio quotidiano il fatto di renderlo – senza alcuna necessità – più ambiguo?

  • Francesco Masala

    La sera di santo Stefano mi è capitato di ascoltare un servizio , alla tv, rainews24, sul ritrovamento, a Pompei, di uno spazio nel quale si vendeva, probabilmente, cibo.

    La “giornalista” ha detto che si trattava di “street food” (se hanno trovato resti di carne sicuramente erano un “hamburger”, no?).

    Come se non bastasse hanno trovato delle ossa di due persone, quelle di un uomo anziano e quelle di un (probabile) ladro in fuga (forse c’era la fedina penale, in inglese?).

    Proporrei quella giornalista per il premio Pulitzer per il giornalismo, che ne dite?

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