Noi e loro

domani è il primo marzo (“Un giorno senza di noi“) e, come l’anno scorso, questo piccolo blog è a disposizione di chi vuole raccontare o riflettere sulla mobilitazione dei migranti e degli antirazzisti. Mi piace riproporrela bella poesia che Pabuda aveva scritto un anno fa (db)

Noi e loro: separati da un foglio di carta,

duro e buio come la cattiveria.

noi e loro,

transennati in code incomunicanti

per accedere ai comuni incubi delle questure.

noi e loro,

lacerati da un debito plurisecolare:

loro non lo sanno calcolare,

noi non sappiamo come fare per ripagare!

noi e loro,

intimiditi da timori subliminali,

ch’a volte montano in paure e terrori.

noi e loro:

racchiusi in recinti dialettali,

con apposite, separate, pietanze e preghiere e rosari e candele.

noi e loro, distanziati:

nei cud, nei rid, nei bot e cct e nella frequenza

dei test di gravidanza.

noi e loro, divisi, sembriamo un triste fenomeno da baraccone

e ci ammaliamo di vergogna.

noi e loro, uniti e mescolati,

saremo, almeno per un giorno, una novità strabiliante.

ci sarà, tra noi e tra loro, qualcuno

che più degli altri ci prenderà gusto

e pretenderà di replicare la mescolanza unita

ogni santo giorno:

è quello che si chiama “il punto di non ritorno”.

 

Redazione
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