Nome in codice: «Cuckoo»

La macchinazione criminale alla radice dell’odierno caos nel “Medio Oriente”

Sintesi di Kumba Diallo di un articolo apparso su MEE (*)

Base di Bagram in Afghanista: soldati USA guardano decollare l’aereo che porta Cuckoo in Egitto (AFP)

«Saddam Hussein ha distrutto le sue ultime armi di distruzione di massa più di dieci anni fa e la sua capacità di fabbricarne altre è scemata di anno in anno fino alla invasione dell’Irak, secondo un esauriente rapporto degli Stati Uniti diffuso ieri» [1]. L’articolo di Julian Borger corrispondente da Washington per il Guardian è del 7 ottobre 2004; il 6 ottobre un rapporto ufficiale statunitense certificava che l’invasione di un Paese sovrano – e noi oggi possiamo aggiungere, la sua disintegrazione e riduzione a invivibile Stato fantoccio – era stata motivata da un equivoco, uno spiacevole malinteso insomma. O, come vedremo, da una bugia trasformata in diabolica macchinazione.
Se a distanza di un anno e mezzo da quel 20 marzo del 2003, inizio della frantumazione dell’Irak, quanto già ampiamente sospettato da tempo da esperti internazionali e da ONG e affermato dalla stessa Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti [2] era ormai verità accertata e assimilata poi rapidamente da un’opinione pubblica mondiale, forse non altrettanto note sono le precise circostanze dell’inganno atroce e il coinvolgimento non solo dell’intelligence USA ma anche, e fino in fondo, dei servizi segreti e del Foreign Office del Regno Unito. Oltre che dei due principali attori: i due Presidenti guerrieri da un lato e dall’altro dell’Atlantico.

Colin Powell al Consiglio di Sicurezza delle N.U.


Alla luce di quanto sta avvenendo oggi in Irak, della rivolta che infiamma il Paese da due mesi con centinaia di morti e dell’incendio che ancora una volta si propaga in Medio Oriente [3] credo che valga la pena rispolverare questo articolo apparso il 6 novembre 2018 su MEE, giornale online assai informato su quella regione del mondo. [4] Quanto segue è una traduzione adattata (e accorciata) dell’articolo citato a piè di pagina, ovviamente reperibile su Internet.

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«Agenzie britanniche di Intelligence fornirono una serie di domande da porre a chi interrogava una persona sospettata di atti terroristici che essi sapevano essere stata torturata in seguito agli attentati del 9 settembre 2001, e in seguito dei ministri (sic) si fondarono sulle risposte del prigioniero per giustificare l’invasione del 2003 dell’Irak».
In questa frase c’è già tutto: si tortura un prigioniero, questi non ne può più e si inventa ciò che capisce che i suoi aguzzini vogliono egli dica, e su queste balle si giustifica la distruzione di un’intera nazione con un numero infinito di morti. Andiamo avanti.
«Compulsando attentamente i documenti ufficiali censurati, MEE ha stabilito che un funzionario del M16 [5] era al corrente che funzionari della CIA avevano messo
Ibn al-Sheikh al Libi dentro una bara sigillata in una prigione USA situata in Afghanistan. Il funzionario britannico aveva constatato che la bara era stata caricata su un camion e poi su un aereo decollato per l’Egitto. In un rapporto relativo a questo fatto inviato al quartier generale di Londra dell’M16, il funzionario e i suoi colleghi scrivevano che avevano avuto la tentazione di denunciare il trattamento subìto da Libi, ma non dissero nulla: “Questo incidente rafforzò in noi la sensazione inquietante di stare operando in un vuoto legale” dissero. E malgrado sapessero che Libi era stato spedito in Egitto in una bara e malgrado fossero consapevoli della mancanza di rispetto dei diritti umani in questo Paese, sia l’M16 che l’M15 decisero di passare (all’Egitto) una serie di domande da fare al prigioniero, e continuarono a ricevere rapporti sulle risposte ricevute da costui».

Libi, alias Cuckoo

«Sotto tortura, Libi disse ai suoi aguzzini di legami tra al-Qaeda e il programma nucleare del presidente dell’Irak Saddam Hussein: egli “rivelò” [6] che tre militanti dell’organizzazione erano stati inviati in Irak per essere addestrati. Quando in seguito Libi fu trasferito di nuovo in una prigione della CIA affermò che si era inventato tutto per sfuggire a ulteriori torture. Ma ormai le sue affermazioni (false) erano state usate per giustificare l’invasione irachena ed erano state inserite in un discorso che il Segretario di Stato Colin Powell fece al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 5 febbraio 2003, poche settimane prima dell’attacco USA in Irak, mentre nello stesso giorno il Primo Ministro Tony Blair aveva asserito in sede parlamentare che c’erano senza ombra di dubbio (unquestionably) legami tra al-Qaeda e l’Irak. Le parole di Blair erano state: “Sarebbe sbagliato affermare che non c’è prova di legami tra al-Qaeda e il regime iracheno” [7], e aggiungeva: “Ci sono prove di questi legami. Non è chiaro fino a che punto ma ci sono informazioni che continuano ad arrivarci sulla questione”. E poi ancora: “Io credo che il sospetto della presenza (the case) delle armi di distruzione di massa sia fondato. E’ chiaro che Saddam le possiede”».

Libi nel 2001 (MEE)

Dopo l’invasione fu presto chiaro che il programma di armi di distruzione di massa fosse stato da tempo archiviato, e anche che non ci fossero rapporti fra al-Qaeda e l’Irak. Ma il ruolo del Regno Unito nell’interrogatorio di Libi – l’uomo che fu torturato al punto da fornire una falsa giustificazione per la guerra – non era venuto finora alla luce.
Libi, il cui vero nome era
Ali Muhammad Abdul Aziz al-Fakheri, era nato in Libia nel 1963. Pare che abbia lasciato il suo Paese a metà anni ’80 e abbia viaggiato nell’Africa settentrionale prima di stabilirsi in Arabia Saudita dove si era unito alle forze che combattevano l’occupazione sovietica dell’Afghanistan. Sembra che fosse a capo di un campo di addestramento militare patrocinato dagli Stati Uniti chiamato Khalden Military Camp e che poi, dopo la fine dell’invasione sovietica, continuasse a offrire lezioni su esplosivi e uso di armi. Fu catturato nel 2001 [8] mentre tentava di fuggire dall’Afghanistan e di passare in Pakistan: a inizio gennaio 2002 era nelle mani degli USA. E già in quest’epoca alti dirigenti dell’amministrazione americana erano alla ricerca di possibili legami tra al-Qaeda e l’Irak.

Statua di Saddam Hussein abbattuta, marzo 2003

Già il 14 settembre, 3 giorni dopo l’attacco alle Torri, il presidente USA George W. Bush aveva accennato alla possibilità di un collegamento fra Osama Bin Laden e Saddam Hussein durante una telefonata a Tony Blair, come emerso nella Chilcot Inquiry [9]. Blair aveva risposto che avrebbe avuto bisogno di prove inconfutabili (compelling evidence) prima di accettare un’ipotesi del genere. La CIA aveva già affermato che prove di legami tra l’Irak e al-Qaeda poggiavano su informazioni frammentarie, contraddittorie, provenienti da fonti di dubbia affidabilità. Però durante l’estate 2002 un certo Richard Dearlove, capo dell’M16, era ritornato da un viaggio a Washington con notizie inquietanti: aveva informato Blair che “informazioni e fatti si stavano mettendo in piedi (were being fixed) da parte degli Stati Uniti nella prospettiva di scalzare dal potere Saddam Hussein”. La Chilcot Inquiry rivelò che, cinque giorni dopo aver ricevuto questa informazione, Blair scrisse a Bush che nel costruire una solida argomentazione per una dichiarazione di guerra avrebbero dovuto “aggiungere un legame con al-Qaeda” a Saddam, poiché ciò sarebbe stato “molto persuasivo da noi nel Regno Unito”. A settembre il direttore della CIA George Tenet diceva ai senatori USA che “ci sono prove che l’Irak abbia addestrato in vari modi miliziani di al-Qaeda al combattimento, nella fabbricazione di bombe e a livello chimico, biologico, radiologico (sic) e nucleare” [10]. In ottobre Bush arringava così il suo pubblico in Ohio: “Abbiamo saputo che l’Irak ha addestrato miliziani di al-Qaeda a fabbricare bombe, veleni e gas micidiali” [11]

21 Marzo 2003 a Baghdad, foto The Atlantic

In seguito, il Comitato di Intelligence del Senato USA avrebbe scoperto che esisteva una unica fonte [12] dietro a tutte queste bugie: Libi, l’uomo che l’M16 aveva visto mentre lo spedivano rinchiuso in una bara verso l’Egitto.
«Dopo la sua cattura al confine pakistano Libi era stato portato nella nuova prigione USA di Bagram, una base militare ex-sovietica a nord di Kabul. Ciò che seguì è descritto esaurientemente in un paio di rapporti molto imbarazzanti sul coinvolgimento britannico nelle “extraordinary renditions” e il maltrattamento dei prigionieri pubblicati nel giugno scorso (2018) dal Comitato di Intelligence and Security (ISC) del Parlamento britannico, incaricato della supervisione delle agenzie di intelligence segrete. Infatti, mentre il coinvolgimento USA in tali pratiche è stato rivelato da tempo, il ruolo dei servizi UK era stato smentito e messo in sordina per anni. Solo quest’anno (2018), dopo le rivelazioni di vari media e un’inchiesta bloccata, sono emersi centinaia di casi di sequestri, torture e trattamenti disumani, spesso con il benestare esplicito a livello ministeriale».
A questo punto l’articolo di MEE riporta copia di “
case studies”, rapporti con nomi in codice e in particolare quello relativo alla vicenda di Libi, chiamato in codice Cuckoo, spedito ben sigillato a «Cupar», cioè in Egitto. Anche il nome del funzionario dell’M16 che lo vide «imbarcarsi» è riportato in codice: è chiamato Baird. I riferimenti alla CIA sono censurati. Si sottolinea ancora una volta come gli agenti segreti britannici, pur non potendo ignorare «il vuoto legale» e le violazioni criminali compiute dai colleghi USA continuarono a inviare «domande» da porre al prigioniero, ormai in una cella egiziana, e a ricevere e utilizzare le sue risposte. La redazione del MEE è arrivata all’identificazione di al-Libi attraverso una serie di incroci fra il rapporto del Comitato parlamentare UK di Intelligence and Security e le deposizioni di altri prigionieri: Cuckoo è Libi.
Riporto ancora una «lamentela» dell’M16 alle autorità USA: «Sembrava (
it sounded) che il trattamento (subito da Libi) potesse essere al di sotto degli standard che noi tutti riconosciamo come appropriati». Una frase che dice tutto.

 

Novembre 2019, Tahrir square, Baghdad, candele per i caduti della rivolta (Al Jazeera)

 

L’unico alto dirigente che ammise in pubblico le sue responsabilità nella macchinazione che portò alla guerra sulla base delle invenzioni di un solo prigioniero, buttate là per fermare le torture che stava subendo, fu Colin Powell nel 2005. I principali responsabili del terribile inganno e delle catastrofi che ne derivarono, i due allora presidenti rispettivamente degli Stati Uniti e del Regno Unito, hanno continuato la loro vita di pensionati d’oro indisturbati.
Al-Libi ha finito i suoi giorni nel 2009 in una cella libica, ufficialmente per suicidio, ma Human Rights Watch afferma che nelle foto che ha potuto visionare fatte da agenti del carcere libico si constata che su varie parti del corpo erano presenti lividi.
«Nessun altro prigioniero aveva mai fatto alcuna menzione di legami tra al-Qaeda e Saddam Hussein, e dopo la guerra la Defense Intelligence Agency esaminò 34 milioni di documenti del governo iracheno non trovando alcuna traccia di tale collegamento». Il topolino ha partorito la montagna.

[1] https://www.theguardian.com/world/2004/oct/07/usa.iraq1

[2]Despite recent information from a senior al-Qaeda trainer currently in custody, all-source intelligence has not confirmed Iraq’s involvement, the agency said in an analysis completed seven weeks after Libi arrived in Egypt.”

[3] Tengo a precisare che uso questa denominazione geografica con riluttanza, in quanto è evidentemente un parto di un punto di vista imperialista e occidentale, così come la locuzione “Estremo Oriente”. Estremo da dove?

[5] Secret Intelligence Service britannico, si occupano di estero

[6] Le virgolette sono mie.

[8] Invasione dell’Afghanistan da parte degli USA in seguito all’attentato dell’11 settembre.

[9] L’inchiesta ufficiale britannica per chiarire le circostanze dietro l’invasione dell’Irak.

[10] In fondo all’articolo del MEE si precisa che Libi alla domanda se l’addestramento avesse previsto l’uso di antrace non seppe rispondere perché non capiva di cosa stessero parlando gli agenti che lo interrogavano in Egitto, non capiva cosa fossero le armi biologiche. Ciononostante Bush non esitò a inventare di sana pianta i “gas micidiali”.

[12] il grassetto è mio.

(*) ripreso da croceorsa.blogspot.com

 

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