No alla finale di Champions League di Istanbul!

Appello al calcio europeo affinché la finale della massima competizione calcistica europea non si disputi nella capitale turca. Per aderire invia una mail a: info@sportallarovescia.it oppure manda un messaggio privato alla pagina facebook di Sportallarovescia

Erdogan attacca il Rojava, l’avanzata turca prosegue; le manovre americane; gli spostamenti dell’esercito del regime siriano. Come se non bastasse il presidente della Turchia, come tutti i dittatori, utilizza ancora una volta lo sport come propaganda e come strumento per accrescere il suo potere.

Non si possono, infatti, chiudere gli occhi davanti all’infame operazione militare del governo turco, ad un’altra aggressione al Rojava e ai suoi popoli e all’ennesimo scempio in Medio Oriente e in questa situazione anche il mondo dello sport deve prendere una posizione chiara e netta.

 

Sappiamo bene quanto lo sport sia politica e chi dice che non sia così sa di mentire ed è innegabile quanto in questi ultimi giorni il tema calcio-politica è entrato a gamba tesa nel dibattito politico internazionale.

Con l’attacco in Siria del Nord, gli atleti fedelissimi di Erdogan non hanno perso tempo nell’esprimere la loro vicinanza al sultano e il loro appoggio alle operazioni militari. Da Merih Demiral, a Hakan Çalhanoğlu, fino ad arrivare a Cengiz Ünder, per rimanere tra i giocatori che militano in Italia, hanno tutti sostenuto Erdogan dai loro profili social. Eclatante, ma assolutamente in linea su quella che è la politica turca, è stato quanto accaduto alla fine di Albania-Turchia. Il gesto di portarsi la mano tesa alla fronte simulando un saluto militare, che compiono quasi tutti i giocatori titolari (e alcune riserve) subito dopo il gol al 90esimo di Tosun, è un modo di omaggiare la decisione presa dalla Turchia di avviare un nuovo intervento militare nel nord-est della Siria.

 

Alla squadra dei sostenitori si contrappone un nutrito numero di sportivi che la pensano diversamente. Sono poche, invece le società sportive che hanno preso una posizione netta sulla questione. L’atleta rappresentativo dell’opposizione a Erdogan è Deniz Naki. Da anni costretto a vivere lontano dalla Turchia, perseguitato e condannato più volte dal regime turco. Ci sono società come il St. Pauli che hanno deciso, a differenza di altre squadre, di allontanare chi ha preso posizioni favorevoli a questa guerra. Il club tedesco – dopo aver discusso con giocatori, dirigenti e tifosi – ha deciso di liberare il calciatore Cenk Sabina con le seguenti motivazioni: “il disprezzo verso i valori alla base della nostra società, tra tutti il rifiuto di qualsiasi tipo di guerra”. Sahin nel suo ultimo post su Instagram ha appoggiato in maniera chiara la guerra portata avanti da Erdogan. Nel frattempo il Basaksehir, squadra molto vicina al dittatore, lo ha invitato a tornare in Turchia per giocare con quella che senza dubbio si può definire la squadra di Erdogan.

 

Sulla scia di questa scelta il calcio europeo dovrebbe avere il coraggio di prendere una posizione chiara su quanto sta accadendo. È vergognoso che la finale di Champions League venga giocata ad Instanbul. Un grande evento che porterà visibilità e parecchi soldi ad uno Stato che ormai da anni sta uccidendo migliaia di persone. L’ultimo intervento militare è soltanto la punta dell’iceberg delle politiche aggressive portate avanti da Erdogan.

 

Come redazione di Sport alla Rovescia invitiamo tutte le realtà di sport popolare, che da sempre hanno scelto da che parte stare, ma anche associazioni, collettivi, singoli, gruppi Ultras, società sportive a firmare questo appello che chiede di spostare la sede della finale di Champions League. Vogliamo consegnare questo documento alla FIGC, con la speranza che si faccia portavoce a livello europeo di questa istanza partita dal basso.

 

Adesioni: Sport Popolare, Palestra Hurricane (Treviso), Ardita due Mari (Taranto), Polisportiva Independiente (Vicenza), Polisportiva San Precario (Padova), La Paz Antiracist (Parma), Crabs (Venezia), Asd RFC Lions Ska (Caserta), ASD Atletico Brigante (Benevento), ASD Atletico No Borders (Fabriano), Laziale e Antifascista, Hopeball, ASD Quartograd (Quarto-Napoli), L’Internazionale, Grifoni Antifa Perugia, Mondiali Antirazzisti, ASD Veterinari Campania, Femministorie (Catania), Palestra popolare Etnea (Catania), Collettivo SPAM (Padova), Curva Pucciadores (Padova), Palestra popolare “Joahnn Rukelie Trollmann (San Vito di Chietino), Autoconvocat* contro la crisi, Armata Pirata 161 (Milano), Minuto Settantotto, Unione Sportiva Stella Rossa (Brescia-Valcamonica), FCD La Querce 2009 (Prato), Afro-Napoli United (Napoli), ASD Flora Inic (Viareggio), Bergamo Antifa United (Bergamo), Palestra Popolare Galeano (Padova), Palestra Popolare Rivolta (Marghera), Palestra Popolare La Fontina (Pisa), Polisportiva antirazzista Assata Shakur (Ancona), I Briganti Rugby – Librino (Catania), Targato Napoli, Maradona y Pelè, FC Rinascita Popolare (Pisa), Atletico Diritti (Roma), Sankara Football Club (Viareggio), Polisportiva Sguna Rossa dell’Etna (Catania), Lokomotiv Jurka (Bergamo), La Resistente Genova (Genova), Mondiali Rebeldi e Progetto Rebeldia (Pisa), Boxe Popolare (Pavia)

 

Singole adesioni: Karim Franceschi, Anna Trieste, Davide Ravan, Tomaso Santinon, Edoardo Bastia, Alessandro Solero, Andrea Mencarelli, Marco Macera, Andrea Aceto, Alessandro Giunta, Fabiano Malesardi, Fulvio Gandini, Bruna Casati, Lucia Tundo, Carmelo Sabba, Massimo Boreani, Marzia Russo, Carla Degli Espositi, Andrea Fioretti, Fede Dalle Fusine, Giuseppe Giallongo, Donato Bisceglia, Marcello Mazzini, Paola Urbinati, Giorgio Barbera, Giuliana Moino, Sonia Migliorati, Roberto Balio, Roberto Escalona, Daniel Barzaghi, Marco Sartini, Gianluca Serafini, Giorgiana Viccaro, Mario Tuccio, Gianluigi Lippo, Emanuel Bartholomew Herrniemand, Borys Naumow, Mario Valentini, Enrico Bobo Montoli, Simone Greco, Antonio Coppola, Giuseppe Cannone, Danilo Natalem, Emiliano Dal Toso, Alessandro Calabria, Rudi Contri Mantovani, Samuele Alotti, Valeria L. Milesi, Matteo Cantalicio, Francesco Fanigliulo, Andrea Pietro Di Lorio, Alessandro Cantelmo, Annamaria Piano, Federico Martelli, Azzurra Parisi, Loredana Bonandrini, Stefano Francesconi, Luca Mazzolini, Claudio Silvestro, Pietro Guerriero, Fiorenzo Longobardi, Quirini Calvaresi, Nicola Migliorini, Antonio Guarino, Chiara Rinaldi, Marta De Rino, Valentina Manna, Jessica Vigneri, Luca Benassi, Giuseppe Nesi, Francesco Esposito, Carlo Liberto, Marcello Argiolas, Lisa Lombari, Bahar Kimyongour, Eleonora Forenza, Sara Visintin, Massimiliano Murgo, Tiziano Trobia, Stefano Grondona, Jan Vecoli, Claudia Candeloro, Francesco Fumarola, Sandro Targetti, Antonio Amoroso, Mariangela De Blasi, Domenica Conte, Mario De Blasi, Giovanna Cavone, Roberta De Blasi, Paolo De blasi, Simona Calabrese, Carlo Liberto, Paola Liberto, Manuela Nicchiarelli, Nadia Izzo, Maria Calabrese, Carmine Labattaglia, Barbara Minisci, Marcello Ciresi, Marianna Vecchio, Domenico Conte, Margherita Tramutoli, Roberto Villani, Silvia Consolandi, Giovanni Bruno, Pietro Antonuccio, Valeria Ronzani, Fabio Pirazzoli, Vincenzo Fasulo, Giulia Lucchesi, Maurizio Bertasi, Marco Paolini, Annalisa Ceolin, Stefania Carulli, Virginia Vavalà

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La redazione della Bottega consiglia anche:

Quando il calcio è un campo di battaglia (di Davide Drago – fonte: Sport alla Rovescia)

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Un commento

  • Sassari. mercoledì 23 ottobre la Rete Kurdistan Sardegna e i tifosi della Dinamo basket solidali, hanno tenuto un sit-in davanti alla sede della Dinamo mentre era impegnata ad Ankara in un match contro la Turk Telekom, per la qualificazione alla Champions League di basket.
    https://www.lanuovasardegna.it/sport/2019/10/24/news/davanti-alla-sede-della-dinamo-per-sostenere-il-popolo-curdo-1.37786955
    Lettera aperta alla Dinamo:
    Cari amici della Dinamo di Sassari.
    La Dinamo è una squadra che si propone di rappresentare il popolo sardo nelle più importanti competizioni di pallacanestro, arrivando a traguardi sportivi che suscitano la passione di tanti tifosi di tutta la Sardegna.
    Ma la Dinamo in questi anni non è stata solo sport, perché attraverso i match ha portanto i valori della comunità sarda e la sua cultura ad incontrarsi con i popoli che stanno al di là del mare: una nazione quella sarda che da sempre afferma la sua specificità e ricerca il confronto pacifico con le altre.
    Domani la Dinamo porterà la bandiera sarda ad Ankara per un match contro la Turk Telekom, per la qualificazione alla Champions League di basket.
    Sarà un’altra occasione di confronto con un popolo fratello, oltrepassando il mare che circonda la nostra isola, ma purtroppo stavolta la partita non si giocherà in un contesto di pace.
    Infatti lo scorso 7 ottobre lo stato turco ha lanciato un invasione del territorio della Siria che ha già causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di profughi che sono dovuti scappare dalle loro case.
    L’obbiettivo della Turchia è quello di distruggere un esempio di convivenza democratica ai propri confini, massacrando i combattenti curdi e arabi che negli scorsi anni sono riusciti a spazzare via l’orrore dello Stato Islamico che minacciava tutto il mondo. La Turchia sta utilizzando milizie islamiste per compiere un vero e proprio genocidio ai danni dei popoli del nord della Siria, con l’obbiettivo di modificare la composizione etnica della regione a discapito soprattutto dei curdi siriani che attraverso la loro rivoluzione democratica rappresentano da anni un pericoloso esempio per decine di milioni di altri curdi che vivono all’interno dei confini dello stato turco.
    Non si può fare finta che tutto questo non stia succedendo, sotto gli occhi del mondo intero.
    Riteniamo che la società e la tifoseria non possano ignorare questo fatto, ma che dovrebbero trovare il modo di denunciarlo, contribuendo a lanciare un messaggio di pace di cui lo sport deve essere promotore.

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