«Negoziare un “Trattato di messa al bando dei Killer Robots”…

per mantenere un controllo umano sull’uso della forza» (*)

A seguire un promemoria di ALEX ZANOTELLI sulle spese militari italiane

Una settimana di dibattito presso la CCW alle Nazioni Unite di Ginevra mentre si moltiplicano gli appelli per una norma internazionale che vieti lo sviluppo e l’uso di armi completamente autonome

Si moltiplicano le voci della società civile e del mondo della ricerca affinché gli Stati membri delle Nazioni Unite decidano l’inizio di negoziati verso un Trattato che proibisca sistemi d’armi che, una volta attivati, avrebbero la capacità di selezionare e attaccare obiettivi senza intervento umano. La Campagna internazionale “Stop Killer Robots” – di cui Rete Disarmo è parte – sollecita gli Stati partecipanti al Sesto incontro internazionale sui sistemi letali di armi autonome (LAWS) iniziato ieri presso l’ONU di Ginevra a votare entro le fine della settimana un esplicito mandato negoziale verso una tale norma internazionale di divieto.

«È sempre più evidente che l’opinione pubblica si oppone fortemente all’idea che sia permesso a delle macchine di selezionare bersagli e utilizzare forza letale senza alcun controllo umano significativo. Permettere una tale evoluzione sarebbe aberrante, immorale, e un affronto al concetto di dignità umana e ai principi di umanità» ha dichiarato Jody Williams, premio Nobel per la pace nel 1997 e presidente della Nobel Women’s Initiative. «È arrivato il tempo per i Governi di ascoltare le crescenti richieste per una nuova norma internazionale che proibisca i cosiddetti Killer Robots».

Oltre 70 paesi parteciperanno alla sesta riunione della Convenzione ONU sulle armi convenzionali (CCW) convocata per discutere di sistemi di armi autonome letali dal 27 al 31 agosto 2018. Il dibattito dovrebbe fornire una serie di raccomandazioni per i futuri lavori su questo argomento. La CCW opera con norme procedurali di consenso, così ogni singolo Stato può opporsi e potenzialmente bloccare una proposta per avviare negoziati. Le gravi sfide legali, operative, morali, tecniche e di proliferazione sollevate dalle armi letali completamente autonome hanno acquisito ampia attenzione sin dal primo incontro del CCW sul tema nel maggio 2014. Tuttavia dopo tutto questo tempo gli Stati non hanno ancora concordato la risposta normativa necessaria per affrontare il problema umanitario e le sfide di sicurezza internazionale sollevate dai Killer Robots.

Recentemente l’Austria e altri Stati hanno proposto di avviare negoziati nel 2019 su un nuovo trattato di divieto, per mantenere un controllo umano significativo sui sistemi di armamento.

La Campagna internazionale “Stop Killer Robots” sollecita gli Stati a sostenere le proposte per un nuovo mandato da affidare alla riunione annuale CCW del prossimo novembre al fine di negoziare un nuovo Protocollo entro la fine del 2019. Durante l’ultima riunione di aprile l’elenco dei Paesi che hanno esplicitamente chiesto una norma di divieto sulle armi completamente autonome è salito a 26, con l’aggiunta di Austria, Cina, Colombia e Gibuti. Praticamente tutti gli Stati che hanno preso la parola nei dibattiti avuti finora, compresa l’Italia con una chiara posizione in tal senso, hanno sottolineato la necessità di mantenere il controllo umano sui sistemi d’arma e l’uso della forza. La Francia e la Germania hanno rifiutato di aderire alla richiesta di un divieto normativo proponendo invece una dichiarazione politica formulata troppo debolmente sul concetto di controllo umano, che la Campagna “Stop Killer Robots” ha respinto come non appropriata e non ambiziosa. Anche l’Italia finora ritiene che la strada da seguire sia quella di dichiarazioni politiche non di norme vincolanti.

Durante l’ultimo incontro Francia, Israele, Russia, Regno Unito e Stati Uniti hanno esplicitamente rifiutato di iniziare negoziati verso una nuova legge internazionale sulle armi completamente autonome. Queste e altre potenze militari stanno investendo ingenti fondi in droni armati e altri sistemi d’armamento con livelli decrescenti di controllo umano: la preoccupazione della società civile internazionale è che progressi tecnologici e nell’intelligenza artificiale rendano sempre più pratico progettare sistemi di armi capaci di operare senza alcun controllo umano significativo. Se la tendenza verso l’autonomia continuerà con il ritmo attuale a breve l’intervento umano inizierà a svanire dal ciclo decisionale per alcune azioni militari, forse mantenendo solo un ruolo di supervisione limitato o semplicemente impostando parametri ampi per ciascuna missione. Somme di denaro disposizione dello sviluppo di armi completamente autonome saranno inseriti nel Fondo Europeo di Difesa in corso di negoziazione nonostante il Parlamento Europeo abbia recentemente votato una Risoluzione che richiede la messa al bando dei Killer Robots. Una simile mozione è stata approvata dal Parlamento del Belgio:  “L’intenzione della Rete Italiana per il Disarmo è quella di chiedere anche al Parlamento italiano di discutere il tema e promuovere una leadership dell’Italia sulla messa al bando delle armi completamente autonome – sottolinea Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – Lo scorso anno si è avuto un primo dibattito con risultati deboli e non soddisfacenti. Speriamo che il nuovo Parlamento affronti la questione sotto una prospettiva diversa, ascoltando anche le preoccupazioni tecniche e militari della comunità scientifica internazionale e quelle di natura etica espresse a più riprese anche dalla Santa Sede».

«Le promesse di maggiore trasparenza e le dichiarazioni politiche deboli sono insufficienti per affrontare le conseguenze di vasta portata che si avrebbero con la creazione di armi completamente autonome» – ha affermato Mary Wareham di Human Rights Watch, coordinatrice della Campagna internazionale – «nulla di meno che un Trattato di divieto sarà necessario per limitare efficacemente lo sviluppo dell’autonomia nelle funzioni critiche dei sistemi d’arma ed evitare di disumanizzare l’uso della forza». 

Campaign to Stop Killer Robots (di cui Rete Italiana per il Disarmo è membro italiano) è una coalizione globale di organizzazioni non governative lanciata nell’aprile 2013 che sta lavorando per vietare preventivamente la produzione e l’utilizzo delle armi completamente autonome “FAWS” (note anche come sistemi d’arma autonomi letali “LAWS”). La campagna fondamentalmente si oppone al fatto che sia permesso a delle macchine di disporre della vita umana sul campo di battaglia o negli intervento di polizia, nel controllo delle frontiere e in altre circostanze similari.

 

Dallo scorso aprile in poi (data della più recente riunione CCW sulle armi autonome) le richieste di intervento sui Killer Robots si sono moltiplicate:

  • Nella sua “Agenda per il disarmo” pubblicata a Maggio il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres si è offerto di aiutare gli Stati a elaborare nuove misure che includano “disposizioni legalmente vincolanti” per garantire che “gli umani rimangano sempre in pieno controllo dell’uso della forza”. 

  • Il 4 luglio, il Parlamento nazionale Belga ha approvato una risoluzione che sancisce il divieto di utilizzare armi completamente autonome, secondo cui l’esercito belga non potrà mai utilizzare tali armi nelle operazioni militari. 

  • Il 7 giugno Google ha diffuso una serie di princìpi etici che impegnano la società a non progettare o sviluppare intelligenza artificiale da utilizzare nelle armi. La decisione è arrivata dopo che Google ha accettato di terminare la sua partecipazione a un programma del Pentagono chiamato Progetto Maven che mirava a identificare gli oggetti contenuti nelle riprese video raccolte dai droni militari.

(*) ripreso da www.disarmo.org

 

70 milioni di € al giorno spesi dall’Italia in armi. E tutti tacciono

di Alex Zanotelli

 

[…] Noi italiani “anziani e responsabili” stiamo in silenzio davanti alla follia degli armamenti, delle guerre, del razzismo e della distruzione del Pianeta. Almeno voi giovani italiani avrete il coraggio di urlare e di gridare? L’Istituto SIPRI di Stoccolma ha rivelato che nel 2017, a livello mondiale, abbiamo investito in armi ben 1.739 miliardi di dollari, pari a 4.5 miliardi al giorno. Il nostro paese, l’anno scorso ha speso in armi 26 miliardi di euro, pari a 70 milioni di euro al giorno. E nel 2017 l’Italia ha esportato armi pesanti per oltre dieci miliardi di euro. Armi e bombe vendute, per esempio, all’Arabia Saudita con cui bombarda lo Yemen, ma vendute al Qatar e agli Emirati arabi, che le usano per finanziare i gruppi jihadisti e qaedisti (Tutto questo in barba alla legge 185 che proibisce al governo di vendere armi a paesi in guerra o che violano i diritti umani!). Abbiamo assistito in silenzio al massacro dei palestinesi a Gaza da parte di Israele, armato fino ai denti anche con armi nucleari. E la corsa al nucleare è sempre più intensa nonostante il Trattato per la Proibizione delle armi nucleari (2017) che il governo italiano non ha firmato. Gli USA da soli, investiranno nei prossimi decenni mille miliardi di dollari per modernizzare le proprie armi atomiche. Queste armi atomiche (“illegali, immorali e illogiche” secondo Papa Francesco) stanno portando il mondo sull’orlo del baratro di una guerra nucleare. Ma non meno grave è la corsa alle armi convenzionali sempre più sofisticate che portano a sempre nuove e spaventose guerre dalla Siria all’ Afghanistan, dallo Yemen all’Ucraina, dalla Somalia al Congo, dal Sud Sudan al Mali, dal Centrafrica alla Libia, dal Sudan alla Nigeria. È l’Africa oggi il continente più infestato da guerre e questo proprio per la sua ricchezza soprattutto mineraria. La conseguenza di queste guerre sono i rifugiati che arrivano sulle nostre spiagge chiedendo asilo e che noi respingiamo.

L’Europa, la patria dei diritti umani, ha infatti dato sei miliardi a Erdogan per bloccare in Turchia chi fugge dalla Siria o dall’Afghanistan ed ha spinto l’Italia a fare un accordo con l’uomo forte di Tripoli, El Serraj, per bloccare nell’inferno libico un milione di rifugiati, torturati e stuprati. L’Europa ha già sulla coscienza oltre 50.000 migranti sepolti nel Mediterraneo. Ora il portavoce del nuovo governo, il ministro degli Interni, Salvini, urla: “Basta ONG nel Mediterraneo per salvare i naufraghi”, e nessun “vice-scafista deve attraccare nei porti italiani”. E vuole espellere dall’Italia 500.000 irregolari. È il trionfo del razzismo, della xenofobia e non solo in Italia, ma anche in Polonia, in Ungheria, in Croazia, in Austria. E non solo a parole, ma con muri, con filo spinato e barriere metalliche con lama di rasoio. Il vecchio continente ha perso la sua umanità! I nostri nipoti diranno di noi quello che noi oggi diciamo dei nazisti. È la nostra Shoah! Il tutto nell’indifferenza e nel silenzio di noi “anziani e responsabili”. La mia generazione, quella nata dalla II Guerra Mondiale e vissuta fino a oggi, sarà tra le generazioni più maledette della storia umana, perché nessuna altra generazione ha talmente violentato il Pianeta Terra come l’abbiamo fatto noi. Vi consegniamo un mondo malato, ora tocca a voi giovani! Tocca a voi, giovani, gridare, urlare, protestare contro un sistema economico-finanziario che impoverisce e affama così tante persone e che violenta il Pianeta Terra, contro la follia degli enormi investimenti in armi che portano sempre a nuove guerre, contro questa onda xenofoba e razzista che mina la UE e il nostro paese. Noi anziani e corrotti abbiamo fatto questo disastro. Ora tocca a voi giovani! “Per favore, decidetevi, prima che gridino le pietre!”.

Tratto daarticolo21.org

(pubblicato il 21 giugno – mentre negli Usa si svolgevano grandi manifestazioni contro “la libera vendita” di armi – ma OVVIAMENTE ignorato da quasi tutti i “grandi” media)

Redazione
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