Memoria: la tessera per i 100 anni della Cgil…

… con i versi di Roberto Roversi (*)

Riflessioni – di LELLA DI MARCO – su poesia, diritti e speranza


Ho ritrovato la tessera celebrativa 1893-1993 della Cgil (la prese Roberto, mio marito) con il testo di Roberto Roversi. Poesia civile: lotte operaie, speranza, giovani con le bandiere rosse. [LDM]

robertoroversi.it

«Questo sito intende raccogliere gli scritti di Roberto Roversi e si prefigge di diventare, nel tempo, il più completo possibile.

È un lavoro nato su iniziativa della famiglia e portato avanti dalle Edizioni Pendragon.
Nel panorama dei grandi scrittori e intellettuali del XX secolo, Roberto Roversi è il solo che ha fatto della sua stessa vita il manifesto delle sue scelte politiche e culturali.

Questo sito, rispettando la sua idea di attività letteraria, vuole offrire a tutti quelli che lo desiderano la possibilità di consultare, leggere e scaricare liberamente e gratuitamente ogni tipo di testo (poesie, romanzi, articoli, canzoni, ecc.).

Ogni giorno sarà possibile trovare nuovi articoli, saggi, riflessioni e approfondimenti. Un modo per rimanere costantemente sollecitati dalla scrittura – e dall’intelligenza – di uno dei maggiori intellettuali dei nostri tempi.”

Non voglio sciupare parole che nulla aggiungerebbero alla comprensione del poeta-militante. Ammiro il rispetto e la tenerezza con cui la famiglia, nella sua memoria , continua a praticare i suoi insegnamenti.

Mi capita di avere spesso a casa giovani, vuoi perché hanno bisogno di qualche libro o perché invitati a pranzo da mio nipote, Sono liceali (buone forchette) e a volte mi sorprendono per le domande che mi pongono; tipo come è possibile conciliare il materialismo storico con la religione o «perché festeggiare una LIBERAZIONE dal fascismo, che non abbiamo ancora del tutto ottenuta», oppure «perché la festa dei lavoratori, tenendo presente quello che avviene oggi nel lavoro» o… cosa li aspetta dopo il completamento degli studi. Domande che possono sembrare ingenue , senza entroterra culturale ma non sono infondate, e non si può dare loro una risposta  ricorrendo a filosofismi.

Sono ragazzi che magari non hanno letto «I PROMESSI SPOSI» ma spesso sono informati sull’attualità: per esempio sulle finte cooperative che chiudono dopo un anno di attività licenziando i lavoratori per riassumerli una volta ricostruite con altro nome e altro statuto; lo hanno imparato a casa, dai loro genitori che spesso ci lavorano. Come sono informati delle principali attività illecite che procurano miliardi: produzione di armi, traffico di droga, prostituzione. Sanno dei paradisi fiscali, del traffico di migranti, del lavoro nero Poi sono ragazzi e in loro prevale, per fortuna, l’istinto a vivere e a sorridere anche quando parlano della inadeguatezza professionale e relazionale di alcuni docenti, dei bagni scolastici intasati, delle tapparelle rotte…

Mi viene da pensare: devono imparare, prendere coscienza e tenere presente che “RIBELLARSI E’ GIUSTO”. Ma noi adulti spesso non parliamo – e invece dovremmo – della fragilità dei diritti, delle enormi quantità di denaro illecito che circola in Italia e che finanzia le attività “legali”. Come l’inchiesta svolta a Firenze  che ha fatto emergere la grande operazione di riciclaggio messa in piedi da una comunità cinese di Prato: attraverso i money transfert aveva spostato in Cina (in solo tre anni: 2007-2009) quasi 500 milioni di euro. E il tutto continua… Sembra che in Italia non ci siano sistemi adatti per controllare il riciclaggio né combattere le organizzazioni mafiose: così cifre di tale consistenza attraversano continuamente il nostro Paese che, pur avendo una giurisprudenza antimafia fra le più avanzate del mondo ha “le mani legate” anche per il sistema finanziario-bancario fragilissimo. Le mafie hanno sempre riciclato nelle banche. A esempio il famoso capo mafioso Salvatore Lucania nato a Lercara Friddi (Sicilia ) nel 1897 ed emigrato in USA – dove prese il nome di Luky Luciano – nel 1951, arrivò dalla Svizzera con ingenti quantità di denaro ricavato da traffici illeciti e costruì istituti di credito. Fondò in Sicilia l’Istituto per sovvenzioni e prestiti, dando così vita alla prima finanziaria mafiosa.

L’operazione continua anche ai nostri giorni e in modo globale con intelligenti cambiamenti: i gruppi criminali non sono i proprietari diretti ma entrano – con molti capitali –  nelle grandi banche o finanziarie mondiali, così decidono loro.

Negli anni 70 a Palermo si leggevano scritte sui muri tipo “LA MAFIA E’ BELLA-. LA MAFIA CI CAMPA- LA MAFIA PENSA A NOI –LA MAFIA CI FA LAVORARE”. Oggi in Sicilia i giovani votano Lega e Cinque stelle ma sono sempre senza lavoro.[LDM]

(*) più volte in “bottega” abbiamo parlato di Roberto Roversi o con la sua voce; per esempio qui Scordata: 11 marzo 1977 con i suoi versi in morte di Francesco Lorusso, ucciso a Bologna dallo Stato.

 

Redazione
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