Modena: «anche io indagato per…

l’occupazione dell’ex cinema Cavour»

di Paolo Brini (*)

Ed eccoci di nuovo qua. La Procura di #Modena che in ferocia repressiva verso gli antifascisti e chi lotta ed in ossequiosità nei confronti del grande capitale non teme di competere con la Procura di #Torino. Quella stessa Procura della provincia emiliana che ha elaborato la arguta quanto orwelliana teoria per cui gli operai che fanno picchetti davanti alle fabbriche sono degli estorsori mentre di converso i padroni che compiono atti antisindacali restano impuniti perché la violazione di tali diritti è considerata “inattuale”. Proprio questa “nostra” Procura ha scritto in questa torrida estate un’altra gloriosa pagina di storia giudiziaria sul solco della coerente linea manu militari Minniti/Salvini. 

Per l’occupazione del ex cinema cavour, edificio della curia da lustri completamente abbandonato, sono stati infatti consegnati avvisi di garanzia (verbali di identificazione) a pioggia nei confronti di numerosi partecipanti alla manifestazione del 3 dicembre 2017 che sfociò nella presa dello stabile in questione. Al di là del mio caso specifico in cui quanto contestatomi è totalmente privo di qualsiasi fondamento fattuale e giuridico, avendo io partecipato al corteo ma non materialmente all’occupazione, il punto di fondo è essenzialmente uno solo. Ovvero, ancora una volta, la repressione ed intimidazione da parte dello stato borghese nei confronti di chiunque lotti. Deve essere costantemente ribadito il messaggio che chiunque partecipi ad un corteo, ad uno sciopero, ad un picchetto può essere processato e condannato. Chiunque osi, nel suo piccolo o in grande, mettere in discussione gli interessi del mercato e dei suoi padroni per conquistare un mondo più giusto è e deve essere trattato come un criminale. Chi credeva ingenuamente che questi scenari riguardassero solo una parte dei movimenti di lotta, quelli legati “ai centri sociali” o al “sindacalismo di base”, si sbagliava di grosso. Già per l’occupazione dell’autostrada A1 al casello Modena Nord da parte di 10mila metalmeccanici nel 2012 vi furono 10 indagini per altrettanti delegati sindacali della Fiom-Cgil. Così avviene oggi. Il fatto che io sia della Segreteria provinciale della Fiom-Cgil di Modena, componente della Direzione Nazionale della Fiom-Cgil e del direttivo della Cgil Emilia Romagna non ha fatto alcuna differenza. Chi lotta deve essere punito punto e basta. Compreso chi come il sottoscritto ha per es. organizzato sotto le bandiere della Fiom, assieme ad altri compagni, 66 giorni di scioperi alla Vapor Europe e ha organizzato l’unico fronte unico di lotta a livello nazionale tra Fiom e si-Cobas, quello alla Carpigiana. Per questo oggi più che mai è necessario che le organizzazioni del movimento operaio tutte, sia politiche che sindacali, scendano in piazza contro questo scempio. A Modena come a livello nazionale. Contro un clima repressivo vergognoso che sempre più ricorda quello degli anni del piombo di Scelba. 

O dobbiamo forse attendere che si torni a sparare sugli operai?

    (*) Paolo Brini è componente della segreteria provinciale Fiom-Cgil di Modena e della Direzione nazionale Fiom-Cgil         

 

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