«Morire di amianto: un dramma…

… prevedibile, una strage prevenibile». Un libro di Pietro Gino Barbieri

testo ripreso da Medicina Democratica

Estratto dal sito Internet della Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione – SNOP: https://www.snop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=959:morire-di-amianto-un-dramma-prevedibile-una-strage-prevenibile&catid=39:notizie-prevenzione-e-lavoro

Un libro di Pietro Gino Barbieri
C’è ancora qualcosa da dire sull’epidemia delle malattie da amianto in Italia? In apparenza ci si potrebbe sorprendere che …..ancora sì. Tanto che correntemente si conducono e si pubblicano studi epidemiologici che analizzano la distribuzione spaziale e di genere dei mesoteliomi maligni, approfondiscono le relazioni dose-risposta tra esposizione ad amianto e insorgenza di neoplasie di varie tipologie e sedi, proiettano ulteriori luci verso una stima dei rischi per il futuro (ad esempio, determinando quante fibre di amianto ancora si trovano nei polmoni di persone decedute in anni tra il 2009 e il 2011: Casali M et al.
Asbestos lung burden in necroscopic samples from the general population of Milan, Italy. Ann Occ Hyg . 2015;59(7):909-21).Tanto che ReNaM emette nel 2018 il suo sesto rapporto nazionale, con molti dati di interesse attuale. Tanto che sempre nel 2018 si produce un position paper sull’amianto da parte della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) e ad esso seguono repliche che esprimono valutazioni nettamente divergenti.
In questo panorama si inserisce anche un altro tipo di produzione letteraria, in qualche modo anomala perché a cavallo con gli ambiti umanistici, che affronta la questione della “tragedia dell’amianto” in Italia sotto profili diversi: quelli della narrazione di vicende individuali e collettive, del ricordo delle persone, di una dichiarata, palpabile partecipazione affettiva. Sono nell’alveo di questo fiume, pur piccolo e a corso incostante, ad esempio “
Grigio è il colore della polvere” di Luca Ponzi (del 2007, che racconta le donne e gli uomini che lavorarono alla SIA di Grugliasco, nella cintura industriale ad ovest di Torino) e “La lana della salamandra” di Giampiero Rossi (del 2008, che racconta la storia e le storie di Casale Monferrato, nel Piemonte Orientale).
Porta infine molta acqua nell’alveo di quello stesso fiume il corposo volume “
Morire di amianto. Un dramma prevedibile, una strage prevenibile” pubblicato da Pietro Gino Barbieri nel 2019: qui a raccontare è un medico del lavoro lombardo che ha lavorato per molti anni in un Servizio Pubblico per la salute e la sicurezza dei lavoratori che ha coperto e copre il territorio della provincia di Brescia. Di questo Servizio Pietro Gino Barbieri è stato a lungo non solo il direttore, ma anche una delle anime più forti, operando con molta attenzione anche sul tema dei cancerogeni occupazionali e dei tumori da lavoro (non solo da amianto). Cosa ci dice questo nuovo libro?
La provincia di Brescia è caratterizzata da un’elevata industrializzazione – con spiccata vocazione per la siderurgia – ma non ha avuto un vero e proprio polo produttivo di manufatti a base di amianto, fatta eccezione per un’azienda del cemento-amianto ed una di produzione di materiali d’ attrito. Patologie asbesto-correlate erano prevedibili ab origine tra i lavoratori di queste due aziende e non molto di più. Ma da una “ricerca attiva” della patologia sentinella dell’esposizione ad amianto, vale a dire il mesotelioma maligno, avviata circa 30 anni or sono, è emersa un’insospettata e rilevante diffusione dell’esposizione professionale ad amianto in svariati contesti lavorativi “non classici”. Spesso la pregressa esposizione ad amianto è stata svelata proprio e soltanto grazie all’accurata rilevazione del mesotelioma maligno. Il libro ricostruisce le tappe di questo percorso conoscitivo cercando anche di rispondere a un “disturbante” quesito di fondo: le morti da amianto causate da mesoteliomi, carcinomi polmonari e altre neoplasie amianto-correlate erano evitabili? Se sì, in quale misura e sotto quali condizioni? Il testo non si rivolge solo agli addetti ai lavori ma anche a tutti quanti vogliano conoscere a fondo questa vicenda, con ricadute che certamente si estendono molto al di fuori del mero ambito locale ma che riguardano, per varietà di contenuti, tutto il Paese.
L’esigenza di giustizia per le vittime e le difficoltà nell’ottenerla sono poi oggetto di una riflessione critica su tanti scenari processuali (non solo italiani!) nei quali il rigore scientifico spesso sembra perdere significato, già a partire dalla negazione della diagnosi di malattia (particolarmente per il caso dei mesoteliomi), proseguendo poi con la negazione dell’esposizione ad amianto, la sminuizione della sua rilevanza patogenetica, la negazione del nesso tra singoli scenari e periodi di esposizione e causazione del danno. Questo libro offre molte informazioni e molte riflessioni per capire, riflettere, discutere: ancora oggi.

Pietro Gino Barbieri (Brescia, 1953), medico del lavoro dal 1980, è stato direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro della ASL di Brescia e responsabile del Registro Mesoteliomi Maligni della Provincia di Brescia. Si è occupato per molti anni del rischio da amianto e delle malattie asbesto-correlate. È stato animatore di Seminari e Convegni sul Mesotelioma maligno. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull’argomento; consulente tecnico e perito in numerosi processi penali su patologie da amianto.
Per riceverne una copia del libro è sufficiente farne richiesta all’autore, scrivendogli direttamente su pietrogino.barbieri@gmail.com e indicando nome, cognome e indirizzo per la spedizione. Il costo del volume è 25 euro (bonifico sull’IBAN che sarà comunicato).

E su www.medicinademocratica.org vedi anche:

https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=9212 (SOLIDARIETÀ CONTRO LE CENSURE: IL POSITION PAPER AMIANTO DELLA SIML VA DISCUSSO)

https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=9062 (GIUSTIZIA PER GLI ESPOSTI A SOSTANZE PERICOLOSE : BUONE NUOVE DA VICENZA, CATTIVE NUOVE DA BRESCIA/MANTOVA)

 

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