Matti. Mauro Vallinotto e quella fotografia del 1970
di Dorino Piras
Esiste una fotografia che è diventata uno spartiacque nella storia della psichiatria italiana e più specificamente torinese. Non tutti la conoscono perché, ancora oggi, suscita un’emozione forte anche nell’epoca in cui pensavamo di aver visto oramai tutto. La storia viene riproposta nella recente mostra “Matti, dall’emarginazione all’integrazione a 40 anni dalla Legge Basaglia” allestita a Rivalta nel castello degli Orsini segnalatami dall’amico Nicola de Ruggiero sindaco di Rivalta. La foto di Mauro Vallinotto fu pubblicata nel paginone centrale dell’Espresso del 26 luglio 1970 e si riferiva al manicomio per bambini di Villa Azzurra di Grugliasco, sempre nella cintura torinese. Raccontano che dopo poche ore dalla pubblicazione, Carabinieri e Magistrato arrivarono a Villa Azzurra iniziando il percorso che portò alla chiusura del manicomio dei bambini e successivamente di tutta la struttura. Molti si sono esercitati anche meritoriamente nella ricerca di significati più o meno nascosti di questa immagine, di trovarne un senso che potesse essere compreso dalla mente di ognuno di noi mentre guardavamo una bambina classificata “senza” una mente. A tanti anni di distanza credo sia ancora importante e necessario riuscire a guardare questa foto, meglio forse senza commentarla o cercarne un racconto. Come se non ci fosse un prima o un dopo.
Il 19 settembre 1978, a pochi mesi dall’approvazione della stessa legge 180, Franca Ongaro (moglie di Basaglia), scriveva: «Il 13 maggio non si è stabilito per legge che il disagio psichico non esiste più in Italia, ma si è stabilito che in Italia non si dovrà rispondere mai più al disagio psichico con l’internamento e con la segregazione. Il che non significa che basterà rispedire a casa le persone con la loro angoscia e la loro sofferenza».
qui, sul sito di repubblica.it, un documentario di Giulia Destefanis sul manicomio per bambini di Villa Azzurra di Grugliasco
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.
La notizia del giorno sulla quale è necessario discutere
Salvini e i 49 milioni in 76 anni: provate a chiedere lo stesso trattamento alla vostra banca
Ma il punto sostanziale non è la questione economica della vicenda giudiziaria: ciò che dovrebbe indignare (e invece vedrete che anche questa volta passerà sotto silenzio da parte della maggioranza) è che un governo che si rivende (e il ministro dell’interno Salvini ne è il protagonista principale) come sceriffo senza pietà contro i furbi e i delinquenti proprio oggi non riesca a proferire parola su questo.
continua su: https://www.fanpage.it/salvini-e-i-49-milioni-in-76-anni-provate-a-chiedere-lo-stesso-trattamento-alla-vostra-banca/
http://www.fanpage.it/
Due pesi e due misure, come al solito. Ma non è stato commesso un reato?
Sull’ipocrisia del genere umano esiste una vasta letteratura. Inoltre, “da che mondo è mondo”, i ricchi e i potenti hanno sempre fatto quello che vogliono e hanno sempre goduto dell’impunita’. E, pur essendo dei delinquenti, dell’ammirazione del popolino.
Tutto, ovviamente, sulle spalle di chi è onesto e della povera gente.
Finirà mai?…
Fondi Lega, quando Salvini protestava contro il pagamento a rate del debito della Lazio
Il leader del Carroccio, nel marzo del 2005, guidava la rivolta contro il trattamento riservato alla società di Lotito, che ottenne di spalmare il debito in 23 anni: “Al piccolo imprenditore i debiti fiscali non li toglie nessuno”, diceva
https://www.repubblica.it/politica/2018/09/19/news/salvini_lazio_debito_lega_pascucci-206832134/