Non è fantascienza ma Brown vola

Non vorrei fare il pignolo però «Tutti abbiamo ucciso la nonna» (così il titolo originale) suona un po’ diverso da «Ho ucciso mia nonna?» come al Giallo Mondadori hanno deciso di intitolare un romanzo scritto da Fredric Brown nel lontano 1952 e che ora arriva in edicola nella collana “I classici” (224 pagine per 4,20 euri). In ogni caso… godetevelo. Io sono andato sul sicuro perchè da tempo ho verificato come le storie uscite dai neuroni di Brown oscillino fra l’ottimo e l’eccellente con sole poche cadute nel piacevole. Che fossero polizieschi o fantascienza.

Se siete monomaniaci della science fiction state già ululando: uccidere i nonni non è uno dei paradossi tipici del viaggio nel tempo? E poi davvero lui, Fredric Brown, il re del racconto ultra-breve («più veloce della luce» uno dei suoi soprannomi), l’ormai celebrato – persino in Italia dove fantascienza è sinonimo di cacca – autore di «Sentinella»… ha scritto molti gialli? Esattamente. E questa particolare nonna non sarà uccisa da un viaggiatore nel tempo ma parrebbe per una banale rapina. E se dico parrebbe dovete dubitare.

Non ho letto tutti i romanzi del Brown “poliziesco” ma fra quelli che conosco ve ne elenco 6 meritevoli e più, avvisandovi (ove mai preferiate gustarveli in inglese) che i titoli originali sono quasi sempre assai differenti e, per quel che capisco io, le traduzioni tirate via.

«I delitti di Babbo Natale» (o «Il delitto che diverte» imn una precedente edizione) è del 1948; i cinefili noteranno come la scena iniziale sia stata portata quasi di peso nel film «L’amico sconosciuto»: uscì nel 2000 con Cdg (Classici del giallo). Giornalisti, alcool ma anche scacchi per una piacevolissima lettura.

Edito più volte nei Gialli «Tutto in una notte» (del 1950): perfetto per chiunque ami Lewis Carroll, utile per chi soffra di acrofobia (la paura dell’altezza), fastidioso per chi veneri la Dea Logica.

Nel 2002 sempre nei Cgd è stato ripubblicato «Uno strano cliente» del 1951: un poliziesco afoso, qua e là contaminato di fantastico.

Sconsigliabile solo a chi mangia cipolle, agli ubriachi irlandesi e a chi non vuole uccidere vasche (da bagno) è «La statua che urla» del 1953 e ristampato nel ’97 dai Cdg.

Alcolico – come quasi tutti i libri di Brown – ma più irriverente del consueto è «Indagine a Skid Row» del 1955 (uscì nel 1992 nei Gialli): secondo voi quanto rischia un sociologo che studi sul campo «barboni, derelitti, alcolizzati, tossicomani, accattoni, prostitute e così via»?

Infine «La notte dello psico» del 1959 (nel ’94 nei Cgd): romanzo perfetto, giocato nell’arco di 9 ore, ma talmente duro per l’epoca da spiegare come gli editori imponessero un lieto fine fasullo.

Voce dal fondo: scusi Barbieri ma tutte queste divagazioni servono a mascherare che lei, al solito, non ci svelerà la trama e dovremo prendere al buio «Ho ucciso mia nonna?».

In effetti raccontare la trama dei gialli è disdicevole quasi come fidarsi di Maurizio Gasparri ma qualcosina posso dirvi. Tutto ruota su una forma particolare di amnesia, su un protagonista iper-onesto, super-innamorato e con sensi di colpa che va a capire dove affondino (visto che lui dei 28 anni precedenti nulla ricorda e chissà se l’ex moglie, gli amici e il fratellastro gli dicono tutta la verità).

Un giallo quasi perfetto con un colpo di scena da far invidia al miglior Yuri Cherchi.

Voce dal fondo: il ginnasta?

Proprio lui, il re degli anelli, dello stare in tensione assoluta per un tempo impossibile e poi uscirne con un salto liberatorio.

Ma soprattutto Brown regala un finale contro-corrente che è allo stesso tempo “immorale” (stando alle Leggi scritte) eppure profondamente giusto (se deve giudicare il mio cuoricino e credo anche il vostro).

A completare questo volume uno sguardo su Richard Stark («il più grande fra i grandi» disse di lui Stephen King) alias Donald Westlake. Ben fatto anche se sarebbe stato più in tema un ritratto di Brown, vi pare? Nelle ultime pagine ecco “L’angolo del direttore”: tre pagine, del tutto inutili, firmate da Maurizio Costanzo. Ci liberemo mai di lui? In radio, in tv, sui giornali è dappertutto a dir nulla.

Come sapete il bello dell’edicola è che Urania, Gialli ecc costano poco ma il brutto è che se non ti affretti trovare quei libri è un’impresa. Però ci sono le bancarelle e le biblioteche intelligenti hanno l’abitudine di tenere il meglio della letteratura “pulp-pop”. Mi raccomando: niente mumble-mumble o sgrunt ma swosh, yuk-yuk, zot.



Redazione
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3 commenti

  • grazie per avermi incuriosita moltissimo con questa briosa recensione dove anche il non detto risulta coinvolgente
    buona serata.

  • ha ragione Vittorio: Fredric Brown era unico. Ne riparleremo ma chiedo aiuto anche agli/alle appassionat* di (buona) fantascienza. Scrivete anche voi. L’esplorazione delle stelle – colonizzazione ovviamente non va – ha da continuare. Il primo passo è conquistare (o ricostruire?) un immaginario adeguato. Non amo la retorica della presunta saggezza latina ma “per aspera ad astra” mi è sempre parsa più che una bella frase il punto 2 di un sovversivo e collettivo programma politico-poetico. (db)

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