Nigeria: religione? Io dico petrolio

Il meglio del blog-bottega /164…. andando a ritroso nel tempo (*)

Strage in Nigeria il giorno di Natale 2011. Le prime notizie parlano di morti e feriti in tre esplosioni ad Abuja, nuova capitale, a Jos e a Damaturu. La rivendicazione sarebbe della setta Boko Haram, gruppo che si richiama ai talebani.

Dicono e diranno che è una guerra religiosa.

Mentono.

Vi invito a leggere due testi. Il primo esce in allegato al numero dicembrino della rivista «Altreconomia» (la trovate fra l’altro in molte botteghe del commercio equo) e racconta una ben diversa storia. Si intitola «Il Delta dei veleni» cioè «Gli impatti delle attività dell’Eni e delle altre multinazionali del petrolio in Nigeria»: 32 pagine scritte da Luca Manes ed Elena Gerebizza con le fotografie di Luca Tommasini. Un viaggio «nelle terre di Ken Saro-Wiwa» per scoprire che l’italiana Agip-Eni segue il pessimo esempio della Shell (che lì chiamano Hell, cioè inferno in lingua inglese) e raccontare di una popolazione disperata e di una società civile che chiede aiuto… anche a noi. Nelle conclusioni del libretto il discorso è chiaro: «se come cittadini e consumatori non vogliamo più accettare queste pratiche» – cioè le devastazioni, il saccheggio, le ingiustizie, la repressione – «è arrivato il momento di dirlo». Senza enfasi ma con ragionevole determinazione, Manes e Gerebizza scrivono: «Il caso dell’Eni è particolarmente eclatante: al contrario di altre major europee, l’Eni è controllata al 30 per cento dal governo italiano che ne detiene la quota di maggioranza. Motivo di più per richiedere che la compagnia operi nel rispetto della legge».

Su codesto blog spesso si è ragionato di Nigeria, dove forse si combatterà la «prossima guerra del Golfo» secondo quanto scritto in un libro di Andy Rowell, James Marriott e Lorne Stockman, tradotto in italiano nel 2005. Di frequente si è anche parlato della intoccabile Eni e dei «vel-Eni» che avvolgono l’informazione come la censura totale al libro di Sabina Morandi (**). Come molte volte si è ricordato Ken Saro-Wiwa (lo vedete nella foto) attivista nonviolento e grandissimo scrittore, assassinato dai militari nigeriani per conto dei petrolieri. Ed è, a proposito di Nigeria e di guerre religiose, proprio un suo testo che vi consiglio di leggere. Lo trovate qui Ken Saro-Wiwa: Garga: è, a mio avviso, la spiegazione di perchè la presunta guerra religiosa in Nigeria è una invenzione, una bugia che puzza di petrolio.

(*) Anche quest’anno la “bottega” recupera alcuni vecchi post che a rileggerl, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché 14mila articoli (avete letto bene: 14 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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