Messico: Pasta de Conchos esige giustizia

di David Lifodi

È trascorso da poco l’undicesimo anniversario dalla strage dei minatori avvenuta il 19 febbraio 2006, quando l’esplosione della miniera di carbone Pasta de Conchos, nello stato messicano d Cohauila, provocò la morte di 65 persone. Tutti coloro che in questi anni si sono battuti per far luce sul più grande disastro minerario nella storia del Messico hanno dovuto fare i conti con lo stesso trattamento: minacce di morte, nel migliore dei casi, se non vere e proprie spedizioni punitive.

Nonostante tutto, l’Organización Familia Pasta de Conchos, che riunisce i familiari dei minatori uccisi nell’esplosione e rimasti in fondo alla miniera, tra le macerie, senza essere recuperati, è tornata ad esigere giustizia dallo Stato messicano, sostenuta dai genitori e dai parenti dei figli dei normalistas di Ayotzynapa, anch’essi desaparecidos per colpa di un potere corrotto e infiltrato dalla mafia dei cartelli della droga con la connivenza di una polizia dedita a traffici illeciti di ogni tipo. Tra le richieste principali dei familiari c’è il diritto ad avere una tomba dove piangere i loro cari che ancora giacciono in fondo alla miniera. Inoltre, l’intento dell’ Organización Familia Pasta de Conchos è quello di denunciare il Messico a livello internazionale per la strage del 19 febbraio 2006 e cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stretto legame tra il governo e le imprese proprietarie della miniera responsabili di aver causato la tragedia, a partire dall’aggressione subita dal figlio di un ex minatore che si è conclusa con la morte del giovane, ma soprattutto è stata provocata da elementi della polizia. La lotta per la giustizia intrapresa dai familiari dei minatori è stata sostenuta dal vescovo di Saltillo Raúl Vera, che a più riprese si è schierato a favore dei diritti dei minatori e delle loro famiglie. La miniera di carbone, che si trova nel municipio di San Juan de Sabinas, è di proprietà di Industrial Minera México e del Grupo México. Se è vero che l’attività di monitoraggio promossa dall’Organización Familia Pasta de Conchos è stata utile ai fini della diminuzione del numero dei lavoratori morti nelle miniere, è altrettanto vero che Pasta de Conchos non solo non è stata chiusa a seguito del disastro, ma la popolazione che abita nei villaggi minerari dei dintorni, spesso composta esclusivamente dai minatori, respira ogni giorno la polvere cancerogena emessa dalla miniera a getto continuo. I residui tossici emanati dal carbone si disperdono nell’aria e rappresentano una delle principali cause di mortalità per i minatori e la gente che vive nella zona.

Per Grupo México e il suo proprietario, Germán Feliciano Larrea Mota Velasco, l’accusa dovrebbe essere quella di omicidio industriale, ma l’imprenditore, insieme al suo socio Xavier García de Quevedo, ha sempre fatto di tutto per evitare che le denunce dei familiari dei 65 minatori deceduti lo incriminassero. Il dramma di Pasta de Conchos è stato ignorato da tre presidenti del paese: Vicente Fox, all’ultimo anno di mandato al momento della strage, il suo successore Felipe Calderón ed Enrique Peña Nieto. Quanto a Vicente Fox, non c’è da sorprendersi del suo comportamento. Germán Feliciano Larrea Mota Velasco e la sua Fundación Vamos México sono sempre stati molto vicini a Fox, che ha ricompensato il proprietario di Industrial Minera México e del Grupo México tramite concessioni per l’estrazione di gas, petrolio e carbone, oltre a nominare funzionari pubblici del Partido de Acción Nacional (Pan) compiacenti verso le sue imprese. Ad esempio, Francisco Javier Salazar, segretario del Lavoro durante la presidenza Fox, era un fornitore di prodotti chimici per il Grupo México di Larrea, mentre il genero era impiegato presso la Secretaría del Trabajo dello stato di Cohauila al momento della strage. Felipe Calderón, in qualità di presidente, ha proseguito sulla linea del suo predecessore, mentre Peña Nieto ha semplicemente ignorato tutte le richieste provenienti dall’ Organización Familia Pasta de Conchos, come del resto ha fatto con i familiari dei normalistas desaparecidos di Ayotzynapa. Finora da Los Pinos sono sempre riusciti ad evitare un’inchiesta indipendente sulla tragedia mineraria di Pasta de Conchos, oltre ad un indennizzo per i familiari degli scomparsi ed un giusto castigo penale per i responsabili della strage.

Enrique Peña Nieto ha preso in consegna dai suoi predecessori l’ordine di coprire le responsabilità di Germán Feliciano Larrea Mota Velasco, Xavier García de Quevedo e delle loro imprese: finora, ci è riuscito benissimo. Purtroppo.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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