Nord con statuto speciale?
Se stanotte vi assale il dubbio sui referendum leghisti nel Lombardo-Veneto pensate agli aforismi di Massimo Catalano e/o leggete questo post di Chief Joseph
Nel 1985, Renzo Arbore inventò «Quelli della notte», un salotto televisivo a cui partecipavano personaggi che portavano al parossismo la quotidianità, presentandoci un mondo surreale. Fra questi Massimo Catalano – jazzista e trombettista – che si impose – non per l’abilità musicale, che pure aveva – per sentenziare con sussiego frasi che erano aforismi dell’assoluta ovvietà. A esempio «Meglio essere giovani, sani e ricchi piuttosto che vecchi, poveri e malati». Ho pensato immediatamente a lui leggendo il quesito proposto dalla Regione Lombardia per il 22 ottobre, nel quale si chiede al cittadino di pronunciarsi sulla possibilità di divenire Regione a statuto speciale. Ricordo che l’articolo 116 della Costituzione prevede tale status per Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Tali Regioni godono di particolari privilegi; ad esempio la Sicilia ha autonomia tributaria, cioè tiene per sé le imposte raccolte sul suo territorio, fatta eccezione per quelle della produzione, delle lotterie e dei tabacchi. E’ chiaro che le agevolazioni – ottenute per motivi diversi – di cui godono tali Regioni fanno gola a tutti e quindi si procede con gli aforismi di Massimo Catalano. Nel momento in cui la situazione economica è tragica non si chiede di rivedere i benefici concessi in nome di una solidale partecipazione alla crisi, al contrario si domanda un allargamento dei privilegi. In pratica si utilizza denaro pubblico per chiedere ai cittadini lombardi se preferiscono un compagno (o una compagna) bello, intelligente, generoso, fine, affettuoso e buono oppure brutto, ignorante, stupido, tirchio, volgare, cattivo e manesco.
Buon divertimento e arrivederci alla prossima “catalanata”.
Segnaliamo un appello di Mario Agostinelli e Daniele Farina.
“In Catalogna succedono cose serie e drammaticamente allusive delle implicazioni dei percorsi identitari nella involuta fase europea e mondiale. In Lombardia e Veneto assai meno. Se si volesse seriamente discutere di poteri, di autonomie locali, bisognerebbe piuttosto farlo partendo da quegli enti chiamati comuni. Per ragioni storiche e fatti.”
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http://www.inchiestaonline.it/movimenti/mario-agostinelli-daniele-farina-in-lombardia-votiamo-no-al-selfie-di-maroni/