Migranti, dopo il corpo l’Alma?

di Mohamed Malih
Non è apparsa nessuna stella all’orizzonte al momento della sua nascita, eppure c’è di che gridare al miracolo. Mai nella storia dei media si è visto tanto clamore per la nascita di un blog. Un blog composto per lo più da migranti, di tutte le generazioni. Anche se ufficialmente non ne possiamo dichiarare più di due: prima e seconda generazione. I migranti di prima generazione sono quelli approdati in Italia praticamente subito dopo lo svezzamento. Mentre i secondi sono nati qua. In tutto disponiamo di due generazioni, non una di più. Per altre generazioni non c’è spazio: vige il numero chiuso. Inutile illuderle e condannarle a un futuro di stenti e clandestinità. Meglio dissuaderle dal venire al mondo.
Proprio in queste ore, a tal proposito (approfittando di un momento di stanchezza dei leghisti) Beppe Grillo e Giovanni Sartori, presi da repentino furore senile, si sono  all’improvviso catapultati nell’agone mediatico brandendo alla cieca l’hashtag  (nota 1) dello jus soli. Mettendosi a cavillare anche loro su chi fra gli stranieri è idoneo ad avere la cittadinanza e chi no. La mia preoccupazione è che a qualcuno non venga in mente ora di indagare, in un eccesso di amor patrio, anche sul dove il malcapitato immigrato fosse stato concepito. Per poi magari decretare che solo i concepiti in acque internazionali potranno semmai fregiarsi della tanto ambita cittadinanza italiana.
Ma jus soli o no, questo blog, appena nato, si sta conquistando un’ampia fetta di cittadinanza.
Richieste di interviste come piovesse. Scatenate le emittenti radiofoniche. Comprese Caterpillar e Radio città del capo.
Per firma di Vladimiro Polchi un articolo, un tantino concitato per la verità, su Repubblica.it. E scusate se è poco.
Insomma come inizio, considerando anche le quasi 2000 (per ora) visite quotidiane non c’è male. Una partenza a razzo. Ma il collettivo tiene ben saldi i piedi per terra e non ha nessuna intenzione di farsi travolgere da cotanto successo.
Anzi, per meglio gestire il futuro brillante che si prospetta, il collettivo intende dotarsi di un comitato redazionale.
Per ora l’unica unanimità raggiunta in proposito è quella di metterne a capo il saggio del gruppo: Karim Metref. Mentre Igiaba Scego, per via della sua passione sfrenata per i microfoni, si è già saldamente piazzata a capo dell’ufficio stampa. Per altro, la sua approfondita e capillare conoscenza di tutte le radio minori di Tor Pignattara sta già regalando ampia visibilità all’intero collettivo. Ma la ragazza è tenace. E non mi sorprenderebbe vederla, in una fugace apparizione, sul palco di Sanremo ad annunciare, sotto lo sguardo benevolo di Gianni Morandi, anche da lì la nascita di A.L.M.A. blog.

http://collettivoalma.wordpress.com/

NOTA 1
Se non siete “modernelli” ecco la spiegazione (Wipedia dixit). hashtag: parole o frasi precedute dal simbolo cancelletto (#) con più parole concatenate, come ad esempio: #realale è il mio genere preferito di #birra oppure ottimo #postrock questa sera con gli #eterea. In questo modo una persona può cercare il termine #realale e la parola etichettata apparirà nei risultati di ricerca. Questi hashtag appaiono anche in un certo numero di siti web di termini più trattati (trending topics), tra cui la homepage di Twitter.

Redazione
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