Morena Fanti: la scrittura è come il maiale

Giulio batteva sui tasti con determinazione:

Gentile direttore generale,

da molti anni lavoro ai comandi dell’azienda, che per me è come una famiglia, con amore e rispetto per il mio lavoro. Rappresento un tesoro di precisione e ho ormai acquisito la necessaria devozione per capire le notizie e il peso delle imprese interessanti.

Ho realizzato per voi in tanti anni un ottimo lavoro di squadra ma so che gestire il budget e presentare un bilancio, non sono le uniche cose importanti per il nostro rapporto di lavoro. So che siamo stati bene insieme ma ormai è giunto il momento per noi di dividerci e di camminare su strade diverse.

Ora il nostro desiderio di successo presenta un lato negativo e non è più una missione comune, perciò lascio la mia funzione di responsabile “estero”.

Da oggi, e per il futuro, termina fra noi ogni rapporto. Penso sia la cosa giusta per tutti.

Vi auguro di proseguire con serenità il lavoro e di raggiungere sempre più grandi risultati  e tanti obiettivi importanti.

Senza rancore

Giulio Blasi

Controllò se c’erano errori e stampò il documento. Lo rilesse e lo firmò, poi lo mise in una busta e si alzò per andare personalmente nell’ufficio del direttore e consegnargli le sue dimissioni.

Marco Rapetti lo ricevette con un sorriso e lo fece accomodare. Giulio gli allungò la busta e Rapetti lo guardò con sospetto come  a chiedergli se poteva aprirla o se doveva preoccuparsi. Lui gli fece cenno di aprire e annuì due volte con il capo.

Rapetti aprì la busta, estrasse il foglio e lesse in silenzio.

Si fermò e rilesse la lettera dall’inizio come se non avesse capito. Poi tese il foglio verso Giulio e disse: “Che significa questo?”.

“Quello che c’è scritto. Me ne vado dall’azienda. Ho realizzato tutto quello che potevo qui e ora voglio sperimentare me stesso con altre aziende e altri settori”.

“Non se ne parla neanche! Tu resti qui e continuerai a lavorare bene come hai fatto finora e anche meglio. Cosa vuoi per restare?”.

“Non resterò. Se avessi voluto un aumento lo avrei chiesto e lo sai”.

“Va bene. Allora oltre all’aumento ti offro il posto di Corsini, direttore della pubblicità e marketing, il suo ufficio, carta bianca per ristrutturarlo come vuoi e mille euro in più di stipendio base. A parte i vari premi e i bonus. E una macchina aziendale nuova, ovvio. E la sceglierai tu. Che mi dici ora?”.

“Di fronte alla tua offerta di stima e anche al resto non posso dire di no. Accetto”.

Il sorriso di Rapetti e la stretta di mano che seguì confermarono la soddisfazione della decisione presa e Giulio tornò nel suo ufficio stringendo nella mano la famosa lettera mentre Rapetti telefonava al Capo del personale per informarlo delle novità e dare disposizioni per acconsentire ad ogni desiderio o richiesta di Blasi.

Giulio si sedette alla scrivania e si fermò a pensare alle belle novità: non credeva di ottenere tanto senza chiedere nulla. Un bel colpaccio! Rimase un po’ così a sognare a occhi aperti, poi si riscosse, mise a terra i piedi e iniziò a sistemare la scrivania. Prese la busta con la lettera di dimissioni e la gettò nel cestino, poi si mise al pc e cercò il file della lettera per buttare anche quello. Posizionò il cursore sul file e stava per cliccare su ‘elimina’, quando ebbe un sussulto.

Suo padre, e prima di lui suo nonno, gli aveva insegnato che è peccato buttare le cose usate se ancora utilizzabili e ogni volta che a lui veniva questa tentazione, gli ripeteva “ricordati del maiale”. Come, papà? Che significa? rispondeva lui.

“Il maiale è buono tutto. E’ buono finché ce n’è un pezzetto. Del maiale non si getta nulla”.

E lui era cresciuto con questa cultura del risparmio e cercava di riutilizzare ogni cosa. Prima di buttare le cose vecchie cercava sempre la maniera di utilizzarle anche se in modo nuovo.

Perciò ora rimase a guardare indeciso. Fissava lo schermo del computer e pensava che la lettera gli era costata tempo e fatica. Buttarla era un peccato. Aprì il file e lo rilesse.

Mentre leggeva un’idea si formava nella sua mente. Due secondi di riflessione e partì a colpi di ‘taglia’ e ‘copia-incolla’. Pochi minuti di lavoro frenetico, qualche piccola aggiunta e, dopo aver salvato il nuovo file, si accomodò per rileggere cosa aveva scritto:

Amore,

da molti anni mi comandi come un generale e non hai rispetto per il mio lavoro.

Eri gentile con me, un tesoro, ma ormai so che rappresento per il nostro rapporto un peso.

Ho realizzato che il bilancio del nostro “lavoro di squadra” presenta un lato negativo.

Ho ormai acquisito la necessaria serenità per capire che siamo stati bene insieme ma è giunto il momento per noi di dividerci e camminare su strade diverse.

Avere una missione comune e la devozione non sono le uniche cose importanti per il rapporto che aspira a grandi risultati. Gestire e presentare il budget “dell’azienda famiglia”, perciò, non è più un lavoro di cui mi sento responsabile.

Termina tra noi ogni funzione.

Ti auguro di proseguire e di raggiungere con sempre più precisione tanti obiettivi importanti. Mandami le notizie delle tue imprese e del tuo lavoro. Penso che ora andrai all’estero, so che è il tuo desiderio e la cosa giusta per tutti.

Avrai, da oggi, un ottimo futuro, un lavoro di successo e tanti anni interessanti.

Ti lascio senza rancore

tuo Giulio

Sullo schermo restavano solo queste lettere:

direttore

per             e

per voi in

di

il

a            di

sia

Vi e

Blasi

Giulio si reputò soddisfatto e  pensò che anche il padre, e perfino il nonno, non avrebbero trovato nulla da ridire se avesse buttato quelle poche lettere. Così fece infatti. Ripulì lo schermo dai residui. Salvò il file e lo allegò ad una mail che aveva preparato per la moglie, poi spedì il tutto.

Ora era soddisfatto: quasi tutto era stato recuperato, come si fa con il maiale, e aveva onorato gli insegnamenti paterni. In fin dei conti, perché sciupare una bella lettera già scritta? Riciclo, è la parola d’ordine.

E poi con la moglie non è che andasse più tanto bene. Forse non tutti i mali vengono per nuocere, si disse Giulio  prima di stampare il documento e archiviarlo.

Redazione
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